TRENTASETTE

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Alessandro

«Stai meglio?» mi sussurra staccandosi dalla mia bocca con i suoi occhioni scuri.

Annuisco, non so se sono più in grado di parlare dopo questa ondata di emozioni diverse.

«Ti va di mangiare qualcosa? Si è fatta mezzanotte e non abbiamo ancora mangiato nulla, ti farebbe bene» dice accarezzando il mio profilo.

«Un po'» rispondo con voce roca «non sai quanto mi dispiace aver rovinato il nostro appuntamento, ci tenevo davvero tanto».

«Non preoccuparti, siamo insieme ed è questo che conta. Anzi, faremo finta che sia questo il nostro appuntamento, cibo, una bottiglia d'acqua al posto del vino e buona compagnia, non serve altro... per me» dice sorridendomi sincera.

«Davvero?» chiedo emozionato.

«Sì. Mi basti tu».

«Mi è venuta un'idea» dico sorridendo.

«Non vedo l'ora» ribatte stampandomi un bacio sulla bocca.

«Ci alziamo, ce la fai? Mi si è gelato il sedere».

«Sì, no... boh, forse mi serve una mano» dico ridendo nervosamente.

«Il dottore ha detto che devi mangiare leggero ed essendo pure notte direi che farò uno spaghetto al pomodoro, spero ti vada bene» mi dice aprendo il grande frigo.

«È perfetto, tu però non muoverti di qui finché non te lo dico io, ok?» dico prendendo il necessario per apparecchiare.

«Mi devo spaventare Signor Santini?» chiede ridendo.

«Solo il meglio per la mia finta moglie» ribatto ridendo e uscendo zoppicante dalla cucina, sotto una sequela di bonari insulti che mi sta rivolgendo Andrea.

Ho deciso che preparerò un pic-nic sotto le stelle, apparecchiando nella terrazza sul tetto.

Devo solo capire come portare tutto il necessario su per le scale, senza volare di sotto e senza doverle fare tante volte perché non penso di potercela fare.

Agguanto una borsa di stoffa, di quelle per fare la spesa e metto tutto dentro: due cuscini, due plaid, piatti, forchette, bicchieri, una bottiglia d'acqua e i tovaglioli. Così dovrei riuscire a fare un giro solo.

Apro la piccola porticina quasi nascosta in salotto ed entro in un piccolo studio, da lì una scala in legno si alza fino a scomparire nel soffitto.

Dai Ale! Ce la puoi fare! Mi ripeto ogni scalino, mentre fitte lancinanti si irradiano in tutto il mio corpo.

Cazzo se fa male.

Apro la porta blindata ed esco nella terrazza buia, siamo io, le stelle e i tetti di Roma. Inspiro ed espiro godendomi l'aria calda che entra nei miei polmoni. Individuo subito sulla destra l'interruttore e premo il secondo accendendo il piccolo gazebo completamente cosparso di fairylight, sapevo che erano state un'ottima idea.

«Alexa riproduci Primo Appuntamento da Spotify» ordino alla mia assistente manco fossi Tony Stark che parla con Jarvis.

Una musica strana si diffonde per il terrazzo, e mo' questo chi è?

La voce di Gigi D'Alessio arriva alle mie orecchie. ODDIO!

«ALEXA STOP!» urlo spaventato.

Ma che cazzo ho messo?

«Alexa riproduci una PLAYLIST romantica, non Gigi D'Alessio» dico di nuovo.

«Riproduco Playlist Love Pop da Spotify» mi avvisa la voce robotica e Just Give A Reason di Pink parte in sottofondo, decisamente meglio.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora