Pov's Eloise
Trascorsa un'intera settimana in osservazione le infermiere mi consegnano i documenti da firmare per ottenere le tanto agognate dimissioni.
Fortunatamente i bambini stanno bene, il distacco della placenta non ha provocato ulteriori danni interni, ma la preoccupazione comunque non abbandona il volto di Harry nemmeno per un secondo «grazie amore» pronuncio, dopo attimi di silenzio, mentre il mio uomo mi affianca nella preparazione delle valigie «senza di te non saremmo mai sopravvissuti» proseguo e posso sentire, forte e chiaro, il modo in cui un respiro viene risucchiato dalle sue labbra «non dirlo nemmeno per scherzo» afferma con voce roca velocizzando i propri movimenti.
Terminata la sistemazione mi accomodo sulla sedia a rotelle, fornitami dall'ospedale, per raggiungere l'auto in direzione della nostra casa.
Giunti a destinazione, dall'enorme finestra del salotto scorgo un'ombra
«Har credo ci sia qualcuno in casa» dico terrorizzata, sorreggendomi la parte bassa della schiena mentre lui sorride e, senza pronunciare alcuna parola mi fa accomodare nuovamente per sospingermi verso l'entrata.
Il suo atteggiamento mi lascia sospettosa per qualche minuto, dal momento che mi rendo perfettamente conto dell'esagerato rumore da lui compiuto con le chiavi nella serratura, ma il mio timore scompare non appena si mostrano mio fratello e mia madre, che corrono verso di me per stringermi tra le proprie braccia «mi siete mancati tanto» ammetto e con la coda dell'occhio guardo l'uomo dai capelli color cioccolato per ringraziarlo della sorpresa.
Qualche ora dopo aver mangiato e mostrato la camera alla mia famiglia Mason e mi mamà Magdalena mi propongono di uscire per svolgere alcune commissioni, così, sempre accompagnata dal fidato aiuto della mia sedia a rotelle, indosso il cappotto e li seguo andando alla ricerca delle cose che mancano per l'arrivo dei gemelli come il trio che comprende passeggino, ovetto e navicella in uno solo o alcuni vestiti da utilizzare nelle occasioni speciali.
È stato particolarmente divertente passare una giornata in loro compagnia, avevo bisogno di respirare tranquillità, di non vedere più tutti quegli sguardi di pena o dispiacere, ma soprattutto di ridere di cuore quando gli unici due membri della mia famiglia non sono riusciti a mettersi d'accordo sul colore dei peluche da comprare ai piccoli.
Diverse ore, e chiamate costanti di Harry, dopo su mia richiesta torniamo verso la nostra dimora e, una volta mostrati i nostri acquisti al mio ragazzo, chiedo di rimanere sola con lui per potergli parlare.
«Siediti ojos verdes» lo invito, immaginando una concitata reazione conseguente alle mie parole «vorrei essere presente questa sera al ristorante» inizio, ponderando sulle parole da utilizzare «per portare a termine un ultimo servizio con te» e lo vedo il modo in cui stringe i pugni, scuotendo la testa «non puoi chiedermi questo petite» sconvolto pronuncia queste parole, pregandomi con lo sguardo di cambiare idea «sai che non è nelle mie intenzioni mettere in pericolo i bsmbini» chiarisco accarezzandogli la guancia «vorrei solo vivere alcuni giorni protetta tra le pareti della mia consueta normalità prima di allontanarmi definitivamente dal ristorante in attesa del parto» rendo noto il motivo della mia richiesta non percependo alcun cambiamento nel suo atteggiamento «è fuori discussione Eloise» tenta di dissuadermi «rimarrò seduta durante tutto il servizio e mi occuperò solamente di preparazioni rapide, ma ti scongiuro non impedirmi questa cosa» insisto mentre alcune lacrime rigano i nostri volti «non sai come sia stato per me vederti perdere sangue e subito dopo conoscenza, dinanzi ai miei occhi e completamente inerte» singhiozza incapace di sostenere il mio sguardo «ho temuto di perdere in un solo secondo le persone più importanti della mia vita» e mi accarezza delicatamente il ventre sentendo il movimento di uno dei bambini «e per questo ti assicuro che ti sarò riconoscente per la mia intera esistenza» rivelo stringendo le mie dita con le sue «ma non privarmi di quest'ultima occasione» lo prego, sperando che acconsenta «inviterò a cena anche le nostre famiglie, di modo che più persone possano essere presenti per tenermi costantemente sotto controllo» utilizzo il mio asso nella manica, sorridendo leggermente «va bene petite ma dovrai ascoltarmi in ogni momento, senza prendere iniziative di alcun tipo» e di slancio lo abbraccio, racchiudendo il suo viso tra le mie mani per baciarlo.
Qualche momento dopo fa la sua entrata in salotto la mia famiglia e Harry sparisce, dichiarando di dover portare a termine alcune commissioni, così decido di sfruttare il tempo a mia disposizione prima del servizio per metterli al corrente della mia decisione e farmi aiutare nella preparazione.
Circa due ore dopo il ritorno del mio uomo ci ritroviamo pronti, dinanzi alla porta d'entrata, per raggiungere il nostro luogo di lavoro.
Giunti al parcheggio, lasciamo in custodia la nostra auto, mettendoci in cammino verso l'ingresso. Come di consueto la campanellina appesa alla porta annuncia il nostro arrivo, accompagnato da abbracci e sorrisi da parte di tutti i membri dello staff.
«Forza, a lavoro» dico sorridente invitando tutti a prendere il proprio posto, dirigendomi verso lo spogliatoio per indossare la divisa.
«Chef cosa posso fare per lei?» lo sorprendo abbracciandolo da dietro, percependo la pelle d'oca formatasi sulle sue braccia al passaggio delle mie dita
«prepari le verdure d'accompagnamento al filet à la bourguignon» risponde, rimanendo al gioco mentre si sposta per poggiare le labbra sulla mia fronte per poi raggiungere i fornelli mettendo a cuocere la carne.
«Eloise ho bisogno del tuo aiuto» richiama la mia attenzione asciugandosi il sudore dalla fronte «dovresti iniziare a occuparti dell'impasto dei budini» dà indicazione spingendomi verso il bancone «come sta andando?» domando approfittando della sua vicinanza, percependo la pressione provata dal mio uomo sia per il servizio che per la mia presenza in cucina «non perdiamo tempo ma petite, avremo più tardi la nostra occasione per rilassarci» conclude pungente, stringendomi la carne dei fianchi tra le proprie dita.
A
STAI LEGGENDO
Proteggiti da me, se sai come fare
FanfictionAmos Eckert è uno chef di fama mondiale che porta con se un fardello complicato da sostenere. Eloise Àlvarez, la sua nuova sous-chef, dovrà convivere con un Amos indisponente, tenebroso e scorbutico che le complicherà la vita al punto tale da costri...