SESSANTASEI

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Andrea

Un trillo costante e martellante tenta di riportarci alla realtà dal mondo dei sogni nel quale siamo sprofondati. Allungo a occhi chiusi una mano verso il comodino, o almeno spero ci sia un comodino altrimenti non mi spiego sto rumore. Tasto alla ricerca di quello che ormai ho capito essere un Iphone posseduto da un'orchestra sinfonica unita a un martello pneumatico.

Continuo a vuoto la mia ricerca sul comodino, e costretta apro gli occhi. DEVO FAR SMETTERE QUESTO TELEFONO.

«Porca troia» biascica Ale girandosi verso di me ed estraendo il mio Iphone da sotto la sua schiena.

«È Stefano» dice porgendomi il telefono con un occhio chiuso «Cazzo, il risveglio peggiore del mondo».

Rispondo e la voce della mia bambina mi spacca i timpani tempestandomi di domande.

«MAMMAAAAA! Mi manchi tanto! Ciao! Come stai? Dove sei? Dov'è Ale? Il nonno di Leo? Quando torni? Mamma?»

«Amore... piano, piano. Una domanda per volta» dico massaggiandomi le tempie.

«Mamma? Stai bene? Hai la voce strana».

«Sì, nana. Tutto bene, sono solo stanca. Io e Ale stavamo riposando, abbiamo passato tutta la notte in ospedale, senza dormire mai, e siamo un po' stanchini».

«Senza dormire mai?» chiede curiosa.

«Sì, nemmeno un minuto. Aspetta che ti metto in vivavoce che Ale vuole salutarti» dico dando voce ai cenni che mi stava facendo il bellissimo uomo di fianco a me nel letto che si stiracchia.

«Piccola» dice con quella sua incredibilmente sexy voce da appena svegliato che fa tremare ogni mia cellula.

«Babbo! Ciao! Come stai? Come sta il nonno di Leo, sempre bene?» vedo Ale ridere. Lui è babbo, ma suo padre è comunque il nonno di Leo, mia figlia è pazza.

Una voce bassa e in sottofondo dice piano «Non devi chiamare lui così», spero con tutto il mio cuore che Alessandro non abbia sentito, ma sono un'illusa perché se l'ho sentito io, lui non è sicuramente da di meno, ma contro ogni pronostico glissa su quell'affermazione di Stefano e continua a parlare con Azzurra.

«Noi stiamo bene, domani torniamo a Roma, e dobbiamo dirvi una cosa importante a te e a Leo, quindi non prendere impegni per cena eh?» dice scherzando.

«Ok. Non credo di avere in programma nulla di che» risponde stando al suo gioco.

«Grazie eh! Ora non mi considerate più» dico fintamente offesa.

«Com'è andata a scuola? Leo?» chiedo.

«Tutto bene mamy, abbiamo fatto la lezione sulla tundra. Un posto stranissimo. Leo ha calcio dopo, ci vediamo direttamente a cena con zio Tommy e Claudia» dice tranquilla.

«Te stai bene piccola?»

«Sì, mamma. Mi manchi ma domani ci vediamo»,

«Anche tu mi manchi nana».

«Mamy scusa! Io adesso devo scappare però... devo andare con Stefano e Martina ai giardini» dice ridendo.

«Ok... ciao amore».

«Ciao piccola!».

«Ciao babbo! Ciao mamma» dice prima di agganciare.

«Ben svegliata» dice Alessandro tornandosi a concentrare su di me. È appoggiato alla testiera del letto con le braccia dietro la testa, coperto solo dal un lenzuolino bianco. Deglutisco vistosamente alla sua vista.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora