Ero arrabbiato con il mio nemico.
Non ne parlai, e la rabbia aumentò.-William Blake
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Pov's Eloise
Nel periodo immediatamente successivo alla mia assunzione ogni cosa aveva preso una piega differente.
Avevo perso quasi ogni contatto con la mia famiglia e qui a Parigi una delle poche cose che avevo conquistato grazie al lavoro era il mio rapporto di "odi et amo" con Harry.
Ogni mia azione era diventata un pretesto per gridare o farmi del male e la mia domanda ricorrente era "quanto ancora riuscirò a resistere?".
Ironico come, per quanto amassi il mio lavoro, in alcuni momenti non facessi altro che desiderare di stare il più lontana possibile da quel posto.Questa mattina mi sono svegliata dopo solamente qualche ora di sonno a causa del continuo lavoro di elaborazione della mia mente.
Mi sono alzata e dopo una doccia ho preso un po' di tempo per fare colazione, cercando di rilassarmi.Mentre mi occupo di lavare le stoviglie sento il mio telefono suonare, così asciugo velocemente le mani e corro nella mia stanza.
«Hola mi amor, como estas¿» sento dire dalla voce di mio fratello Mason, che non ha mai smesso di tenersi in contatto con me.
«Mi bebe, mi manchi tantissimo» ammetto mentre lo percepisco sorridere «io sto bene, se non contiamo quel dispotico del mio capo, mi trovo bene qui» dico tentando di tralasciare più dettagli possibile «tu come stai?» chiedo mentre metto il vivavoce e inizio a cambiarmi.
«Tutto bene sorellina» dice facendo un sospiro «l'altro giorno ho visto Cole» mi confessa per poi riprendere a parlare «ha detto che gli manchi e che vorrebbe davvero rivederti» racconta mentre io inizio a sentire un conato di vomito risalire la mia gola.
«Non gli hai detto-...?» inizio a chiedere, balbettando, completamente terrorizzata dalla sua possibile risposta, ma lui mi interrompe «no, non sa dove sei, non avere paura» dice rassicurandomi mentre io rimango in silenzio.
«Adesso devo andare, fatti sentire» ripete, invitandomi indirettamente a chiamare nostra madre.
Lo saluto e torno in salotto, finisco di lavare le stoviglie e corro al ristorante.Fuori dall'entrata accendo una sigaretta e cerco di rilassarmi.
Dopo la telefonata con mio fratello i brividi non hanno mai lasciato la mia pelle.
Da quel momento ho iniziato a sentirmi agitata ed irritabile, come se lui si trovasse qui e stesse osservando ogni mio movimento.«Bonjour ma belle fille» mi saluta Brenda una volta raggiunta la mia posizione «è da un po' che non facciamo una chiacchierata noi due eh?» chiede probabilmente ironica riferendosi alla nostra prima conversazione «volevo chiederti se lunedì prossimo ti andasse di venire con me a una festa» dice mentre io la guardo titubante facendo staccare la cenere dalla sigaretta prima di fare un altro tiro.
La guardo per qualche minuto ancora indecisa, fino a quando non mi convinco ad accettare la sua proposta.
Lei esulta e una volta terminata la sigaretta entriamo e ci separiamo per iniziare il nostro lavoro.«Buongiorno a tutti» saluto velocemente raggiungendo lo stanzino per cambiarmi sentendo lo sguardo di Harry bruciare sul mio corpo.
Esco e subito lo chef mi chiede un momento per parlare.«Eloise io vorrei chiarire le cose con te. Noi non siamo amici e il nostro rapporto è puramente lavorativo, quindi se sei qui per giocare o sfidarmi, quella è la porta» conclude il suo discorso con calma, respirando continuamente dal naso.
«Io non sono qui per prendere in giro nessuno» sottolineo «semplicemente credo che tu dovresti avere più fiducia nelle persone che lavorano con te, anche perché sei stato tu a dire che sono i tuoi occhi e l'estensione dei tuoi arti quando non ci sei» gli ricordo senza alcuna paura, facendogli spalancare gli occhi.
Restiamo diversi minuti in silenzio, così mi allontano per leggere sulla lavagnetta i piatti in menù per il pranzo di oggi e inizio a occuparmi dei secondi, dal momento che già Harry sta preparando gli accompagnamenti necessari ai primi.
Inizio la preparazione del boeuf à la bourguignon e, sentendo caldo, alzo la manica della divisa, per poi continuare a tagliare a cubetti il manzo e le verdure di accompagnamento.
Inserisco i vari ingredienti in una casseruola, ma il mio movimento viene fermato dalla mano di Harry che mi prende il polso.
Lo porta vicino al proprio viso e, mentre passa lo sguardo da una parte all'altra, sfiora la pelle con la punta dell'indice seguendo il contorno del livido giallastro, mentre io inizio a essere pervasa da un'enorme quantità di brividi.
«Sono stato io?» domanda con voce insicura e io mi limito solamente a toglierlo dalla sua presa e a distaccarmi, tornando nuovamente in silenzio.Harry scuote la testa e non accetta la mia mancata risposta, così mi poggia le mani sulle spalle e «sono stato io a farti del male?» ripete con un tono che non accetta repliche, completamente diverso dal precedente.
Resto a guardarlo negli occhi e in quel momento scorgo dettagli che non avevo mai notato.
Scorgo la sua barba leggera a incorniciare le labbra sottili e lunghe, affiancate da un piccolo neo, il colore profondo dei suoi occhi verdi, con una punta di dorato a illuminarli, la pelle tesa per la rabbia trattenuta, il naso grande e dritto e le sopracciglia folte e leggermente spettinate.
Sbatto le ciglia e mi riprendo dal mio stato di trance.
È ovvio che sia stato lui.
È l'unica persona ad avere un contatto diretto con me ed è l'unico a toccarmi costantemente.Harry non fa altro che spostare lo sguardo dal mio volto al polso, fino a quando, in un impeto di rabbia, scaglia un pugno sul bancone della cucina.
«Adesso mi è tutto più chiaro» afferma iniziando a sorridere mentre allontana con uno scatto il suo corpo dal mio «stai facendo come tutte le persone che se ne sono andate» sospira scuotendo la testa.
Rimango spiazzata dalle sue parole, quasi senza fiato a causa del ghigno sulle sue labbra tese e screpolate.«Quanto sei ingenua» si avvicina poggiando una mano sul mio viso, facendo scivolare il pollice sul profilo della mandibola.
«Pensavi che non avrei capito, vero?» domanda stringendo leggermente la presa, facendomi poggiare la mano sulla sua.«Sei come le altre» ammette quasi schifato «hai cercato di fingere che quel livido fosse stato provocato da me, solamente per poter avere una nuova storia da diffondere sullo chef Harry Styles» fa una pausa causando il mio respiro affannato per la situazione problematica dentro la quale mi ritrovo «e chissà magari inventarti che ti ho portata a letto?» lascia definitivamente la presa permettendomi di respirare.
Posso vedere i suoi occhi farsi più scuri, riempirsi di una rabbia incontrollabile ed essere sovrastati da quel grigio che li circonda.
«O magari anche tu sei qui solo per dire di avermi portato a letto per un tuo tornaconto personale?» chiede facendomi spalancare gli occhi, mentre da quel momento in poi tutte le persone che lavorano nel ristorante ci raggiungono, attirate dalla durezza della sua voce.Cosa sta succedendo?
Sento la testa girarmi e sono costretta ad appoggiarmi al bancone per evitare di cadere.«Sei solo una sgualdrina» ringhia con voce roca.
E io nemmeno mi rendo conto della mia mano che impatta contro la pelle della sua guancia rimanendo formicolante per aria.«Non permetterti di chiamarmi in quel modo Harry» sussurro cercando di trattenere le lacrime «non sarò la persona migliore di questo mondo e anche io ho i miei segreti, ma sono tutto fuorchè una bugiarda perché l'unico che mi tocca, sei tu» ammetto a fatica dinanzi a tutti i presenti.
«Non ti permetterò più di rivolgerti a me in questo modo.
Nunca mas» concludo il discorso guardando il profilo del suo volto ancora girato a causa dello schiaffo.Tolgo il grembiule e, dopo essermi scusata con tutti i presenti, esco dalla cucina e raggiungo nuovamente la mia abitazione.
La mia battaglia probabilmente risulterà persa prima del previsto.
***
Eccoci con un nuovissimo capitolo di proteggiti da me.
Immagino che non apprezziate Harry in questo modo ma credetemi che presto tutto vi sarà chiaro, dovete solo pazientare perché sarà in grado di porre rimedio a tutti gli errori compiuti.
Detto questo, spero vi stia piacendo e vi vada di continuare a seguirla.Ci leggiamo presto,
~Car.
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Proteggiti da me, se sai come fare
FanfictionAmos Eckert è uno chef di fama mondiale che porta con se un fardello complicato da sostenere. Eloise Àlvarez, la sua nuova sous-chef, dovrà convivere con un Amos indisponente, tenebroso e scorbutico che le complicherà la vita al punto tale da costri...