Quando una cosa mi dispiace, la lascio perdere o la miglioro.
-Johann
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Pov's Harry
Dopo l'uscita di scena di Eloise ho dovuto occuparmi da solo della cucina, ricevendo aiuto dal garzone.
In questo momento, una volta terminato il servizio, non sono in grado di quantificare la mia rabbia.
Sono sicuro che stia tentando di sfidarmi, ma sfortunatamente uscirà profondamente ferita da questo gioco.Passo diversi minuti in silenzio, mentre mi trovo seduto nel retro, lasciando la mia sigaretta spegnersi senza aver fatto nemmeno un tiro.
Non posso fare a meno di ripensare agli eventi della giornata e una minuscola parte di me si domanda "ho fatto la cosa giusta?".Accendo un'altra sigaretta e dopo qualche minuto sento la voce di Penelope chiamarmi, così la spengo sotto al mio piede ed entro in cucina, notando il suo sguardo rivolto a me.
In questo momento sarebbe capace di fulminare ogni singola persona sul suo cammino.
«Mi pequeño eres un idiota» dice facendo uscire il fumo dalle orecchie «quella ragazza sta cercando di ottenere rispetto da te e tu non fai altro che ripagarla con modi sgarbati e offese» fa una pausa sapendo che quello che sta per dirmi non mi piacerà «e tu H sai essere migliore di ciò che sei diventato dopo l'accaduto» dice terminando il suo discorso.Sospiro e prima di rispondere passo nervosamente le mani tra i capelli «non sono cose che ti riguardano» dico cercando di essere convincente.
«Ti sbagli mi niño» dice accarezzandomi una guancia «sono stata la cosa più vicina a una madre per te in questi ultimi anni, e non ti permetterò di allontanare anche me nello stesso modo» ammette mentre una lacrima le riga il viso «e mi meraviglio di te, che sai benissimo cosa accade quando si invade la sfera personale di altri esseri umani, con insinuazioni totalmente false» dice lasciandomi nuovamente solo mentre un brivido mi percorre la schiena e io immediatamente corro ai ripari.
Raggiungo il bancone del bar, prendo un bicchiere e secondo dopo secondo mi servo vodka e rum di continuo, finendo completamente ubriaco a cercare il mio telefono per scrivere un messaggio."Dinsno patkiano*" e invio per poi chiudere il ristorante e tornarmene a casa.
La luce del giorno successivo illumina il mio viso e disturba il mio sonno facendomi alzare di malavoglia con uno scatto.
Non l'avessi mai fatto.
La testa inizia a girarmi e, oltre a sentirmi indolenzito per lo sforzo fisico fatto nella piccola palestra di casa mia, sento una sensazione di nausea invadere il mio corpo che mi costringe a correre verso il bagno e rigettare tutto ciò che ho ingerito la sera precedente.
Idiota.Una volta sicuro di non dover più vomitare tampono il sudore dalla mia fronte e, dopo aver preso una compressa per il mal di testa, mi dirigo velocemente in doccia.
Completamente asciutto e vestito accendo una sigaretta e raggiungo il ristorante a piedi.Non appena Penelope mi vede entrare si avvicina e, con una mano sul mio volto «cosa diavolo hai combinato?» mi chiede con sguardo preoccupato mentre io allontano la sua mano dal viso e raggiungo la cucina.
Una volta lì ricordo che questa sera avremmo avuto tra gli ospiti un critico culinario, quindi avrei dovuto necessariamente chiarire la questione con Eloise.
Non potevo permettermi alcun errore.
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Proteggiti da me, se sai come fare
FanfictionAmos Eckert è uno chef di fama mondiale che porta con se un fardello complicato da sostenere. Eloise Àlvarez, la sua nuova sous-chef, dovrà convivere con un Amos indisponente, tenebroso e scorbutico che le complicherà la vita al punto tale da costri...