SESSANTA

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Andrea

Mi sveglio di soprassalto e sudata fradicia, ho fatto un sogno tremendo. Inspiro ed espiro, cercando di tornare lucida. Oggi arriva Stefano e si incontrerà con Azzurra. E io non sono decisamente pronta per questo slancio di presenza nella sua vita. Lui ha scelto di non esserci per lei e poteva continuare a fare così, ma no... ora che si è sposato deve dimostrare alla mogliettina che lui è un padre modello, ma se pensa che lo lascerò da solo con lei si sbaglia di grosso.

Lei è mia e lui non deve toccarla, né avanzare pretese che non gli appartengono. È scappato una settimana dopo che gli ho detto che ero incinta, che mantenga la sua posizione e non rompa i coglioni.

Sospiro, devo essere più buona per Azzurra, lo so.

«Mi hanno svegliato gli ingranaggi del tuo cervello in movimento» sussurra Alessandro al mio fianco stiracchiandosi.

«Scusami...» mugolo accoccolandomi contro il suo petto.

«Amore lo so» dice stringendomi forte «sei in tensione, ma l'affronteremo insieme, non vi lascio da sole».

«Grazie. È solo che ho paura, non voglio che la faccia soffrire o che la illuda inutilmente».

«Gli spezzo le gambe se è necessario, non surferà nemmeno con il pensiero quel figlio di puttana» dice improvvisamente serissimo.

«Non è necessario, ma grazie» dico baciandolo dolcemente.

«Buongiornoooo» urla Azzurra spalancando la porta e fiondandosi nella mia camera, iniziando a saltellare sul letto.

Devo imparare a chiudere a chiave la camera quando Alessandro rimane a dormire qui.

«Vieni qui piccolo mostro» dice Ale acchiappandola e tirandola giù. La abbraccia e la riempie di baci mentre lei si accoccola contro il suo petto nudo rubandomi il posto.

«Profumi di buono» dice dolcemente stringendolo.

Ogni volta che li vedo così un pezzo del mio cuore si scioglie come un ghiacciolo al sole.  Sembrano fatti l'uno per l'altra, si incastrano alla perfezione come due pezzi dello stesso puzzle.

«Tu invece puzzi» ribatte lui facendole il solletico.

Le loro risate sono il suono più bello che potrei mai sentire.

«Che ci fai già sveglia?» chiedo alla piccola peste nel mio letto.

«Sono agitata» dice rabbuiandosi appena.

Alessandro le poggia due dita sotto il mento per farsi guardare «Non devi preoccuparti di nulla, io e la tua mamma rimarremo insieme a te. Non ti lasciamo nemmeno un secondo e quando vorrai andare via ti basterà dirmi "pappagallo giallo" e io capirò che è il momento dei saluti. Ok?» le dice sorridendole.

«Ok... grazie» risponde lei con la vocina tremante.

«Ora basta con questo muso lungo, voglio vedere un sorriso. È una bellissima giornata oggi» dico avvicinandomi a lei e fissandola nei suoi occhioni blu.

«Sì» risponde buttandomi le braccia al collo.

«Leo?» chiede Alessandro guardandoci.

«Sta preparando la colazione» risponde Azzurra tornando improvvisamente serena.

«Cosa? Mio figlio? Lo stesso Leo che non butta nemmeno la pasta?»

«Sì, te lo giuro. Fa le crepes, ha detto» dice Azzurra portandosi una mano sul cuore.

«E lo hai lasciato da solo?» chiedo fingendo panico.

«Oddio mamy, hai ragione!» dice scattando «vado a controllarlo, non vorrei che desse fuoco a tutto».

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora