54 - Perdite

302 27 50
                                    

Le delusioni aprono gli occhi e chiudono il cuore.

Sospiro accarezzando lentamente il pancione, col viso rivolto verso l'uomo al mio fianco.
Come promesso, ho trovato la cena ad attendermi fuori dalla porta e il suo corpo a vegliare sul mio per tutta la notte.
Una fitta al basso ventre mi fa mugolare di dolore, disturbando il sonno di Harry che immediatamente posa gli occhi sulla mia mano «cosa succede petite?» domanda, sperando che io riprenda a parlare con lui senza ottenere alcuna risposta.
Scuoto la testa, nel vano tentativo di fargli credere che non sia nulla e, stringendo il labbro tra i denti mi alzo dal letto accompagnata da un suo profondo sospiro.
Mi reco in bagno e con difficoltà privo il mio corpo dagli indumenti provando a trovare un po' di sollievo nel farmi una doccia.
Qualche ora dopo il silenzio si unisce ai nostri movimenti facendoli apparire quasi come scoordinati a occhio esterno «Eloise, non riesco più a sopportare questo distacco» dice, dando voce anche ai miei pensieri «ho bisogno di carezzare il tuo ventre e sentire i bambini scalciare» ferma i miei movimenti costringendomi a guardarlo negli occhi «sento la necessità di averti accanto e poterti baciare e sfiorare costantemente» fa una pausa avvicinando le labbra al mio lobo «ma soprattutto devo sentirti in ogni momento» conclude poggiando le labbra prima sulla mia guancia, poi all'angolo della mia bocca «fino a quando non sarai tu a dirmi di baciarti io non lo farò» mi promette raccogliendo col pollice una lacrima sfuggita al mio controllo, mentre la mia espressione cambia a causa di un'ulteriore fitta che tento di mascherare gettandomi tra le sue braccia «mi dispiace tanto ma petite, quel giorno non avevo considerato quanto ne avresti sofferto...» fa una pausa controllando che stia bene «la mia disperazione aveva messo a tacere ogni altra emozione» conclude e prima che possa riprendere a parlare «baciami» pronuncio, prendendolo alla sprovvista, sentendo il mio corpo riempirsi di brividi e il mio uomo, che non se lo fa ripetere due volte, poggia le proprie labbra sulle mie dando vita a un bacio estremamente passionale.
Ci allontaniamo col fiatone e, rimasti fronte contro fronte, sono costretta a digrignare i denti per il dolore «che ne dici di preparare il pranzo?» propongo per distogliere l'attenzione da me mentre lui annuisce, iniziando a mettersi all'opera.
«Metteresti due pentole d'acqua sul fuoco?» mi da indicazioni mentre si occupa di prendere gli ingredienti dal frigorifero insieme a una padella «ora mettiamo a cuocere la rucola e il salmone» mi spiega, ponendo entrambi gli elementi sul gas mentre a stento trattengo un sorriso guardandolo «una volta cotta scoliamo la rucola e la mettiamo nel mixer, insieme a un po' di sale, per creare la salsa che ci servirà come condimento» prosegue accompagnando i gesti alle parole mentre silenziosamente giro il salmone con una forchetta per ultimarne la cottura «guardi che ore sono?» mi chiede lasciandomi alquanto stranita per la sua domanda «dobbiamo cuocere la pasta» chiarisce, baciandomi la punta del naso mentre mi occupo di controllarne la preparazione una volta buttata in acqua «ancora per molto dovrò subire il tuo silenzio?» domanda mentre mi mordo il labbro per non ridacchiare al tono utilizzato da lui nel pronunciare queste parole «questa me la paghi» dice, continuando a sorridere, mentre incapace di trattenermi gli lascio un bacio sulla pelle del collo «ora che la pasta è pronta possiamo scolarla e mantecarla unendovi la crema e il salmone» spiega guardandomi fare ciò che sta pronunciando a parole «e il pranzo è servito» dico, poggiando anche l'ultima stoviglia nel lavandino, sedendomi a tavola di fronte a lui.
Iniziamo a mangiare ma dopo qualche secondo sono costretta a fermarmi e stringere la presa sul tavolo per un dolore lancinante al basso ventre «mi dici cosa sta succedendo?» domanda Harry con apprensione mentre poggio un palmo sulla sua guancia per rassicurarlo «devono essere i bambini, oggi sono particolarmente agitati» e continuo a mangiare, guardandolo saltuariamente con la coda dell'occhio.
Pochi minuti dopo, mentre sono intenta nel bere un bicchier d'acqua una ulteriore fitta mi spinge a stringere la mano di Harry tra le mie e a scoppiare in un pianto liberatorio «chiamo la ginecologa petite» afferma perentorio, non accettando compromessi e io mi alzo insieme a lui per cercare il numero in rubrica, ma il respiro mi si blocca in gola e la pelle inizia a imperlarmisi di sudore «Har fermati» sussurro restando immobile a guardare il mio corpo e nell'attimo in cui i suoi occhi si poggiano su di me il panico assale entrambi «perché sto sanguinando?» chiedo, con le lacrime agli occhi, mentre Harry si avvicina al telefono per chiamare un'ambulanza «petite guardami» impone tentando di distrarmi «andrà tutto bene, cerca di respirare» poggia una mano dietro la mia schiena per sorreggermi «ho paura, non li sento muoversi» e in quel momento percepisco come anche il mio uomo si trovi totalmente spaesato dinanzi a questa situazione «stanno arrivando amore, non mollare» mi rassicura, stringendomi dopo una fitta dolorosa impossibile da controllare.
Pochi minuti dopo irrompono in casa nostra i paramedici e, accompagnata dal costante sguardo protettivo di Harry, mi accascio a terra per poi essere trasportata verso l'ospedale.

Proteggiti da me, se sai come fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora