Andrea
Alessandro deve aver male a tutto, lo vedo rilassarsi sul seggiolino e fare anche una smorfia di dolore tutte le volte che poggia una parte diversa del corpo.
Rivedo la bellissima palazzina in cui abita, circondata da un piccolo giardino e totalmente indipendente. Apre con un telecomando il cancello a sinistra ed entro piano nel varco aperto, mi ritrovo in uno spiazzo enorme con un bellissimo giardino.
«Wow» dico guardandomi intorno dal vetro della macchina.
«Puoi mettere la macchina laggiù, in garage ho la mia» dice quasi scusandosi.
«Figurati, potevo anche lasciarla fuori» dico sorridendo.
«Macché, questi sono posti fatti apposta per gli ospiti» ribatte tranquillo.
Parcheggio e vado ad aiutarlo a scendere dalla macchina, ma non vuole sostegno, il solito maschio stupido. Zoppica un po', ma continua ad arrancare verso il portone d'ingresso e l'ascensore da solo. Gli cingo la vita con il braccio facendolo appoggiare al mio corpo, si ribella, ma lo stringo più forte e si abbandona contro di me.
«La smetti di fare l'orgoglioso? Ti ha preso una macchina, ti fa male tutto... è normale» dico cercando di toccarlo il meno possibile.
«Non sono abituato... a chiedere aiuto se sto male».
«Abituati perché adesso ci sono io» ribatto secca.
Lo sento sorridere e mi sembra di andare a fuoco sotto il suo sguardo.
«Sei tremenda lo sai? Ma grazie...»
«Per cosa?» chiedo mentre le porte dell'ascensore si aprono all'ultimo piano.
«Per essere corsa da me, per esserti finta mia moglie pur di starmi accanto... per avermi sconvolto la vita... per tutto» sussurra l'ultima parte.
Alzo lo sguardo su di lui e vedo quelle pozze verdi che brillano commosse, trasmettendomi tutte le sensazioni di questa serata tremenda, ho paura che possa crollare da un momento all'altro.
«Dove sono le chiavi?» chiedo per riportarlo alla realtà.
«Tasca destra» dice senza neanche provare a prenderle.
Afferro il mazzo di chiavi, il portachiavi è il simbolo degli Avengers, una A per l'appunto.
«Ma davvero?!» chiedo ridendo.
«Che c'è? A di Alessandro» dice distogliendo lo sguardo.
«Ceeeerto! A di Alessandro...» ribatto inserendo la chiave nella toppa e aprendo il portoncino marrone scuro.
Un profumo di lavanda e pulito mi invade nell'istante in cui varco l'ingresso di casa sua. Sono stata qui solo una volta e non mi sono soffermata a guardarmi intorno, anzi sono scappata più velocemente possibile.
Entriamo in un piccolo ingresso color crema, curato nel minimo dettaglio, dal quale intravedo attraverso l'arco davanti a me un salotto. Alla mia sinistra un piccolo tavolino è posizionato a mo' di svuota tasche e alla mia destra c'è un attaccapanni in ferro battuto.
«Lascia pure le chiavi qui e fai come se fossi a casa tua» mi dice Alessandro entrando in salotto accendendo le luci.
Faccio come mi ha detto e lo seguo, il salotto è grandissimo, ogni spazio è accuratamente studiato, devo dire che si vede che c'è lo zampino di un architetto.
Al centro due divani blu sono disposti a elle, in mezzo un tavolino in vetro e davanti un tv enorme appesa al muro. Intravedo una porta bianca come la parete che sembra quasi nascosta, chissà dove porta? Penso curiosa. Sulla parete destra un grande libreria si estende per quasi tutta la parete, interrotta solo dalla finestra, guardo bene e mi accorgo che contiene non solo libri ma vinili. Ai piedi è appoggiata una chitarra classica, leggermente consumata e piena di adesivi, la sfioro appena accarezzandola.
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Fulmine
Chick-Lit[⚡️COMPLETA⚡️] 🔞Contiene scene di sesso e linguaggio volgare🔞 Andrea e Alessandro. Azzurra e Leonardo. Due cuori, due famiglie, un futuro. Andrea ha un piccolo negozio a Trastevere, nel cuore di Roma, Alessandro è un architetto che ha deciso di fa...