CINQUANTAQUATTRO

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Andrea

Un profumino di caffè solletica le mie narici ancora addormentate, allungo una mano e il letto accanto a me è tiepido, ma vuoto.

Apro piano gli occhi, riconoscendo ormai questa camera così familiare, sorrido vedendo un piccolo biglietto bianco piegato e depositato sul cuscino.

"Buongiorno amore mio, spero che tu non legga questo biglietto perché vorrebbe dire che ho fatto in tempo a portarti la colazione a letto e svegliarti con i miei baci, ma... se così non fosse... non ti muovere da questo letto! Aspettami che torno tra pochissimo! Ti amo. Tuo Ale".

Affondo la faccia dentro il suo cuscino inspirando il suo profumo buonissimo e sorridendo come una scema dopo aver letto quelle due paroline magiche... ti... amo.

Mi ero quasi dimenticata la magia di essere innamorati, erano passati così tanti anni che non provavo questo sentimento, ma soprattutto avevo così tanta paura di riprovarlo che me lo sono vietato per tutto questo tempo, sono stata proprio una scema. Alessandro si è impossessato del mio cuore, insediandocisi piano piano e adesso? Non riesco più ad immaginare le nostre vite senza di lui.

Azzurra? Oddio ma che ore sono? Penso cercando velocemente il mio telefono sul comodino.

Le 6.30, cosa??? Ma quando mai mi sveglio così presto? Che mi sta succedendo? Quest'uomo mi fa male, devo dirglielo.

Sento dei passi che si avvicinano alla porta e decido di fingere di dormire, voglio davvero vedere cosa farà.

Mi giro, rivolta con le spalle opposte alla porta, chiudo gli occhi e cerco di calmare il mio respiro e rallentare il cuore che martella come un forsennato, sono sicura che Ale lo senta anche dall'esterno.

«Sì!» lo sento esultare pianissimo chiudendo la porta.

Poggia qualcosa sul cassettone e due bicchieri tentennano, sento i suoi passi farsi sempre più vicini e cerco di non ridere.

Si posiziona davanti a me, sento la sua presenza e il suo profumo, non fa niente, ma sento il suo sguardo bruciarmi addosso.

Aspetto un tempo che mi pare infinito e muovo appena una gamba.

«Lo so che sei sveglia... il biglietto non è più sul cuscino» dice divertito e posso vederlo scuotere la testa anche a occhi chiusi.

Merda! Il biglietto!

Apro un occhio, la sua faccia è vicinissima alla mia e mi fissa con sguardo indagatore.

Gli butto le braccia al collo, con una mossa velocissima e lo trascino a letto con me.

«Sei tutta grulla amore mio» dice ridendo e cercando di farmi il solletico, mentre sono a cavalcioni su di lui.

«Tu sarai te tutto grullo» rispondo imitando perfettamente il suo accento fiorentino.

Spalanca gli occhi e si immobilizza, sento però qualcun'altro muoversi più in basso.

I suoi occhi verdi si incendiamo di passione, mordendosi il labbro inferiore «Quando cazzo sei sexy?» chiede sconcertato.

«Con la tua maglietta addosso o quando parlo con il tuo accento?» chiedo divertita.

Annuisce piano, non staccando mai gli occhi dai miei, mi attira e mi bacia prepotentemente.

«Voglio che mi parli sempre così» dice autoritario.

«Così come?» chiedo ridendo per il solletico che mi sta facendo.

«In fiorentino» ammette spogliandomi piano della sua maglietta nera.

«Ale... ci sono i ragazzi di là» lo ammonisco, abbassandogli però i boxer.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora