UNDICI

741 59 54
                                    

Alessandro

Mangiamo sereni le nostre pizze, gentilmente supervisionate da Leo e Azzurra, due tiramisù, una fetta di cheesecake, una coppa di gelato e senza rendercene nemmeno conto restiamo a chiacchiere fino alle dieci inoltrate.

Azzurra si addormenta accoccolata a Leonardo, lui le accarezza dolcemente la testa castana scura, cullandola.

Non ho mai visto scena più bella, il mio ragazzo è davvero speciale, penso guardandoli.

«Dovremmo andare» sussurra Andrea chinandosi su Azzurra per prenderla in collo.

Leo si alza depositando la scricciola nelle braccia della madre che emette un piccolo verso di dolore.

«Posso?» chiedo avvicinandomi a lei.

«Non è necessario, davvero» risponde.

«Non sarà pesantissima ma hai davvero una brutta faccia» la incalzo.

«Mi sono fatta male alle schiena oggi a lavoro» risponde con una smorfia di dolore.

«Dai la prendo io e vi accompagniamo a casa» dico prendendo in braccio Azzurra.

Il suo corpicino caldo si accoccola tra le mie braccia, poggiando la sua testolina sulla mia spalla, annuso piano l'odore di shampoo all'albicocca e bambina, riportandomi indietro di qualche anno a quando anche il mio cucciolo si rannicchiava così su di me.

Usciamo dalla pizzeria e l'aria frizzante primaverile ci invade, copro con i lembi del mio giubbotto di pelle il corpicino di Azzurra impedendole così di prendere freddo.

Andrea mi guarda sbalordita e sorride accarezzando la testa della figlia.

«Abitiamo qui vicino, giuro» mi dice a disagio.

«Non ci sono problemi davvero» dico sorridendole.

«Babbo, ho sentito dei miei amici sono qui vicino a prendere un gelato, posso andare?» mi chiede Leo.

«Certo, ti chiamo quando torno verso la moto ok? Stai attento però» lo incalzo.

«Sempre babbo. Ciao Andrea è stato davvero un piacere conoscervi» dice sorridente e si abbassa a depositare un bacio sulla testolina di Azzurra.

Il mio cuore perde un altro battito, se continua ad essere così tenero non arrivo ai quaranta, è sicuro.

Si allontana nella direzione opposta, lasciandoci da soli di nuovo.

«Sicuro che non ti pesi?» mi sussurra Andrea accarezzandomi un braccio.

«Tranquilla, ero abituato a Leonardo» dico sorridendo.

«È stato meraviglioso con lei, sembravano in perfetta sintonia» dice arrossendo.

«Mi ha sorpreso anche a me, non lo avevo mai visto così con un'estranea e non sapevo avesse il desiderio di avere una sorellina» ammetto imbarazzato.

«Ci sorprendono sempre» dice fermandosi e fissandomi con i suoi occhioni neri.

«Azzurra è dolcissima, nonostante il suo caratterino, ti darà un bel d'affare» dico.

«Sì, lo è. E si, è impegnativo essere la sua mamma da sola, ma ogni volta che i suoi occhioni si posano su di me e mi sorride, mi ripaga di tutte le fatiche» mi dice emozionata.

«Non potrei essere più d'accordo, anche se sono terrorizzato dall'adolescente che ho in casa, quando sono così cuccioli paradossalmente è più facile» dico sospirando.

«Preparati, Leonardo infrangerà molti cuori, è già così bello, ti somiglia molto» e si pente immediatamente di quello che ha detto.

«I-io... non...» cerca di rimediare.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora