23 - I should hate you

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L'egoismo non porta da nessuna parte, l'amore invece libera.

~

Pov's Harry

Guido velocemente verso casa, cercando di non prestare troppa attenzione al modo in cui mi sta ignorando.
Non avrei mai immaginato che la nostra serata tra amici si sarebbe conclusa in questo modo, per colpa mia.

Prima che possa raggiungere casa mia Eloise si gira verso di me e, con voce estremamente gelida e distaccata, mi dice «voglio tornare a casa mia» puntualizza facendomi sospirare «e ovviamente qualunque idea o speranza tu ti fossi fatto a proposito della nostra serata, cancellala immediatamente» conclude, rivolgendo nuovamente il proprio sguardo verso la strada.
Merda.

Proseguo nel tragitto fino a quando non accosto in un piazzale sito a pochi metri da casa sua.

«Cosa diavolo stai facendo?» domanda guardandosi intorno con sospetto, poggiando la mano sulla maniglia della portiera, per scendere.

«Dobbiamo parlare» rispondo risoluto vedendola sussultare.

«È parlare quello che vuoi?
Va bene, parliamo» utilizza un tono di voce così sicuro da farmi quasi vacillare.
Mi sento come in un gioco, entrambi siamo coinvolti e, mentre cerchiamo di dimostrare il nostro essere forti, siamo schiacciati dal peso dei nostri gesti.

«Ancora non mi è del tutto chiaro il motivo del tuo comportamento di questa sera» dice andando dritta al punto mentre io rimango in silenzio per qualche secondo.

«Perché non dici nulla? Cosa è successo all'Harry che, per marcare il territorio, mi ha baciata davanti a tutti e mi ha toccata fuori dal pub?
Chi ti ha dato il diritto di trattarmi come se fossi un oggetto?» domanda a raffica senza darmi il tempo di rispondere fino a quando non capisco che aumenterei soltanto la sua rabbia, rimanendo in silenzio.

«Non so che diavolo mi sia preso petite-» cerco di parlare, ma vengo fermato da un suo gesto di ammonimento con la mano «non cercare di indorare la pillola utilizzando stupidi soprannomi» mi ammonisce, bloccandomi le parole in gola.

«Io...» cerco di riprendere il discorso, ma scoraggiato dal non riuscirci, scendo dall'auto per prendere una boccata d'aria.
«Penso di avere un problema...» ammetto in un sussurro, sperando che sia comunque riuscita a sentirmi e ottengo conferma di questo, grazie al fatto che i suoi occhi sono concentrati su di me.
Ottimo.

«Sì Harry, lo hai se pensi che io sia tua, esattamente come potrebbe esserlo una penna» riprende a parlare impedendomi di confessarle ciò che avrei voluto «il problema è che sei così concentrato su te stesso da non accorgerti che emotivamente io sono già tua» termina il proprio discorso rivolgendo la sua schiena verso di me, come a volermi chiudere fuori.

«Non è così facile da spiegare» ammetto sentendola sospirare frustrata «se non vuoi che me ne vada, chiudendoti fuori definitivamente dalla mia vita, questa è la tua unica occasione per parlare» dice impedendomi qualunque ripensamento.

«Ti chiedo solo di non interrompermi e di lasciare da parte la diffidenza» la guardo, sperando in un qualunque gesto da parte sua, che non arriva «e, cazzo, guardami negli occhi» la imploro seguendo attentamente i suoi gesti.
Lentamente si gira verso di me e incatena il proprio sguardo al mio, rendendomi difficile anche il solo respirare.

«Sin da quando sono piccolo ho ricevuto un unico esempio di sentimento prevalente nell'amore tra persone adulte: la possessività» inizio a parlare senza smettere di guardarla, vedendo i suoi occhi completamente persi «mio padre è sempre stato molto attento alle azioni di mia madre, soprattutto fuori casa e, ogni volta che ne ha avuto la occasione ha sottolineato che la propria donna vada sempre controllata» ripeto questa frase col suo stesso tono, virgolettandola con le mani.
«A causa sua, ho sempre pensato che quello fosse il modo giusto per amare una persona» proseguo vedendola agitarsi sul posto.

«Diamine Harry» mi interrompe, passandosi ripetutamente le mani sul volto «crescendo e avendo esperienze non ti è mai passato per l'anticamera del cervello che ci fosse qualcosa di sbagliato in quel comportamento?» mi domanda, incredula, dopo le mie parole.

Scuoto la testa «non ho mai avuto relazioni serie, ho sempre preferito scopate occasionali e raramente incontri sessuali ripetuti con la stessa persona» le spiego vergognandomi per il mio atteggiamento «il problema è che a queste ragazze la mia gelosia/possessività piaceva» ammetto accorgendomi del suo profondo disappunto «quindi non ho mai avuto modo di capire quanto questo fosse sbagliato, prima di incontrare te» ribadisco, rimanendo in silenzio qualche secondo, per darle spazio.

«Sicuramente la situazione non è migliorata, riguardo al mio ideale sull'amore, quando sono stato molestato da quella donna e la mia famiglia, colpita dalla separazione dei miei genitori e l'arrivo del mio patrigno, mi ha ripudiato» concludo il mio discorso limitandomi a guardarla.

Rimane in silenzio per alcuni minuti, probabilmente rielaborando le informazioni ricevute.
Improvvisamente alza di nuovo lo sguardo nel mio e parla «dovrei odiarti» inizia facendomi mancare l'aria «ma nonostante io mi sforzi di farlo non ci riesco» ammette, facendomi poggiare una mano sul petto, per il sollievo.

Mi accarezza delicatamente la guancia e «ho bisogno di stare lontana da te per un po', almeno emotivamente» spiega lasciando il palmo contro la mia guancia, mentre il mio respiro si ferma «ma lavorativamente continuerò ad occupare il mio posto» dice e io non posso fare a meno di sentirmi sovrastato e scoraggiato da quello che ho causato.

«Io-» cerco di dire prima di essere interrotto dalla sua mano che si posa sulle mie labbra.

«Ti chiedo cortesemente di non dire nulla» inizia a parlare prendendo un profondo respiro che mi fa capire quanto stia faticando a parlare in questo momento «ho cercato di essere il più gentile possibile, per favore non aggravare la tua situazione» termina allontanandosi velocemente da me e risalendo, in silenzio, in macchina.

Mi concedo alcuni minuti di tempo per pensare.
Non posso farla innervosire ulteriormente, quindi ora devo lasciar perdere, ma nei prossimi giorni cercherò di farla riavvicinare a me.
Salgo in macchina e ripartiamo, arrivando molto velocemente a casa sua.

Restiamo avvolti in un silenzio quasi imbarazzante per qualche minuto fino a quando lei non si gira verso di me, mi lascia una carezza e, senza proferir parola scende dall'auto raggiungendo casa propria.

Mai come in questo momento mi sto rendendo conto di quanto io sia stato stupido nel trattarla in questo modo, ma soprattutto mi rendo conto di aver perso qualcosa di realmente importante per me.

*
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo, che ancora non era stato scritto perché avevo previsto le cose in questo modo.
Spero che questo capitolo vi piaccia, nonostante vediamo un loro ennesimo allontanamento, inevitabile direi.
Nei prossimi capitoli cercheremo di capire cosa i nostri due innamorati pensano e vedremo come Harry si impegnerà per riconquistarla.

Ma la vera domanda è davvero si impegnerà per fare qualcosa o accadranno cose che necessariamente li faranno tornare più uniti di prima?
Non posso dirvi nulla, ho già parlato troppo.

Ci leggiamo presto,
~Car.

Proteggiti da me, se sai come fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora