TRENTOTTO

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Andrea

Un tremendo senso di déjà-vu mi invade quando apro gli occhi e fisso il soffitto bianco, la tenue luce bianca entra dalla finestra alla mia destra, dalle tende color crema. Alzo il lenzuolo e questa volta sono completamente nuda, non ho nemmeno la maglietta che mi copre un minimo. Mi volto a sinistra e vedo Alessandro nudo che dorme tranquillo, con una leggera smorfia di dolore dipinta sul volto.

Ripenso immediatamente alla prima volta che mi sono svegliata qui e sono corsa via in cerca delle mie mutande e della mia dignità. Sembra passata una vita e non poche settimane.

Potrei alzarmi e preparargli la colazione da portargli a letto, ma non voglio che si svegli senza di me, questa volta voglio restare.

Controllo l'ora, sono le undici, accarezzo dolcemente la sua fronte imperlata di sudore e il suo profilo dritto, soffermandomi sulle sue labbra piene e rosse.

Come si fa a essere così belli di prima mattina? Penso imprimendo nella mia mente ogni centimetro del suo volto, ogni piccola ruga, ogni lentiggine.

«Non sapevo fossi una fissatrice seriale» biascica a occhi chiusi.

Merda!

«'Giorno» sussurro imbarazzata, dal momento che sono stata colta in flagrante a rimirare il suo volto.

«Buongiorno piccola» risponde aprendo gli occhi verdi che mi incantano e mi confondono sempre.

«Sei bellissima» dice cercando di avvicinarsi a me per darmi un bacio, prima di essere bloccato da una smorfia di dolore.

Mi avvicino io e lo bacio dolcemente.

«Non ho il coraggio di muovermi, mi fa male tutto» dice piano sconsolato.

«È normale Ale, ora ti preparo una bella colazione, poi ti do le medicine e vedrai che piano piano riuscirai alzarti... alle brutte rimaniamo qui accoccolati tutto il giorno» rispondo ridendo.

«Potremmo vederci un film» dico indicando il televisore a schermo piatto appeso al muro ai piedi del letto.

«Rimani nuda?» mi chiede malizioso, accarezzando il mio fianco.

«Non penso tu abbia la forza di farlo oggi» ribatto ridendo.

«Non mi sfidare... sono disposto a sacrificarmi per fare l'amore con te oppure potresti fare tutto te» abbassa lo sguardo timido dopo aver pronunciato queste parole.

«Ah si, eh? Non pensavo che nei miei compiti da infermiera ci fosse anche assecondare i suoi appetiti sessuali» dico fintamente offesa.

«Signorina» ribatte scioccato «era il primo nella lista, forse deve revisionare il suo contratto» conclude ridendo.

«Sei proprio scemo» dico ridendo.

«Oh sì! Non solo... sono pazzo! Pazzo di te!» dice afferrandomi e attirandomi verso di lui.

Accarezzo delicatamente il suo petto muscoloso, cercando di essere più leggera possibile per non fargli male, ha un grosso livido viola che si sta espandendo sulla spalla destra, non oso guardare il resto del corpo.

«Ti fa tanto male?» chiedo dandomi della stupida per la domanda idiota.

«Non lo so, se mi muovo fa male tutto, quindi preferisco non scoprirlo» dice mesto.

«Ok, vado a preparare la colazione, ti prendo l'antidolorifico e l'arnica così te la spalmo sui lividi»

«Dovrei farci il bagno dentro mi sa, anche se la visione di te che mi spalmi una crema addosso non mi dispiace per niente» sorride malizioso.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora