Tu e i tuoi occhi.
Tutti i finalmente della mia vita concentrati in quella luce lì.~
Pov's Harry
Ancora impietrito dall'improvvisa ricomparsa di Reina mi domando se mai riuscirò a liberarmi dallo spettro del mio passato.
Passo una mano tra i capelli, scompigliandoli, e prendo dalla tasca il pacchetto di sigarette per cercare di dimenticare qualsiasi cosa giri intorno a me a eccezione di Eloise, l'unico posto felice della mia vita.Vengo ridestato dai miei pensieri a causa del rumore della porta sul retro che si chiude.
Alzo lo sguardo e il sangue mi si gela nelle vene.
Sono in trappola.Faccio per andarmene ma ogni mio tentativo di muovermi viene interrotto dalle dita di quella donna strette attorno al mio polso «niño mi sei mancato» dice avvicinandosi al mio corpo mentre il mio respiro torna a farsi corto, esattamente come qualche minuto prima durante l'attacco di panico.
«Lasciami stare» pronuncio roco con la gola che mi brucia per lo sforzo, cercando di creare più distanza possibile tra i nostri corpi.
«Mi niño non fare così, ricordo che ti era piaciuto così tanto» cerca di provocarmi «cazzo allontanati, io non sono tuo» le grido cercando di ricordare la sensazione di calma provata con Eloise accanto.
Stupita dalla mia reazione si allontana leggermente e, dopo aver riflettuto in silenzio, all'improvviso il suo sguardo si illumina «è per quella ragazza vero?» domanda facendomi irrigidire.
Cazzo.Vedendomi perso ghigna, capendo di aver colpito un punto estremamente debole «da questo momento in poi farai tutto quello che vorrò e dirò io se non vuoi che succeda qualcosa alla tua bella principessa da salvare» mi spiega, lasciandomi terrorizzato all'idea di una Eloise ferita a causa mia.
Prendendo il mio silenzio come un segno di assenso poggia le proprie labbra sulla mia guancia e si allontana.
Non appena la porta si chiude inizio a sfregare ripetutamente la pelle del mio volto sfregiata dal tocco di quella donna, provocandomi un evidente segno, quasi come a volermi strappare quello strato superficiale contaminato per sempre.Raggiungo Eloise e Penelope in sala, le quali non smettono di guardarmi sconvolte e di fretta mi dirigo verso casa mia per prendere le chiavi della macchina e iniziare a guidare ininterrottamente sino a quando la rabbia non sarà svanita.
Metto in moto e parto senza voltarmi indietro, ignorando le ripetute grida di Eloise che disperata tenta di seguirmi.Diverse ore e chilometri dopo mi ritrovo davanti uno spiazzale che da su di un meraviglioso panorama quindi decido di arrestare la mia corsa e spegnere il motore.
Rimango immobile e in silenzio per diversi secondi, ma un flash mi passa davanti agli occhi e di riflesso inizio a prendere a pugni il volante, piangendo per questo destino che non mi concede mai un momento di pace.Il telefono squilla ripetutamente ma io non rispondo, troppo preso da questo moto autodistruttivo utilizzato come protezione degli altri.
E in silenzio, sperando che nessun pensiero estremo si faccia troppo persistente nella mia mente, attendo il tramonto per tornare al ristorante.Rimetto in moto e guido completamente perso nei miei pensieri, fino a quando un'idea non si fa spazio nella mia testa.
Parcheggio l'auto ed entro di corsa, ignorando i lamenti di Penelope che mi domanda ripetutamente dove io sia finito.
Faccio percepire la mia presenza in cucina col solo rumore della porta e, nell'esatto momento in cui questa si richiude, lo sguardo di Eloise saetta su di me illuminandosi.
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Proteggiti da me, se sai come fare
FanfictionAmos Eckert è uno chef di fama mondiale che porta con se un fardello complicato da sostenere. Eloise Àlvarez, la sua nuova sous-chef, dovrà convivere con un Amos indisponente, tenebroso e scorbutico che le complicherà la vita al punto tale da costri...