TREDICI

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Andrea

Ho freddo, un dolore lancinante alla schiena mi sta facendo impazzire, mi si è informicolato il braccio sotto Azzurra e anche la chiappa destra.

Lentamente scivolo fuori dal suo letto, ieri sera siamo crollate così insieme, non mi sono neanche tolta i vestiti penso fissando la gonna di jeans che è risalita scoprendo le mie mutandine nere e la maglia, anch'essa nera, a maniche lunghe.

Controllo l'ora le 8.31, è sabato e alle 10.00 dovrei aprire la libreria, ma in questo momento non ho la testa per fare niente, così scrivo velocemente a Marti.

Andrea⚡️: Marti scusami l'ora, oggi non ho la testa per lavorare. Scusami 😭 Ti lascio le redini del negozio, chiudi pure per pranzo e prenditi il sabato pomeriggio libero. Io porto Azzurra al mare abbiamo bisogno di staccare, poi ti racconto. Grazie di tutto amica mia♥️

Marti 🦋: Ei, non preoccuparti, penso io a tutto. Tutto ok? Che è successo? Cornettino prima che apra? A che ora pensavi di partire?♥️

Andrea⚡️: Magari...Devo preparare un minimo un cambio e svegliare Azzurra, ha dormito poco piccola stanotte quindi non voglio tirarla già dal letto.

Marti 🦋: Son già per strada. Arrivo♥️

Andrea⚡️: Grazie♥️

Martina si presenta a casa mia venti minuti dopo, con due cappuccini fumanti e cinque cornetti alla crema e al cioccolato.

«Sai di essere la migliore vero?» dico abbracciandola stretta.

«Ei piccola, ma che è successo? Hai una faccina» mi risponde accarezzandomi i capelli e asciugando una piccola lacrima che scappa dall'argine del mio occhio destro.

«Non lo so nemmeno io...» riesco a dire tremante e così le racconto tutto, della notte con Alessandro dopo il Pump, della sera precedente, di Azzurra e il suo dolore, di me e la mia fottuta paura di non essere abbastanza per lei e di lui che mi ha stravolta con quel solo bacio.

«Porca puttana».

«Lo so» dico passandomi le mani nei capelli.

«Non voglio fare l'ingrata ma cosa aspettavi a raccontarmi tutto? Voglio dire ok è successo ieri, ma del Pump... parliamo di una settimana fa. UNASETTIMANAFA, mi hai scritto ho passato la notte con l'architetto e fine» scandisce con fare scenico.

«Mi vergognavo» ammetto a disagio.

«Di me? Cazzo Andre ti ho raccontato anche quante volte sono venuta con Matteo dai».

«No, mi vergognano di me...»

Martina mi guarda con i suoi occhioni blu spalancati.

«Piccola non hai fatto niente di sbagliato, niente. Sei una donna e mamma incredibile, stai crescendo una bambina da sola e stai facendo un capolavoro. È normale che le manchi il padre, ma non è perché tu non sei abbastanza, non pensarlo nemmeno per scherzo, è solo perché vede tutti i bimbi che hanno entrambi i genitori e si domanda perché lei no e ci soffre».

«Mi sento così sola... quando ha detto quelle cose ieri...» singhiozzo cercando di contenere le lacrime «mi ha chiesto perché Alessandro non può essere suo babbo e se io posso essere la mamma di Leonardo visto che lui non ce l'ha...e poi che cazzo vuol dire che non ce l'ha? Alessandro non si è mai aperto con me» concludo cercando di recuperare il ritmo normale del respiro.

«E se avesse ragione?» chiede Marti seria.

«In che senso?»

«Nel senso che se fosse davvero Alessandro la persona giusta per te? La persona che si prenda cura di voi e di cui tu ti prenderai cura, colmando le mancanze reciproche che avete. Pensaci non siete poi così diversi...» sorride sincera.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora