46 - Attrazione

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Non è il viso che colpisce, ma le espressioni.
Non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove.
Non è spesso l'aspetto fisico che ci attrae, ma sono i modi di fare di una persona.

- Marilyn Monroe

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Pov's Harry

La luce s'infrange sul delicato volto di Eloise che si stringe al mio corpo non appena percepisce il mio più flebile movimento.
Sono intere notti che, a causa della mia fatica a razionalizzare le notizie ricevute, mi addormento con molta difficoltà guardando la sua espressione serena e la cura con cui costantemente una sua mano si trova poggiata sul ventre sempre più pronunciato.
Dicono che la notte porti consiglio, ma quest'ultimo finirebbe malauguratamente per essere dimenticato se si lasciasse spazio al riposo ed è forse per questo motivo che le migliori dichiarazioni le abbiamo confessate alla luna, occhi dentro occhi infondendoci una sicurezza che prima non avremmo mai potuto vantare di avere.

Vengo ridestato dai miei pensieri dallo squillare del telefono.
Con uno scatto mi avvicino al comodino per fermare quel suono infernale, impedendo alla mia donna di svegliarsi disturbata da questa suoneria composta dalle sue mille risate.
Prima di rispondere controllo il mittente e, la scritta presente sullo schermo, mi costringe a iniziare a sudare freddo.
Premo sulla cornetta per accettare la chiamata e rimango colpevolmente in silenzio, facendo percepire unicamente il mio respiro «Har lo so che ci sei» dice e dopo anni sento nuovamente la sua voce, brividi.

«Non volevamo farti del male» prosegue e, senza attendere una mia risposta «vorremmo cercare di riallacciare i rapporti» termina, lasciando circolare nell'aria le parole non dette.
Silenzio.

«Hai ragione, non ci siamo minimamente comportati come una famiglia, avevi bisogno di noi e ce ne siamo andati» rincara la dose, mentre inizio a stringere i pugni, guardando l'espressione stranita di Eloise che si è svegliata da qualche minuto.

«Va bene» pronuncio con voce arrochita dalla fatica, tentando di bloccare le sue parole.
Posso percepire il suo respiro fermarsi per qualche secondo a causa della sorpresa «è in programma una serata al mio ristorante» continuo a parlare stringendo le dita di Eloise tra le mie «se vorrete essere presenti ne sarei felice» concludo udendo un singulto provenire dall'altro capo del telefono «ci saremo» conferma, chiudendo la conversazione con voce rotta dal pianto, mentre io ancora scosso poggio il telefono nuovamente sul comodino e mi avvicino alla mia donna.

«Era mia sorella» rivelo, prima ancora che possa farmi domande «ha parlato a nome della mia famiglia, vogliono recuperare il rapporto con me» e ammetterlo ad alta voce è molto più complicato di quanto pensassi «per questo motivo ho deciso di invitarli al ristorante, stasera» finisco di parlare attendendo una sua qualsiasi reazione «se tu sei felice di questo hai fatto bene a seguire il tuo istinto» dice e immediatamente recupero tutta la sicurezza persa durante quel brevissimo scambio telefonico.
«Quanto ti amo» dico per poi avvicinarmi al suo volto e baciarla a stampo, incastrando le dita tra i suoi capelli, per poi farmi spazio sul suo collo e riempirlo di baci a labbra aperte.
Dalle sue labbra esce un flebile gemito di cui mi beo sorridendo leggermente, ma che mi allerta costringendomi a fermare qualsiasi mio successivo gesto per evitare di arrivare a un punto estremamente critico.

«Petite, dobbiamo andare» dico, continuando ad accarezzarle il volto dopo aver bloccato il movimento della sua mano diretta verso il mio corpo.
Inspiro dal naso e, cercando di mantenere il controllo «stasera ti scoperò così tanto e così forte che ti ricorderai della mia presenza dentro di te» la provoco spingendola a mordersi il labbro per trattenersi.

Proteggiti da me, se sai come fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora