VENTISEI

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Alessandro

«Andrea!» sento dire da voce in lontananza, ma essendo un nome molto comune non do peso alla voce che insistentemente continua a ripetere questo appellativo.

«Signorina che ci fai qui?» continua a ripetere la voce, che nel frattempo si è decisamente avvicinata.

Andrea si volta e fissa la donna davanti a noi con la famosa "faccia del terrore", mi giro anch'io ritrovandomi davanti una signora anziana ma di una bellezza sconvolgente. È alta come Andrea, molto magra e con un portamento quasi regale. Indossa un pantalone blu lungo a vita alta con una camicetta azzurro chiaro. I capelli bianchi sono elegantemente ravviati in un caschetto vaporoso, con le punte all'insù, gli occhi azzurri raffinatamente definiti da una riga perfetta di eyeliner nero, fissano Andrea con insistenza.

«Nonna! Che fai qui? Non dovresti essere a Firenze?» chiede Andrea allontanandosi da me, ma senza lasciare la mia mano.

«Se Maometto non va alla montagna...» dice la donna con una leggera cadenza fiorentina «Che devo fare per vedere un pochino la mia nipotina preferita?»

«Hai ragione nonna, scusami...» risponde abbassando lo sguardo Andrea «mi ero ripromessa di venire con Azzurra».

La signora sposta lentamente lo sguardo su di me, squadrandomi. Istintivamente arrossisco sotto quello sguardo così indagatore.

«Mi presenti il tuo amico? O devo fare tutto da sola?» chiede la signora divertita. Mi ricorda molto Azzurra, forse è da lei che ha preso la linguetta tagliente.

«Sì... nonna. Lui è Alessandro. Alessandro mia nonna Clara» dice in imbarazzo, lasciando la mia mano che improvvisamente sembra gelida senza la sua dentro.

Clara... Il Paradiso di Clara... e finalmente collego la donna davanti a me con il negozio di Andrea.

Non mi immaginavo di conoscere già qualcuno della sua famiglia, insomma non abbiamo nemmeno mai avuto un vero appuntamento... una leggera ondata di panico mi assale.

Non ero pronto per questo tipo di incontro, ero convinto, anzi ero certo che saremmo stati solo noi due ancora per un bel po' di tempo. Proviamoci... un piccolo passo per volta... alla faccia dell'andiamoci piano. Riemergo dai miei pensieri e dall'ansia che sta stringendo in una morsa il mio cuore.

Allungo la mano, stringendo quella della signora davanti a me, che continua a scrutarmi con quegli occhietti azzurrissimi.

«Molto piacere Signora» dico elegantemente, cercando di tirar fuori tutto il fiorentino che è in me.

«Di dove sei giovanotto?» chiede subito lei «non sei romano vero? Il tuo accento mi è familiare».

«Fiorentino DOC, signora. Nato e cresciuto a Campo di Marte» dico fiero.

I suoi occhi si illuminano e un sorriso spontaneo si apre sulle sue labbra dipinte di malva.

«Andrea, finalmente un uomo degno di nota e fiorentino per di più» dice rivolta alla nipote «Dopo quel coglioncello, scusami il termine caro, del padre di Azzurra, avevo un po' di timore nei gusti di mia nipote... ma vedo che si sta riscattando» dice poi rivolta a me sorridendomi.

Il suo sorriso è contagioso e non posso che ricambiare.

«Bene ragazzi, scusate l'intromissione ma devo vado che tuo nonno Armando mi sta aspettando. Passo dopo in libreria, ok? Così facciamo due chiacchiere» dice rivolta verso la nipote.

«Va bene nonna. Passo a prendere Azzurra alle quattro e mezzo, ci trovi lì poco dopo» dice sorridendo debolmente.

«Perfetto. Non vedo l'ora di strizzare la mia bis-nipotina preferita. Alessandro è stato un piacere, spero di rivederti presto» dice poi rivolta verso di me e facendomi l'occhiolino.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora