CINQUE

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Alessandro

Verso le dieci Claudia se va, lasciandomi solo con i miei pensieri, apro Instagram e scrollo la home più per noia che per curiosità. È un tripudio di belle ragazze, culi e tette, cazzo devo assolutamente tenere lontano Leo dal mio telefono, penso sospirando.

Inserisco il suo nome nella barra di ricerca: Camilla Sensi e la riconosco subito, profilo privato. Infame maledetta.

Nella barra di ricerca inserisco un altro nome "Il paradiso di Clara", nessun profilo corrispondente, ma è geo localizzato e sbircio qualche foto dei clienti. Come si fa a non avere Instagram nel ventunesimo secolo? Anche mia nonna ce l'ha.

In una foto la vedo sorridere abbracciata ad altre persone e riconoscono la ragazza che era con sua figlia e come il peggiore degli stalker mi metto a cercare eventuali tag, like o follower e alla fine la trovo.

Andrea De Angelis. Ovviamente ha il profilo privato, ma trovo anche Martina la sua amica che invece ha il profilo pubblico. Bingo. Martina Marchetti, salvata.

Le chiavi nella serratura mi distraggono dalla ricerca imbarazzante, blocco l'Iphone, lo getto sul divano e vado incontro a Leo.

«Ciao babbo, che succede?» mi chiede subito «Perché non sei venuto a prendermi te? È morto qualcuno? I nonni?» continua impaurito.

«Ciao amore. No, non è morto nessuno. I nonni stanno benissimo, tranquillo. Vieni con me Leo, sediamoci un attimo» gli dico indicando il divano e cingendogli le spalle, cazzo ormai è quasi alto come me.

«Babbo smetti di chiamarmi amore, non sono più un bambino» e continua «Tu stai bene?» mi chiede terrorizzato, lanciando via la borsa del calcio.

«Io sto bene. Non ti preoccupare» cerco di tranquillizzarlo.

«Non stai per morire vero?» mi chiede terrorizzato.

«Non sto per morire, almeno spero» rispondo sorridendo e toccandomi le palle, non si sa mai.

Ci sediamo sul divano, Leo con i suoi occhioni verdi, da sotto i capelli spettinati castano chiaro mi fissa nel panico.

«Cominciamo per gradi. Oggi è successa una cosa, non cambierà niente da tra noi, niente lo cambierà mai, lo sai vero? Babbo tuo ci sarà sempre qualunque cosa tu decida di fare, io ti appoggerò e ti sarò accanto. Ti amo più di qualunque altra cosa, non dimenticarlo mai» dico commosso, lui annuisce e continuo «Oggi ho incontrato Camilla a Trastevere per caso» dico.

Spalanca gli occhi «Mamma è a Roma?» mi chiede.

«Sì» rispondo.

«Come? Perché? Che hai fatto?» mi domanda.

«Sinceramente nulla, ero terrorizzato, sono scappato via e mi sono nascosto in un negozio di libri. Sono dodici anni che non la vediamo... mi ha colto alla sprovvista» ammetto imbarazzato.

«Ci credo. Va avanti» mi intima, poi mi zittisce e mi spiazza chiedendomi «Te come stai?»

Annuisco, sospiro e glisso la sua domanda.

«Sono stato a cena con zia Clau, per questo ti ho mandato a cena da zio Lore, perché dovevo parlare un po' con lei, avevo bisogno di fare un po' chiarezza e insieme l'abbiamo chiamata».

«Hai chiamato mamma?» urla stupefatto.

«Sì» confermo.

«Che vuole da noi? No no, non è possibile» dice incredulo.

«Niente, stai tranquillo» cerco di tranquillizzarlo.

«Quindi si limiterà a esistere nel nostro immaginario come ha sempre fatto? O finalmente compirà qualche azione da presunta madre?» mi chiede severo.

Detesto che mio figlio sia così cinico nei suoi confronti, ma non riesco a biasimarlo.

«Lei vorrebbe incontrarti...» dico piano.

Silenzio.

«Non sei obbligato, lei lo sa. Le ho detto di non sperarci troppo che non ti avrei forzato, deve essere una decisione solo tua» cerco di rassicurarlo.

Silenzio.

«Prenditi tutto il tempo che vuoi per pensarci, non hai fretta, ha aspettato dodici anni, qualche giorno non l'ammazzerà».

«Non lo so babbo. Tu verresti con me? Ho paura» mi terrorizzato.

«Certo» rispondo sicuro.

«Ce la faresti?» chiede titubante.

«Stai scherzando? Per te... mi butto anche nel fuoco» confermo.

«Grazie babbo» risponde.

Sorrido e abbraccio il mio bambino, ormai un po' cresciuto e mi preparo a sganciare la bomba più grande di tutte.

«Non ho finito...» ammetto triste.

«Eccoci... ora magari mi dici che ti sposi te» dice Leo passandosi una mano nei capelli umidi.

«Scemo! No che non mi sposo, ho un figlio comico altroché. Comunque sono passati tanti anni... e a differenza mia, mamma non è più da sola, ha un compagno...» cerco di dire.

«E? Perché non hai finito vero?» mi chiede impaurito.

«E ha due figli» concludo.

Un brivido attraversa i nostri corpi e una lacrima riga la guancia destra di Leonardo.

Lo vedo farsi forza e ricomporsi, cosa che nemmeno io sono riuscito a fare con così tanta dignità, che difatti sono scoppiato a piangere tra le braccia di Claudia.

«Ok...» riesce a dire.

Lo abbraccio stretto e lo sento singhiozzare sulla mia spalla.

«Andrà tutto bene amore mio» gli sussurro piano «Non ti lascerò mai, saremo sempre io e te contro il mondo, non dimenticartelo mai».

Tira su con il naso, mi fissa con i suoi occhioni verdi-blu, gli scosto i capelli dalla fronte e guardo il mio bellissimo bambino, ormai ragazzo che fa a pugni con il suo dolore, e cerca di essere forte per me.

Detesto vedere mio figlio ridotto così, detesto vedere mio figlio ridotto così per colpa di sua madre.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora