Le mani tremano, schiacciano troppi tasti alla volta.
Impazzisco se ci penso.
Impazzisco, tutto gira, e io sono ancora al buio.
La testa esplode, merda, esplode, il mio corpo esplode.
Esplodi in qualche modo e fa che sia un blackout lungo, senza luce, senza sogni.
Sono impazzito di terrore, terrore e paura razionale, terrore e tristezza, terrore e disperazione.- Muse
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Pov's Eloise
Sono passati due giorni dal mio ritorno a Parigi e, durante questo periodo, sono rimasta chiusa in casa per evitare domande scomode e/o spiacevoli.
Oggi avrei dovuto riprendere servizio al ristorante, ma Penelope mi ha chiamata per conto di Harry dicendomi di restare a casa e raggiungere il ristorante dopo l'orario di chiusura.
Completamente presa dalla curiosità inizio a prepararmi dirigendomi prima in camera per scegliere i vestiti da indossare e, subito dopo, in bagno per farmi la doccia e lavare i capelli.Dopo essermi lavata, avvolgo il mio corpo in un asciugamano, iniziando a tamponare i capelli per poi prendere il phon e asciugarli.
Mi do una leggera truccata, semplicemente per coprire le restanti tracce dei lividi, e torno in camera a vestirmi, accorgendomi di essere in linea con l'orario di chiusura del ristorante.
Prendo la borsa e le chiavi della macchina e raggiungo il garage dirigendomi verso il ristorante.
Durante il tragitto sento l'ansia invadere il mio corpo e l'unico modo per distrarmi è accendere la radio.Non appena arrivo, parcheggio la macchina nel posto riservato ai dipendenti e raggiungo l'entrata, guardandomi intorno.
Quando la campanellina attaccata alla porta, suona, mi ritrovo addosso due paia di occhi, collegati ai volti di Brenda e Penelope che vedendomi mi sorridono.
Mi accorgo che si stanno infilando la giacca e istintivamente mi domando per quale motivo Harry mi abbia fatta venire qui, a quest'ora.Brenda di corsa mi si avvicina e «domani voglio sapere tutto» dice facendomi inarcare un sopracciglio.
Vedendomi immobile mi da un pizzicotto su un fianco e inizia a spingermi verso la cucina, gridando come un'euforica adolescente.Mi schiarisco la gola e apro la porta della cucina, trovando Harry con le mani poggiate al bancone, pensieroso.
Non appena si accorge della mia presenza ruota la testa verso di me e sorride, tanto da far arrivare la sua felicità agli occhi, da quanto brillano.
Dopo qualche secondo si avvicina e, posso sentire non solo il suo cuore battere, ma anche il suo respiro contro la mia pelle.
Nonostante il mio desiderio di cambiare la situazione, rimango scostante per diverso tempo, tenendo bene a mente la nostra ultima discussione.«Mi sei mancata» dice facendo crollare tutti i miei muri.
D'istinto rabbrivisco alle sue parole e mi accorgo, quasi a rallentatore, dei suoi gesti.
Riduce la distanza tra di noi per poi racchiudermi, di slancio, in un abbraccio che non ricambio.
Involontariamente mi irrigidisco a causa non solo del dolore, ma anche del contatto con un uomo dal tocco totalmente diverso da quello di mio fratello e inizio a piangere, ripensando alle mani di Cole sul mio corpo.
Harry se ne rende conto, ma questo non interrompe il nostro contatto, anzi, per confortarmi, inizia ad accarezzare la mia guancia.
Dopo qualche secondo di contatto la sua espressione muta, perde il sorriso e si acciglia guardando un punto fisso sul mio viso.
Scatto come una molla, allontanandolo con una spinta, ricordandomi dei lividi coperti col fondotinta.
È tutto inutile.
Il suo cambio di espressione è dovuto al suo aver visto le condizioni del mio viso e, non posso biasimarlo per la sua reazione.
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Proteggiti da me, se sai come fare
FanfictionAmos Eckert è uno chef di fama mondiale che porta con se un fardello complicato da sostenere. Eloise Àlvarez, la sua nuova sous-chef, dovrà convivere con un Amos indisponente, tenebroso e scorbutico che le complicherà la vita al punto tale da costri...