SEI

835 58 67
                                    

Andrea

Venerdì arriva velocissimo, l'architetto misterioso non si è più fatto vedere e un pochino, sotto sotto ci speravo, aveva un che particolarmente affascinante, non so.

Stasera si fa festa! Marti è carichissima per il nostro weekend da bere e non solo, come lo ha definito lei facendomi l'occhiolino.

Alle 16.30 vado a prendere Azzurra a scuola, dista solo pochi isolati dal negozio e torniamo mangiando un gelato cioccolato e yogurt.

Puntualissima mia madre Valentina e mio padre Marco alle cinque' si presentano in negozio per prelevare Azzurra, che non vede l'ora di trascorrere due giorni con loro nella casa in campagna.

Quella bambina adora gli animali e stare in mezzo alla natura la esalta. Ogni tanto mi chiedo da chi abbia preso, non da me.

Alle 19.00 decidiamo di chiudere il negozio, l'entusiasmo per la serata diventa sempre più palpabile e ormai Marti è incontenibile, per cui chiudiamo prima e saliamo a casa per iniziare a prepararci.

«Andre stasera ti voglio bona da paura, ti avverto» mi urla Marti dal bagno.

Io ho buttato sul letto alcuni vestiti e li fisso indecisa: body di pizzo, body glitterato, gonna in seta, tubino, vestito? Aiuto.

Marti esce dal bagno, scorrendo la porta e poggiandosi con le mani agli stipiti, con fare scenico, sculetta verso destra e mi chiede «Che ne pensi?» ammiccando.

«Porca troia» rispondo sconvolta.

Martina con il suo metro e settanta, gli occhi blu e i lunghi capelli mogano mi sorride.

Indossa un micro vestitino argento, che copre il minimo indispensabile e lascia pochissimo all'immaginazione e un decolleté nero tacco otto, per fortuna mia che con il mio metro e sessanta scarso non voglio ammazzarmi sui trampoli.

I capelli liscissimi, con la divisa in mezzo luccicano sulle sue spalle, il trucco è leggermente da battona, ma chi sono io per giudicarla?

Fisso ancora più sconsolata il mucchio di vestiti e prego per il miracolo.

«Vado a prendere due bicchieri di vino, ok? Quando torno ti voglio almeno vestita!» trilla Martina, togliendosi i tacchi e andando verso la cucina.

Sospiro, mi prendo le guance tra le mani e riapro l'armadio.

Opto per una gonna nera in seta a vita alta, leggermente svasata e MOLTO CORTA, con sotto un body argentato girocollo ma che lascia una parte di schiena scoperta, il tutto concluso da un paio di stivali neri alti sopra il ginocchio con il tacco alto.

Fisso il risultato allo specchio soddisfatta, ancora non sono proprio da buttare via.

Sono stata fortunata perché la gravidanza di Azzurra ha lasciato sul mio corpo veramente pochi segni, solo qualche smagliatura sui fianchi e un po' meno tonicità del seno. Ho recuperato velocemente il mio peso, onestamente non poteva andarmi meglio per la pochissima palestra che faccio e ho fatto soprattutto dopo che è nata.

Sono sempre stata una ragazza minuta, magra ma con le forme al posto giusto, il classico fisico mediterraneo a clessidra con vita sottile.

Dato l'abbigliamento un po' eccentrico decido di truccarmi poco, un po' di ombretto argento, sfumato con un malva chiaro, eyeliner e mascara a pioggia, mai lesinare il mascara, me lo ha insegnato la nonna, penso ridendo.

Rossetto nude, sciolgo i capelli che lascio in onde morbide e piastro al volo la frangia.

Marti mi fissa dalla porta con approvazione «Cazzo sì. È esattamente quello che volevo!» dice porgendomi il bicchiere di vino «Stai da dio! Se non ti conoscessi non penserei mai che tu sia una mamma» dice ridendo.

FulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora