Cloe.<<Comincio a pensare che il mio sentore dell'imminente fine della mia vita non fosse sbagliato.>> Commento, quando mi accorgo che stiamo camminando da almeno una decina di minuti su un marciapiede semi-deserto in una zona di Milano che non conosco affatto, dopo un breve spostamento in moto che, più che avere l'effetto di schiarirmi le idee, ha avuto quello di frastornarmi ulteriormente, a causa di quel freschissimo profumo che mi si infilava nelle narici ogni volta che inspiravo.
E' riuscito a mettere a dura prova la mia ferma decisione di non pensare alle parole che mi ha detto meno di mezz'ora fa, ma mi sono obbligata a non cedere, perché non sono sufficientemente lucida per analizzarle con la razionalità di cui necessito.
E pensare che non ho bevuto neppure un goccio di vino...
<<Sempre diffidenti, voi donne. Vieni, da questa parte, siamo arrivati.>> Ribatte lui, prendendomi una mano e svoltando sulla destra, in una strada non più popolata di quella precedente.
Quando comincio a chiedermi se io debba effettivamente avere paura, ci fermiamo di fronte ad un cancelletto semi-aperto su un breve sentiero di mattonelle che conducono a quella che immagino sia l'entrata sul retro di un qualche locale.
Mentre Nicholas spinge il cancello perché riusciamo a passarci attraverso, un uomo sorridente, che immagino abbia all'incirca la sua stessa età, con indosso quella che presumo sia una divisa da cameriere, con tanto di grembiulino bianco che spicca sul resto dell'abbigliamento scuro legato in vita, si affaccia dalla porta.
<<Quasi ho pensato di avere un'allucinazione, quando ho letto il tuo messaggio.>>
<<Le allucinazioni di solito mostrano i santi, e io non sono esattamente uno di loro.>> Ride Nicholas, stringendo una mano all'uomo. << Perciò... C'è ancora posto per me?>>
<<Scherzi? Sei il nostro asso nella manica. La nostra clientela è decisamente più malinconica, da quando non ti fai più vivo.>>
<<Il solito esagerato. Ah, lei è Cloe. Cloe, Luca, un mio vecchio amico.>>
L'uomo allunga una mano verso di me con un sorriso aperto e disponibile, e io ricambio il gesto con una stretta vigorosa.
<<Posso accompagnarti ad un tavolo e offrirti qualcosa da bere, mentre Nicholas va a prepararsi?>>
<<Prepararsi per cosa?>> Chiedo, confusa, guardando il mio accompagnatore.
<<Abbi un po' di pazienza e segui Luca, io mi rifaccio vivo tra un attimo.>> Mi rassicura con un sorriso, e solo quando mi lascia la mano mi rendo conto che è rimasta a tenere la mia fino ad ora.
E' normale che stringere la tua mano a qualcuno sia così naturale da non accorgertene neanche?
<<Vieni, cara, da questa parte.>>
Mi incammino dietro Luca, che mi porta in una saletta dalla luce soffusa e l'atmosfera intima, con piccoli tavoli rotondi attorno ai quali la gente, accolta in poltroncine dall'aria comoda sui toni del marrone, sorseggia un bicchiere di vino, chiacchiera con i compagni di tavolo, finisce di gustare la cena, mentre ascolta della musica dal vivo che, mi rendo conto, proviene da un angolo seminascosto, in cui un signore è alle prese con un pianoforte.
<<Prego, accomodati.>> Mi invita Luca, conducendomi ad un tavolino libero.
<<Perché Nicholas non è venuto con noi?>>
<< Credo che le sorprese siano una gran bella cosa, Cloe, sebbene richiedano un po' di pazienza.>>
Ricambio il suo sorriso. <<Non hai intenzione di dirmelo. D'accordo, aspetterò.>>
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Scontro con le stelle
Chick-Lit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...