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Jungkook non voleva provare emozioni positive, ma ciò lo trovava semplicemente impossibile.

I passi di Jimin gli fanno udito e si ritrova costretto ad andare con passo veloce nella propria camera da letto.

La prima cosa che gli verrebbe da fare è di seguirlo e in tal caso vedere fin dove arriva con questo inizio di scenata.

Ok si, andrà dalla sua famiglia ma, stava iniziando pure lui ad escogitare un proprio piano.

Prese con troppa velocità un semplice zaino per infilarci dentro un completo elegante. Ora, doveva solo vestirsi; tuta nera larga, maglietta dello stesso colore e della stessa larghezza, idem con il cappellino e mascherina.

Dopo una ventina di minuti un nuovo istinto di Jungkook gli dice di uscire e di fare cautela nel seguire Taehyung.

Lo dovrebbe lasciare libero, si era promesso più di una volta di non interessarsi minimamente alla vita dell'altro però fallendo anche lì più di una volta e in più di non giudicare la persona che avrà al suo fianco da adesso in poi.

Il cervello di Jungkook rimbombava tutte queste avvertenze nella sua testa che quasi quasi iniziava a fargli male ma, come si suol dire, il cuore diceva l'opposto, cioè di riprovarci ancora.

Non voleva, non voleva davvero ritornare da lui e tanto meno continuare questo amore proibito.

Era stanco, era distrutto e al pensiero di continuare tutto ciò gli faceva diventare tutti i muscoli del corpo più deboli.

E sapete cos'è la cosa che fa più ridere? è che esattamente un'ora fa il piccolo protagonista di età odiava solo sentire il nome del più grande, gli irritava lo stomaco.

Ora? ora sente la necessità di sentire la sua voce, anche solo se dovesse offendere il suo ex compagno, non gli interessava, solo la sua voce voleva udire.

E Jungkook si domandava se tutto questo bipolarismo fosse gran parte colpa dell'amore.

Ti scocciano eccessive attenzioni, eccessive coccole o baci, eccessivi sguardi oppure continuare una situazione difficile d'amore, però poi quando non le ricevi nell'arco della giornata ti senti male e malinconico, come se questa mancanza fosse presente da una vita.

Il ragazzo più giovane del gruppo musicale stava provando proprio queste emozioni.

Nove giorni in cui sembrava andar tutto bene, nove giorni in cui Jungkook è riuscito a stare il meno possibile vicino a Taehyung, nove giorni in cui non sentiva la sua voce... già, era riuscito a non sentire ciò per tutto questo tempo.

Jungkook esce dalla camera e sta per uscire dall'abitazione ma una presa sulla propria spalla lo fa fermare di colpo.

-Dio... vado-vado... devo andare da mia madre.-

-Vestito così?-

-Devo davvero andare da mia madre vestito come vuoi tu?-

Era arrabbiato con Jimin, sapeva per filo e per segno ogni virgola della situazione e non ha aiutato il più piccolo, sta aiutando solo Taehyung, non entrambi, ma ben si uno solo, ecco perché era così cupo con lui.

-Casualità ha voluto che esci proprio quando lo sta per fare anche Taehyung.-

Jungkook decide di affrontare il migliore amico di Taehyung faccia a faccia, se si rende debole lancia solo più sospetti.

-Chiamala come ti pare... mia madre ha bisogno di me, vuole che gli porto delle fotografie.-

-Orario strano per chiedere un favore del genere.-

-Stai dando della strana a mia madre?-

-Lo sai più di me che non mi permetterei mai.-

-Ok, a me non interessa di quello che fa Taehyung, so già che ti ha detto tutto quindi perché pensi che vado da lui o stronzate del genere?-

Jimin rimane in silenzio a guardare attentamente il viso dell'altro, vuole capire in quello sguardo se dice la verità o meno ma la mascherina copre troppo, se non tutto.

-Ora posso andare o devo farti una certificazione?-

Il più grande non risponde, anche perché sente arrivare qualcuno e per evitare domande decide di concluderla lì.

Time of Sex - KookTae/VKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora