VENTICINQUE

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Andrea

Varco la soglia del mio negozio, inspirando il profumo dei libri nuovi e di verbena sprigionato dai piccoli diffusori per ambiente sparsi qua e là.

Quattro scatoloni immensi aspettano solo di essere aperti, così da far venire alla luce i nuovi scritti che contengono, pronti per essere posizionati in vetrina e sugli scaffali.

Devo anche finire di organizzare tutto per l'evento che avremo sabato pomeriggio, ci sarà la presentazione di un nuovo romanzo rosa, l'autrice è una ragazza super carina e gentile che è alla pubblicazione del suo primo libro con una piccola casa editrice indipendente di Firenze. Carlo mi ha convinta, complice quella maledetta di Martina, a fare un evento in grande stile, così dobbiamo tirare a lucido tutto il negozio.

Hanno deciso, perché nonostante io sia la proprietaria ormai non conto più nulla, di organizzare prima una presentazione classica con letture, domande, firma copie, per poi allestire un'apericena nella corte interna.

Devo ammettere che sono elettrizzata, nonostante fossi restia all'inizio, di questa nuova iniziativa e non vedo l'ora sia sabato, anche se il lavoro da fare è davvero tanto, in primis cercare di placare l'animo festaiolo di Martina.

Oggi pomeriggio rivedrò Alessandro, sono terrorizzata all'idea, ma allo stesso tempo aspetto trepidante che siano le tre per raggiungerlo al suo studio, magari riesco anche a dare una sbirciatina ai suoi lavori.

Abbiamo optato per un gelato con una semplice passeggiata, ho un'oretta e mezzo di tempo disponibile, visto che Martina starà in negozio al posto mio, prima di dover andare a prendere Azzurra a scuola.

Inutile dire che stamani ero nel panico più totale per la scelta dell'outfit, casual, ma carino, sofisticato ma sportivo... insomma sono stata trenta minuti davanti all'armadio aperto in mutande.

Alla fine ho optato per una salopette di jeans nera, con t-shirt bianca sotto, stivale alto sotto il ginocchio nero e trench.

Nel dubbio però ho messo un completino intimo aggressivo e molto sensuale, uno di quelli che Marti definisce "da combattimento".

Sono le dieci e posso ufficialmente aprire il negozio, mi avvicino alla porta e giro la chiave.

A gambe incrociate sul pavimento inizio ad aprire il primo scatolone, inspirando i primi libri che tiro fuori.

Ho sempre amato l'odore di nuovo, di stampa e inchiostro che emanano i libri la prima volta che vengono sfogliati.

Mi ricordo quando mi rifugiavo qui da piccola, insieme a nonna Clara, e passavo le ore con lei a leggere e a fantasticare su infiniti mondi e amori sconosciuti e travolgenti.

L'odore della crostata di nonna mi torna in mente e riesco quasi a percepirlo nell'aria intorno a me, riportandomi indietro nel tempo di almeno vent'anni, quanto mi manca la mia nonnina, devo decisamente andare a trovarla a Firenze al più presto.

Intorno alle una, ormai non riesco più a stare ferma, sono insofferente e fisso l'orologio di continuo nella speranza che il tempo passi più velocemente, ho ordinato tutti gli scatoloni, rifatto la vetrina, fatto la lista per sabato, così chiudo il negozio e salgo velocemente a casa.

«Alexa riproduci playlist rilassante da spotify» ordino mentre accendo i fornelli per prepararmi velocemente una piadina vegetariana con mozzarella, pomodorini e melanzane grigliate.

Voglio darmi anche una rinfrescatina prima di andare da Alessandro... non si sa mai cosa può succedere e almeno un bidet è fondamentale in questi casi.

Fisso il mio riflesso nel grande specchio del bagno, i capelli sono lunghi e lisci, la frangia ormai è aperta, a mo' di tendina, ritocco appena il trucco composto solo da mascara nero e un pochino di blush sulle guance. Eviterò il rossetto, giusto per non incappare in nessun incidente diplomatico... dovesse succedere qualcosa.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora