56 - To Give Birth

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Pov's Eloise

Apro lentamente gli occhi, disturbata dalla luce proveniente dall'immensa finestra della camera, e giro il mio volto verso il lato occupato dal corpo di Harry che giace addormentato al mio fianco.
Accarezzo delicatamente le sue spalle scoperte, sorridendo quando sulle sue labbra si forma un broncio provocato dal fastidito procuratogli dal mio tocco «petite dormiamo ancora un po'» mi prega nascondendo il mio volto al di sotto del proprio braccio per impedire qualsiasi mio ulteriore movimento «non riesco più ad addormentarmi Har» lo informo della mia condizione sentendolo sbuffare sonoramente per poi farmi stendere con la schiena poggiata al letto e il suo corpo a sovrastare il mio «a voi due avevo chiesto di far riposare la mamma» dice bussando leggermente sopra al mio ventre adagiandovi un bacio «non vi state comportando bene» prosegue facendo nascere un sorriso sulle mie labbra «ora possiamo andare» mi porge una mano dopo avermi stampato un bacio sulla bocca, aiutandomi a scendere le scale per raggiungere la cucina.
Dopo qualche minuto si unisce a noi la mia famiglia, con cui iniziamo serenamente a consumare la prima colazione «hija come ti senti?» domanda mia madre seduta accanto a me «no lo se mamà, ho una strana sensazione» rivelo e in un attimo lo sguardo di Harry saetta nel mio, nel tentativo di comprendere cosa stia accadendo.
Terminato il nostro primo pasto, con una palpabile agitazione nell'aria, vengo accompagnata al piano superiore per cambiarmi e, mentre aspetto che anche Harry sia pronto, mi metto comoda osservando il mio pancione in continuo movimento grazie alle sollecitazioni dei bambini.
Tra una carezza e l'altra si fa spazio un'improvvisa contrazione che mi fa stringere la coperta tra le dita e iniziare a muovermi avanti e indietro per la stanza nel vano tentativo di rilassare i bambini, cantando la loro canzone preferita.
Quando un'ulteriore contrazione mi fa piegare su me stessa, gridando di dolore, Harry fa capolino dalla porta del bagno correndomi accanto una volta accortosi delle mie condizioni «cosa succede amore?» e posso leggere il panico nei suoi occhi mescolato alla forza che sta cercando di dimostrare per proteggere ognuno di noi «ti amo» sussurro appoggiandomi al suo corpo, per poi riprendere a cantare "ninna nanna mamma tienimi con te, nel tuo letto grande solo per un po', una ninna nanna io ti canterò e se ti addormenti mi addormenterò" e il dolore sembra calmarsi facendomi sospirare tra le lacrime.
Mi giro verso Harry rivolgendogli un sorriso tirato ma quando un'altra contrazione mi costringe a gridare, sorreggendomi la parte bassa del ventre, imploro il mio uomo di dirigerci in clinica «ojos verdes ti prego prendi la borsa e raggiungiamo l'ospedale» e di fretta raduna le ultime cose necessarie chiamando Mason e mia madre che accorrono in nostro aiuto, agevolando i miei movimenti in direzione della macchina.
La dottoressa Martin, quando mi ha visitata dopo il distacco della placenta, aveva voluto mettermi al corrente della situazione chiarendo che se le contrazioni, che esercitano sui bambini una sorta di compressione per aiutarli a uscire, fossero diventate più frequenti, a esse sarebbe seguita la fase di dilatazione che avrebbe segnato la mia necessità di raggiungere il policlinico.
Stesa sui sedili posteriori, con la testa poggiata sul grembo di mia madre, osservo Harry perdere la pazienza imprecando contro gli altri automobilisti, tentando al tempo stesso di fronteggiare dolorose contrazioni «amore come sta andando?» chiede e in quel momento sento qualcosa rompersi percependo, nell'attimo immediatamente successivo, un liquido scorrermi tra le gambe «Harry mi si sono rotte le acque» e il modo in cui la sua andatura muta mi fa comprendere quanta fretta abbia di arrivare a destinazione.
Durante il viaggio Mason si mette in contatto con la dottoressa che mi ha seguita durante la gravidanza per informarla del nostro arrivo e con la famiglia di Harry, comprese Brenda e Penelope, per invitarli a raggiungere l'ospedale.
Giunta a destinazione il mio uomo dai capelli color cioccolato mi trasporta all'interno della struttura, chiedendo assistenza da parte della dottoressa Martin che non appena ci viene incontro inizia a dare indicazioni operative alle infermiere chiedendo a mia madre di aiutarmi a togliere i vestiti per indossare un camice.

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