Capitolo 85 - "Secret"

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Verso i cereali nella tazza di latte

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Verso i cereali nella tazza di latte. I piccoli fiocchi di riso soffiato galleggiano sulla superficie biancastra mentre aspettano di essere raccolti. Mi aiuto con un cucchiaio anche se non ho nessuna voglia di mangiare. Mi sto sforzando, ottenendo anche scarsi risultati. Prendo una manciata di cereali con il cucchiaio e li porto alla bocca. In casa c'è silenzio. Zoe dorme ancora nel mio letto mentre mamma è già uscita con zia Celia. La giornata di ieri è stata difficile da reggere soprattutto quando  a tavola nascevano domande di ogni tipo. Il pranzo è stato veloce e indolore, ma ogni scusa era buona per parlar di me. Io non avevo molto da dire, da  raccontare. Quello che sto vivendo lo sto vivendo a modo mio. Non so in che modo, ma lo sto facendo. Ho affrontato la cena sulle forze, perché sapevo già cosa mi aspettava. Zia Celia è stata d'aiuto a mia madre, anche se spesso so che le chiedeva di me. Ho ricevuto gli auguri di Natale da parte di amici e conoscenti tramite messaggi, e qualcuno si è impegnato per davvero. Foto, video, scritte a tema. Ognuno si è sbizzarrito a modo suo. Tra i messaggi, ce n'è solo uno mancante. Ho aperto il suo nome così tante volte che ormai credo si aver perso il conto. È inutile, mi son detta, guardare il nome di Max e sperare in un cambiamento. È stato chiaro. E sulla chiarezza c'è ben poco da fare.. Dylan fa parte della mia vita, è vero. E io stessa l'ho fatto entrare. Ci sono cose che non condivido, perché cancellare una chiamata senza il mio consenso è davvero terribile e fuori da ogni logica. C'è un forte attrito tra di Dylan e Maxwell, cosa che probabilmente prima neanche c'era. Mi sono dovuta adattare a questa realtà. Anche se non ero d'accordo, anche se non era quello che volevo. La mia vita è già abbastanza a metà. Ho trovato in Dylan uno spiraglio. Quella linea che mi avrebbe fatto da guida. Non ho mai visto niente di più. Ma il fastidio di Maxwell è talmente palpabile da fare impressione. Come posso fargli cambiare idea se non mi dà la possibilità di farlo? Non ho mai visto Dylan sotto un'altra luce e forse è proprio questo il problema. Non so cosa ne sarà di noi. Che cosa  dirà la vita di due come noi.. Forse un giorno me ne farò una ragione, di quello che non siamo potuti essere. Farà male, ma sarò abbastanza forte da accettarlo. E io ci ho provato, ci ho provato davvero a non pensarlo. Ma quello che abbiamo vissuto è impossibile da cancellare. Vive nella mia testa. Ovunque io vada.. È un malessere che va oltre ogni cosa. Le ferite si scuciono al suono del suo nome. E fa male, sì.. È impensabile, per me, immaginarci lontani. Non dopo le cose che abbiamo vissuto. C'è qualcosa di intimo, e viscerale, tra di noi. Qualcosa a cui io stessa non si dare nome.  E più le strade si dividono e più ti senti mancare l'aria. È la sua pelle. O forse sono i suoi occhi. O forse le sue mani.. Ma quando il contatto tra di noi viene a mancare io mi perdo. Fatico a riconoscermi e a mantenere lucidità. Diventa un pensiero fisso, l'argomento principale di tutte le mie giornate. Non posso credere che questa sia davvero la fine per noi due. Eppure è così, mi ricorda una voce. E non posso fare niente.. Ho ricevuto messaggi su messaggi da parte dei miei amici riguardo il mio stato d'animo e il mio Natale, e ho risposto ad ognuno di loro. Nev mi ha ringraziato per il regalo che gli ho fatto, proprio come Bonnie ed Emma.  I loro, invece, sono ancora intatti sotto l'albero. Non ho voluto scartarli ieri sera per mia scelta, c'erano di mezzo i regali di Zia Celia e volevo dedicare ai regali dei miei amici la giusta attenzione. Raccolgo un po' di latte e cereali con il cucchiaio, poi getto tutto nuovamente nel fondo del bicchiere. I pensieri vagano in posti mai visti né sentiti. È una sensazione che mi invade. Vorrei trovare il modo giusto, le parole giuste, per dire come mi sento. Ma ogni tentativo si rivela essere un buco nell'acqua. Sto soffrendo e non lo nego, ogni giorno che passa è un colpo al cuore. Questi giorni di festa li sto passando così, con il magone. Ho troppi pensieri che mi passano per la testa e non riesco a vivere come vorrei. Questo giorno rievoca alcuni momenti della mia vita che non voglio ricordare. È la mattina di Natale, e io a questa festa lego ancora troppi ricordi. Ma un pensiero cade inevitabilmente su Sia e su i pensieri che ho fatto su di lei. Chissà come sarà stato il suo risveglio. Se davanti ai suoi regali avrà sorriso un po' di più.. Non so niente di lei. Proprio come non so più di niente di mio padre già da tempo. E io non posso credere che Dylan viva veramente in quella casa. Che quello che io non ho mai avuto negli anni, lui lo ha vissuto fino ad ora. E lo vive ancora.. È difficile andare avanti, credere che domani sarà un giorno migliore.. Io ho passato la vigilia mentendo. Tenendo tutto per me. Allo scambio dei regali, ho fatto un gran sorriso e ho mandato giù il dolore. Non mi sono esposta e ho continuato a farlo per tutta la sera. Oggi mi ritrovo con i segni di ieri. Con il cuore diviso in due perché lui non c'è. Sento il ricordo, lo schiocco dei nostri baci. I suoi occhi chiari.. Stritolo la tazza di latte tra le mani. Non ho la voce, né la voglia di spiegare agli altri come mi sento. Ma so che ci sarà un momento dove sarò costretta a farlo e non potrò fare diversamente, so che adesso il dolore non si può controllare, e fa troppo male.. Zoe appare sulla porta della cucina sbadigliando e con gli occhi ancora assonnati. Dallo sguardo che mi rivolge capisco che non si aspettava di vedermi già in piedi. È presto, e l'orologio sulla parete lo dimostra. Sono solo le nove del mattino e io sono già in piedi. Con la testa chinata verso il basso, cerco di sviare il suo sguardo. Zoe va a cercare nei pensili della cucina qualcosa da mettere sotto i denti. "Già sveglia?" Mi chiede con aria interrogativa. Non è da me svegliarmi così presto, ma oggi non avevo alternative. Le rispondo con un sì sussurrato, che a malapena si sente. Zoe decide di mangiare  i biscotti di Natale che sono avanzati e, ancora poco convinta del mio risveglio, continua a farmi domande.

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