52 - Hilo invisible

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Pov's Eloise

«Sbrighiamoci, dobbiamo fare in fretta» pronuncia sottovoce guardandosi intorno con circospezione «tu Eloisa ti occuperai del caveau» inizia a impartire ordini costringendomi a ingoiare il groppo formatomisi in gola «Rick rimarrà alla guida in attesa della nostra uscita dalla banca» prosegue «Sam e Matt terranno sotto controllo i movimenti delle persone (e delle guardie) mentre io svuoterò le cassette di sicurezza» conclude consegnando a ognuno di noi una pistola, un passamontagna e un borsone nel quale inserire i soldi.
Uno dopo l'altro iniziamo a scendere dal furgone, ma prima ancora che riesca a toccare terra coi piedi, Cole mi ferma «non fare scherzi piccola sgualdrina» poggia una mano sotto al mio mento «le conseguenze non sarebbero piacevoli per la tua famiglia» minaccia, lasciandomi andare, dopo aver nuovamente tentato di avvicinare le labbra alle mie.
Il cuore rimbomba nel petto, il respiro accelera e i brividi cospargono la mia pelle, ma sono costretta a farmi forza per impedire a quell'uomo di fare del male alla mia famiglia «fermi tutti questa è una rapina» grido e le persone, d'istinto, si gettano a terra, urlando a squarciagola a causa del panico.
Cole si avvicina al banchiere e, puntandogli la pistola alla tempia, gli intima di mostrare a me il caveau e a lui le cassette di sicurezza mentre Sam e Matt rimangono di guardia puntando una pistola contro le persone presenti.
Ultimato lo svuotamento del deposito raggiungo Cole, già in cammino verso la mia direzione, per dirigerci insieme verso l'uscita della banca.
Lì un uomo si pone dinanzi a noi, cercando di fermare i nostri movimenti e mentre io tento di farlo tornare a sedersi Cole si altera per la sua spavalderia «cosa volevi fare eh?» domanda retoricamente tenendolo per i capelli, prima di dargli un calcio nei genitali.
L'uomo si divincola «tanto siete spacciati, ho già chiamato la polizia» e tutto accade in un attimo: io che cerco di correre verso quell'uomo mentre Cole si pone dinanzi a lui e inizia a sparare senza sosta, facendolo stramazzare al suolo.
«Cosa hai fatto?!» grido con le lacrime agli occhi, cercando di rianimare l'uomo ormai senza vita per le numerose ferite
«sei un mostro» lo accuso sputando dinanzi ai suoi piedi mentre lui mi afferra per i capelli «ora cammina se non vuoi fare la sua stessa fine» mi tira, poggiando la pistola lungo il profilo del mio volto, trascinandomi in direzione del furgone.

Mi sveglio di soprassalto.
Il respiro affannato e i bambini in continuo movimento all'interno del mio grembo.
Incastro le dita tra i capelli e, in un impeto di rabbia, mi alzo iniziando a radunare alcuni vestiti all'interno di un borsone.
Lentamente Harry si stiracchia e a fatica apre gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza «petite dove stai andando?» domanda allarmato mettendosi a sedere sul letto «devo raggiungere casa di Brenda» gli spiego, continuando a infilare vestiti alla rinfusa «alle tre di notte?» chiede alzandosi in piedi nel tentativo di fermare i miei movimenti «sì, alle tre di notte» rispondo in maniera scostante nella speranza che si arrenda «e quanto hai intenzione di stare via?» allunga una mano per carezzarmi la guancia «non lo so» sospiro, mordendomi il labbro
«l'importante è che tu conosca la strada per ritornare da me petite» annuisco, allontanando le sue mani dal mio corpo, sentendomi sporca a causa dell'incubo appena fatto.
«Devi per forza andare a quest'ora?» rincara la dose, scottato dal mio gesto precedente «è tardi e non voglio che tu vada in giro da sola, di notte» sostiene mordendosi il labbro «ti chiedo per favore di non insistere Har, ho bisogno di andare» e, detto questo, mi avvicino alla porta ed esco senza voltarmi indietro.

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