Capitolo 16- Confessioni (parte 2)

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Cloe. 

<<Un uccellino mi ha riferito che hai richiesto le tue due settimane di ferie. Quasi non mi sembra vero.>>

<<Questa volta sono certa che tu non abbia bussato.>> Dichiaro, sollevando lo sguardo dai documenti che stavo leggendo.

<<Potresti avere ragione, ma ero troppo entusiasta per la notizia, e tu avevi la porta aperta.>> Si difende Marco, facendomi un sorriso.

<<"Troppo entusiasta per la notizia?" Davvero non vedi l'ora di liberarti di me, eh? Posso stare tranquilla sul fatto che il mio posto di lavoro sia al sicuro almeno per un po'?>>

<<Non ho nessuna intenzione di licenziarti, signorina. Voglio solo vederti vivere un po' di più. Il lavoro conta e conta molto, ma non è l'unica cosa importante nella vita.>>

<<Detto da uno che lavora più di me non è che sia chissà quanto credibile, ma apprezzo il tentativo.>>

<<Non dico di non lavorare molto, ma solo di saper riconoscere quand'è il momento di staccare dal lavoro e dedicarmi ad altro. Tutto questo, per dire che sono contento che tu vada in vacanza. Torni in Puglia?>>

<<Sì, credo che ci farò un salto. Anche perché Milano con il caldo di agosto è abbastanza invivibile.>>

<<Non potrei essere più d'accordo. Ti lascio al tuo lavoro, allora. E vedi di non staccare troppo tardi. Ah, e il lavoro su quei documenti era perfetto.>>

<<Grazie. E, tanto per incrementare la tua gioia di sapermi viva, esco tra mezz'ora per un aperitivo con una mia amica.>>

<<Fantastico.>> E sfodera un sorriso da una guancia all'altra. <<Buona serata, Cloe.>>

<<Anche a te.>>

Scuoto la testa con un sorriso divertito, mentre Marco lascia il mio ufficio. Mai visto un capo che ti incentiva a dedicarti meno al lavoro e più alla vita.

Capitano tutte nella mia vita, le persone strane?

Torno con il naso tra le scartoffie che sto analizzando, anche se oggi sono più lenta del solito. Continuo a distrarmi, mi ritrovo con lo sguardo perso fuori dalla finestra senza motivo, nella mia testa torna un po' troppo spesso l'immagine di due occhi che visti da vicino sono ancora più belli che da lontano, e già da lontano non erano affatto male.

Cielo, sto di nuovo fantasticando ad occhi aperti. Sono un caso perso.

Mi obbligo a finire la lettura del documento che ho davanti, dopodiché ripongo tutto, spengo il pc e dopo qualche "ciao" lanciato a chi incontro lungo il corridoio, mi ritrovo all'aria aperta. Raggiungo Piazzale Cadorna, dove Mia mi sta aspettando, ancora in mise da lavoro, un paio di pantaloni neri svasati in fondo e una camicetta bianca a mezza manica.

<<E poi sono io quella che si veste sempre in modo troppo formale al lavoro.>> Le faccio notare scrutandola, quando mi avvicino.

Mia si sporge per un bacio sulla guancia. <<E' un caso eccezionale, avevo una riunione con dei pezzi grossi. Comunque questo vestitino mi piace, professionale senza essere noioso. Sì, ha la mia approvazione.>>

<<Beh, non so se ringraziarti prima per il complimento o prima per aver screditato il mio intero armadio con una frase sola.>>

<<Non fare l'offesa, sai che ti voglio bene, nonostante i tuoi vestiti seriosi.>> Scherza, con un mezzo sorriso. <<Allora, qualche idea per il posto?>>

Scontro con le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora