Nicholas.
E' stata una giornata di merda.
E no, non posso scusarmi per l'espressione, perché ci sono giornate che non possono essere definite in altro modo.
La mia sveglia è stata la suoneria del mio cellulare, e la prima voce che ho avuto il piacere di sentire è stata quella del mio avvocato, che mi informava che le cose non stanno andando bene. L'accusa ha delle argomentazioni decisamente più fondate delle nostre e sta facendo leva sul mio silenzio testardo per perorare la propria causa.
La seconda telefonata è stata quella di Daniele, che mi comunicava che la notizia del mio "impeto di violenza" sta cominciando a serpeggiare sui social tra le mie fans.
Come se non bastasse, ho quasi rischiato di dover portare mia sorella in ospedale per un attacco di panico più forte del solito. Era pallida come un cencio e le labbra erano contornate di scuro, tanto faceva fatica ad immettere aria nei polmoni. Gli ultimi attacchi di panico di questa portata che ricordo risalgono alla morte dei miei. Pian piano, però, si sono affievoliti fino a scomparire, salvo ripresentarsi con violenza sempre maggiore nell'ultimo periodo. Chiaramente, è talmente cocciuta e orgogliosa da non considerare neanche lontanamente la mia proposta di chiedere aiuto a qualcuno.
Perciò, lo ripeto, è stata una giornata di merda.
Eppure, in questo momento, i miei muscoli sono rilassati e quel groviglio d'ansia che mi pesava sul petto sembra essersi magicamente alleggerito.
Immagino che sia stata la corsa in moto, che tende sempre a schiarirmi le idee, o il fatto che almeno il mio piano sembra procedere per il verso giusto.
Perché il merito non può essere della donna seduta sul bordo della mia piscina accanto a me, con un paio di jeans logori arrotolati fino al polpaccio, il cartone della pizza ormai vuoto poggiato ancora sulle cosce, i piedi immersi nell'acqua fino alle caviglie, i capelli raccolti in una coda disordinata, il viso adesso rivolto verso il cielo puntellato di stelle quasi del tutto privo di trucco.
Neanche se è la stessa donna che è stata in grado di avvertire il mio disagio in un nanosecondo e di inventarsi una scusa per trascinarmi via, quando le mie fan si sono avvicinate.
No, non è lei la causa del netto miglioramento del mio umore. Non può essere.
<<Sai, neanche al mio ex fidanzato sarebbe piaciuto mangiare una pizza con le mani a bordo piscina. Anche a lui piacciono i ristoranti, i tovaglioli sulle gambe, un calice di vino pregiato accanto al piatto.>> Mi dice dal nulla, dopo qualche istante di silenzio.
Qualcosa si muove dentro di me, quando mi rendo conto che mi ha appena confidato qualcosa sul suo conto di sua iniziativa. Mi sono accorto che fa fatica a parlare di sé, e comincio a credere che il sarcasmo che abbonda più o meno sempre nelle sue parole sia una sorta di arma difensiva.
<<Allora non è solo il mondo del cinema ad avere dei difetti.>> Le faccio notare, con un briciolo di soddisfazione, prima di tornare più serio. <<Perciò per cinque anni hai rinunciato a cose come questa nonostante ti piacessero?>>
<<No, condividevo momenti come questi con la mia migliore amica.>>
<<E a lui lasciavi credere che le cene di lusso fossero le tue preferite?>>
<<Era il suo modo per dimostrarmi che mi amava. Gli appuntamenti galanti sono l'emblema dei film romantici, in fondo. E comunque, negli ultimi tempi era difficile persino riuscire a cenare insieme, perciò il problema non si poneva più.>>
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Scontro con le stelle
ChickLit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...