SESSANTOTTO

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Alessandro

«Siamo a casaaaa» urla Leonardo sbatacchiando la porta.

Detesto quando lo fa e lo fa tutte le volte, sembra lo faccia apposta per irritarmi. Sarà che stasera ho i nervi a fior di pelle per la cena e la notizia che dobbiamo comunicare ai ragazzi.

«Sono in cucina» urlo di rimando mentre spengo il fornello.

«Ciaooo» grida nuovamente Leo e sento sbattere anche la porta della sua camera, credo che lo faccia davvero per farmi dispetto. Quello stronzetto!

«Babbooooo» urla Azzurra entrando in cucina come un fulmine, la afferro al volo.

«Ecco la mia piccolina» dico stringendola «come stai?».

«Bene» risponde prendendomi il viso tra le mani e tempestandomi di baci.

«Ma sbaglio o sei diventata grandissima? Sono stato via solo tre giorni» dico fingendo stupore.

«No babbo, sono sempre uguale. Tu invece sei più bello».

«Grazie piccola» dico baciandola sulla punta del naso.

«Leo?» chiedo mettendola giù.

«È andato in camera sua, lo ha chiamato Isa» risponde alzando le spalle coperte da un golfino blu scuro con le stelline bianche.

«Gli vai a dare noia? Perché tra poco mangiamo».

«Sì, vado» dice strizzandomi l'occhio e correndo via.

Alzo gli occhi e vedo Andrea poggiata allo stipite della porta che mi guarda sorridendo. Indossa un jeans a vita alta blu scuro e un maglioncino nero e bianco a righe... Dio quando è bella.

«Buonasera bellissima» dico sorridendo.

«Ciao amore mio» risponde sorridendo e arricciando il naso, e in questo momento vorrei chiuderla in camera da letto e non uscire più per le prossime settantadue ore, ma che dico... per non uscire mai più.

Mi avvicino, posizionandomi davanti a lei, le cingo la vita con un braccio e la attiro contro di me. Unisco le nostre labbra, le sue sono così morbide e profumate che potrei baciarle per ore e ore e perdermici dentro. Le accarezzo con la lingua, sospira e schiude le labbra permettendomi di entrare e assaporarla fino in fondo. Afferra i miei capelli e tirandoli mi avvicina ancora più a lei. Sento il suo corpo caldo strusciarsi contro il mio e in un secondo mi viene duro, ma so che non potrò averla ancora per qualche ora.

Poggia le mani sul mio petto e a occhi chiusi mi respinge, allontanandomi da lei.

«Amore» ansima «potrebbero entrare i ragazzi da un momento all'altro».

«Lo so... ma ti giuro che in questo momento potrei fargli mangiare un toast e sparire per le prossime ore».

«Sei tremendo lo sai? E sai anche che non possiamo...» sospira contro le mie labbra.

«Lo so amore... sei un po' una guastafeste... ma ti amo anche per questo» dico baciandola a stampo.

«Siete bellissimi tu e Azzurra insieme... mi emoziona sempre vedervi così...».

«Anche a me... tutte le volte che dice babbo il mio cuore perde un battito... se vado avanti così non arrivo a quarant'anni» rispondo ridendo.

«Sei uno scemo» ribatte schizzandomi con l'acqua del rubinetto.

Circondo le sue piccole spalle con il braccio e la attiro nuovamente a me, poggiando la testa sulla sua, beandomi del suo profumo di fiori e godendomi il contatto con la sua pelle morbida, mentre con la mano sinistra le strizzo il culo, così per ricordarle cosa le farò dopo.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora