Andrea
Arrivo davanti alla casa della mia famiglia, lascio la macchina parcheggiata in strada ed esco, inspirando il salmastro che brucia quasi i miei polmoni, dopo due ore di guida senza sosta.
L'aria è calda, il vento porta con sé i profumi di una stagione estiva alle porte.
Adoro questa sensazione, mi fa sentire così bene.
La casa è identica a quando io e Giulio eravamo piccoli, tutto è rimasto esattamente allo stesso posto. È una delle ultime case sul lungomare di Castiglione della Pescaia, in Toscana.
Una villetta indipendente a due piani, comprata dai miei nonni negli anni ottanta per la propria vecchiaia e i nipotini.
È uno dei miei posti preferiti al mondo, un rifugio in mezzo alla tempesta.
È qui che sono scappata quando, dopo aver saputo di aspettare Azzurra, Stefano se n'è andato, lasciandomi da sola ad affrontare la sfida più grande.
I muri bianchi, gli infissi blu scuro, il tetto bordeaux, i grandi alberi che racchiudono la casa su tutti e quattro i lati che permettono di vederci attraverso solo dall'interno.
Le aiuole fiorite, il pratino all'inglese, il grande patio con il dondolo.
E in un attimo torno ad avere dieci anni e Giulio sei, corriamo sul cotto bollente mentre nonno Armando ci chiama per avvisarci che il pranzo è pronto.
Apro la porta d'ingresso, una zaffata di odore di chiuso mi invade le narici. Sono svariati mesi che nessuno viene, penso guardandomi intorno e constatando l'ordine che regna assoluto ma anche la polvere.
Il grande salone si apre davanti a me, i due divani sono coperti da teli bianchi, il grande tappetto con le stelle marine blu è arrotolato in un angolo, la libreria in mogano è colma di libri e guide nautiche della nonna, il tavolo in legno da esterno è ripiegato al muro che da sulla sala da pranzo.
Apro la grande finestra che si affaccia sul patio e lascio che l'aria fresca e la luce entrino a riscaldare questa casa.
Tolgo un telo dal divano più piccolo, sollevando una nuvola di polvere e mi ci abbandono, come abbracciata e cullata da un caro che non vedi da troppo tempo.
Quante notti abbiamo trascorso qui io e Giulio un po' troppo sbronzi per andare su, quante risate, quanti film...
Salgo al piano superiore ed entro in quella che ormai da sempre è la mia camera e adesso anche di Azzurra.
Apro la portafinestra che da sul terrazzo sopra il patio per scacciare questo forte odore di stantio.
La luce invade la stanza mostrandomi il mio letto matrimoniale, il lettino singolo di Azzurra, l'armadio bianco ad angolo e il cassettone della mia vecchia camera di casa dei miei e un mobiletto pieno di giochi di Azzurra.
Sopra la testiera del mio letto un enorme foto mia e di Azzurra di spalle al tramonto troneggia su tutto.
Ce l'ha scattata Giulio, qualche anno fa, quanto mi manca il mio fratellino.
Dopo aver arieggiato tutta la casa, mi cambio velocemente ed esco in spiaggia. Ho voglia di fare una passeggiata e di affondare i miei piedi nudi nella sabbia ancora fredda.
Attraverso la strada, scendo la scala in pietra e sono già in spiaggia, mi sfilo velocemente le All Star, mi infilo le Airpods, premo play e inizio a camminare, lasciando che l'acqua gelida lambisca le mie caviglie e la musica la mia testa.
Arrivo infondo alla spiaggia, vicino all'ingresso del porto, velocemente mi sciacquo i piedi e vado a prendermi un pezzo di pizza, che mi mangio seduta sotto il faro, un forte senso di malinconia mi assale, quante pizzette così ho mangiato quando tutto era più semplice, quando la mia vita era fatta solo di inverni turbolenti, estati felice e esami da dare.

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Fulmine
Literatura Feminina[⚡️COMPLETA⚡️] 🔞Contiene scene di sesso e linguaggio volgare🔞 Andrea e Alessandro. Azzurra e Leonardo. Due cuori, due famiglie, un futuro. Andrea ha un piccolo negozio a Trastevere, nel cuore di Roma, Alessandro è un architetto che ha deciso di fa...