44 - Dos cámaras

367 34 64
                                    

Che cos'è la felicità?
Una casa con dentro le persone che ami.

-Amy Bratley

~

Pov's Eloise

«Rajo finalmente oggi mamá y papá ti vedranno per la prima volta» sussurro accarezzandomi il ventre, mentre passo una mano tra i capelli di Harry, a cui escono piccoli sbuffi dalle labbra.
D'istinto avvicino le gambe al petto e chiudo gli occhi volendomi godere il silenzio e la tranquillità di quel momento.

Finalmente sono felice.

La sveglia suona e il volto di Harry si contrae in una smorfia che mi affretto a baciare prima di alzarmi, lasciandogli ancora un po' di tempo per riposare.
Raggiungo il bagno e, dopo aver regolato il getto dell'acqua, entro in doccia iniziandomi a insaponare.
Qualche secondo dopo sento Harry camminare a piedi nudi all'interno della stanza per poi avvicinarsi all'anta della doccia e aprirla, entrandovi insieme a me.

«Buongiorno amore» dice, baciandomi a stampo sulle labbra, dopo avermi presa tra le proprie braccia e stretta a se tenendo le mani sui miei fianchi
«finalmente oggi lo vedremo» mi ricorda accarezzandomi il ventre, lasciando che una lacrima gli scivoli lungo il volto.
Lo guardo con gli occhi lucidi e sorridendo leggermente poso un bacio nel punto in cui la lacrima è caduta, accarezzandogli delicatamente la guancia.
«Andiamo dal nostro precioso» lo sprono, prendendo a insaponare il suo corpo.

Finalmente un'ora e mezza dopo ci troviamo dinanzi alla porta di casa, pronti per uscire.
Harry mi aiuta a infilare il cappotto e, una volta indossato il proprio, tende la sua mano verso di me e incrocia le nostre dita, conducendomi in direzione della macchina.
Arrivati al di fuori della clinica parcheggiamo ed entriamo, fermandoci alla reception «buongiorno, come posso esservi utile?» mi domanda la donna seduta al di là del bancone «avrei un appuntamento con la dottoressa Martin» rispondo, vedendola annuire «può dirmi il suo cognome?» mi mordo il labbro «Styles» le dico, ricordando il momento in cui ho preso l'appuntamento e ho volutamente lasciato il cognome di Harry che stringe immediatamente la presa sulla mia mano, mentre la donna controlla l'elenco degli appuntamenti sul computer.
«Ora le darò alcuni documenti da compilare che mi dovrà restituire una volta terminata la sua visita» mi informa «sedetevi pure in sala d'attesa, vi chiamerà la dottoressa non appena sarà libera» e, dopo averla ringraziata, ci andiamo ad accomodare.

Compilo i documenti e, dopo diversi minuti di silenzio, il mio sguardo inizia a vagare sulle sagome delle altre coppie presenti.
Donne che si abbracciano sognando il futuro con il proprio piccolo, giovani adolescenti spaventati dalla gravidanza, coppie che hanno provato centinaia di volte ad avere un figlio e finalmente possono gioire di questo immenso miracolo e noi, due giovani apparentemente opposti ma che col tempo si sono scoperti più simili di quanto pensassero.

«Har e se fosse una femmina?» domando, ricordando il modo in cui ci siamo sempre rivolti al mio ventre.
Lui stringe la mia mano «sarebbe meraviglioso, ma sarei l'uomo più felice di questo mondo in entrambi i casi» conclude, baciandomi amorevolmente la fronte per poi poggiare permanentemente una mano sul mio ventre.
Qualche minuto dopo fa la sua comparsa la dottoressa «Styles?» domanda, guardando tutte le coppie presenti e immediatamente ci alziamo, seguendola.
Giunti all'interno del suo studio ci invita ad accomodarci, per poi controllare i fogli compilati da me pochi minuti prima.

«Signorina Styles, vedo che questa è la nostra prima ecografia, ma il suo ventre sembra già molto pronunciato, posso chiederle quanto tempo fa ha fatto il test di gravidanza?» mi domanda, con un tono di voce leggermente alterato.
Presa alla sprovvista dalla sua domanda sono costretta a fare un rapido calcolo, e rendendomi conto di essere quasi alla decima settimana, lo comunico alla dottoressa che immediatamente strabuzza gli occhi «lei si rende conto del rischio al quale ha sottoposto l'embrione comportandosi in questo modo?» domanda retoricamente, costringendomi a ingoiare il groppo formatomisi in gola «in più lei stessa immagino abbia vissuto uno stress non indifferente, visto le voci che circolano sul suo compagno, trasferendo lo stesso al bambino» prosegue, iniziando a guardare anche Harry con disappunto «io non sono qui per mettere bocca nelle vostre vite, non mi permetterei mai, semplicemente mi preoccupo per la salute della mia gestante e del bambino che cresce dentro di lei» rincara la dose, proseguendo col proprio discorso, «per questo mi sono vista costretta a parlarvi, evitando che tutto questo si ripeta, anzi gradirei che mi aggiornasse costantemente sul suo stato di salute»
conclude, manifestando il proprio  ammonimento, facendoci sentire estremamente in colpa.

Proteggiti da me, se sai come fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora