30 - Sin palabras

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You put me back together and it feels like home.
And maybe I'm paying for the things I've done, and maybe I'm paying for the ones I've hurt but I feel a change in the love I'm given, I'm turning the page on my indecision.
The highs and the lows and the rising sun but I feel a change in the love I'm given.
I'm turning the page now, am I forgiven?

- Ellie Goulding

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Pov's Harry

Io ed Eloise dopo le nostre prime confessioni a cuore aperto, senza litigi o crisi di mezzo, abbiamo passato il resto della giornata a parlare dei nostri ricordi più felici e mi ha raccontato anche lei di avere un fratello al quale è legata tanto quanto io ero legato a Gemma, prima che decidesse di allontanarsi da me.
Ci siamo punzecchiati davanti allo schermo della televisione lanciandoci i pop corn fino a quando dopo esserci accoccolati sul divano ci siamo addormentati.

E ora mi trovo qui, con un enorme sorriso sulle labbra a guardare Eloise che dorme poggiata al mio petto che ogni tanto stringe tra le proprie braccia, spingendo sempre più il propro volto nell'incavo del mio collo.
Le scosto qualche ciuffo ricadutole sugli occhi e riesco a immaginarci qui, tra qualche anno, con la nostra famiglia.
Inizio ad accarezzarle delicatamente una guancia e immediatamente il suo naso si arriccia, quasi come per mostrare fastidio, ma incurante continuo a sfiorarle la pelle fino a quando i suoi occhi scuri e brillanti non si aprono, costringendola a sorridere a contatto con la mia pelle e a lasciarmi un leggerissimo bacio che mi provoca i brividi lungo tutto il corpo.

«Ci siamo addormentati occhi verdi» sussurra ancora assonnata mentre io sorrido e annuisco, rimanendo in silenzio mentre riempio il suo corpo di carezze.

«Questa mattina andremo insieme al ristorante» la avverto e lei immediatamente si irrigidisce, così le alzo il volto verso il mio «c'è qualche problema ma petite?» domando, sapendo quanto questo soprannome la faccia sciogliere.
Eloise rimane in silenzio, abbassando lo sguardo, così mi avvicino al suo volto e le sfioro le labbra, poi scrutato dalla sua espressione interrogativa mi alzo e le porgo la mano, conducendola in camera da letto.
Capendo le mie intenzioni, inarca un sopracciglio e si mette a braccia conserte, aspettando di sentirmi parlare.

«Chi va per primo?» domando riferendomi alla doccia.

«Perché sprecare acqua?» mi chiede a un millimetro dalle mie labbra, probabilmente per stare al gioco e provocarmi al tempo stesso.

«Mi piace quando mi leggi nel pensiero» dico sollevandola di forza e facendole allacciare le gambe alla mia vita, dirigendomi verso il bagno.
Una volta lì la poso delicatamente sulla lavatrice e le sollevo i bordi della maglietta lasciandola solo con le mutandine indosso.

A quel punto si alza e mi abbassa i pantaloni della tuta, dopodiché fa cadere a terra l'ultimo pezzo di stoffa da lei indossato ed entra in doccia, sciogliendosi i capelli.
«Vieni?» mi incita a raggiungerla facendo capolino da dietro il vetro della doccia e io non me lo faccio ripetere due volte posizionandomi in piedi davanti a lei che si trova con le spalle poggiate alla parete.

Istintivamente mi spinge verso destra con un ghigno e prende un po' di shampoo, ma prima ancora che possa iniziare a massaggiarsi i capelli le blocco i polsi e li conduco dietro alla mia schiena, iniziando a occuparmi io di questo lavoro, massaggiandole delicatamente la cute.
Dopo qualche minuto si sposta sotto il getto dell'acqua e io mi giro per prendere il bagnoschiuma, ma non appena termina di sciacquare i propri capelli, compie la mia stessa azione bloccando qualsiasi mio movimento.

Proteggiti da me, se sai come fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora