Alessandro
La sveglia suona ripetutamente, prima che riesca a capire effettivamente che è un suono impostato per disturbarmi al fine di risvegliarmi dal mondo onirico che mi ospita. Dopo il messaggio di Andre, inutile dire che il sonno era completamente svanito, lasciando posto solo al suo volto che si è palesato nella mia mente per tutta la notte come un bellissimo film in loop.
Ho dormito poche ore ma di un sonno profondo senza sogni, almeno senza immagini che possa ricordarmi, ma il sorriso con cui mi sveglio è tutto merito suo, del suo dolce ricordo che mi ha accompagnato.
"Babbo! Svegliati! Sei in ritardo!" tuona Leo battendo sulla mia porta.
Da quando in qua si sono capovolti i ruoli?
«Arrivo» biascico distratto, tirandomi su a sedere nel letto.
Un'erezione prorompe in mezzo alle mie gambe, pensando al suo corpo fuso con il mio.
Merda! Stamani non ho veramente tempo per soddisfare il mio compare lì sotto, insaziabile di lei.
Controllo l'ora, sono le poco più delle sette, mi alzo di scatto palesemente in ritardo.
«Alexa, riproduci playlist spotify» ordino alla mia assistenza vocale mentre mi fiondo sotto la doccia, ghiacciata.
Friziono con l'asciugamano i capelli fradici, cercando di togliergli l'acqua, non avendo ovviamente tempo di asciugarli, ci passo le mani in mezzo, mi butto addosso una camicia bianca, un paio di jeans scuri ed esco dalla camera.
«Leo, stamani moto, sennò non arriveremo mai in tempo» esordisco entrando in cucina, accedendo la macchinetta Nespesso e addentando una brioche vuota.
Mio figlio mi fissa con i suoi occhioni verbi-blu come fossi un alieno, continua a scrutarmi il mio viso come in cerca di non so cosa.
«Sei diverso...» dice piano.
«Diverso? Ma diverso come? Sei grullo, dammi retta» dico evitando il suo sguardo.
«Innanzitutto sei abbronzato, hai le guance e il naso rossi. Dove sei stato questo weekend?»
«Al mare, Leo. Te l'ho detto» dico sospirando di fronte all'interrogatorio che mi aspettavo sarebbe arrivato.
«Ma non è solo l'abbronzatura... hai anche un'aria diversa... più felice» commenta continua a scrutarmi.
«Leo lascia perdere e non tentare di psicanalizzarmi. Ero con Matte nulla di speciale, abbiamo preso il sole e cazzeggiato come al solito» mento palesemente.
«Forza ora prendi lo zaino e muoviti, sennò mi tocca farti entrare alla seconda ora e oggi ho un botto di lavoro da fare» dico serio, prendendo il giubbotto di pelle dall'attaccapanni e i due caschi integrali.
«Tu comunque non me la racconti giusta» ribatte Leonardo caricandosi lo zaino in spalla e prendendo il casco nero dalle mie mani.
«Abbozzala!» gli dico bonariamente chiudendo il portoncino marrone scuro di casa e scompigliandogli i capelli scuri.
«Dai! Babbo!» dice irritato dal mio gesto.
«Ah scusami... scompigliato poi non garbi alla tua ragazzina eh?» ribatto ridendo.
«Sei tremendo, ogni tanto penso a chi sia l'adolescente tra noi!»
«Mamma mia come sei serio! Uffaaa! L'umorismo non l'hai proprio preso da me!» dico acido e facendogli una linguaccia.
Saliamo in sella alla mia bambina e ci infiliamo veloci nel traffico romano in direzione del liceo di Leonardo. Riesco a scaricarlo perfino cinque minuti prima del suono della campanella e mi dirigo felice verso il mio studio.

STAI LEGGENDO
Fulmine
Literatura Feminina[⚡️COMPLETA⚡️] 🔞Contiene scene di sesso e linguaggio volgare🔞 Andrea e Alessandro. Azzurra e Leonardo. Due cuori, due famiglie, un futuro. Andrea ha un piccolo negozio a Trastevere, nel cuore di Roma, Alessandro è un architetto che ha deciso di fa...