Capitolo 22 - Straordinario (parte 2)

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Cloe. 

<<Ma guarda chi si vede da queste parti!>>

Una giovane donna in un'elegante divisa con camicetta bianca e gonna a tubino – con annesso un immacolato grembiulino color crema- mi viene incontro, con la coda di cavallo in cui è raccolta la folta chioma bruna che segue il ritmo dettato dal ticchettio dei tacchi sul pavimento del locale.

Lascio che quella che è stata una delle mie migliori amiche ai tempi delle superiori, e che ora è la proprietaria di uno dei più eleganti ristorantini della zona, mi avvolga in un abbraccio al profumo di cocco, stringendola a mia volta. <<Ciao, Eli.>>

<<Finalmente in ferie? Quando sei arrivata?>>

<<Solo tre giorni fa. E conto di rimanere per una decina di giorni, prima che tu me lo chieda. Avete questa tendenza poco carina a chiedere a chi arriva da fuori quando riparte quasi prima di dirgli "ciao"...>>

Elisa mi dà un buffetto dietro la nuca con un sorrisetto divertito. <<Non ci avevo mai fatto caso ma devo ammettere che non hai tutti i torti...>>

<<Tu come stai?>>

<<Un po' indaffarata... Sai, nel tentativo di incastrare il lavoro con i preparativi del matrimonio...>>

<<Matrimonio? Tu e Giulio vi sposate?>>

Lei annuisce con un sorriso da cui trapela un'immensa felicità.

<<Sono davvero contenta per te. Dovremmo prenderci un caffè, uno di questi giorni. Mi pare che ci siano un po' di cose da raccontarci.>>

<<Sì, dovremmo.>> Concorda lei, annuendo. <<Intanto, posso farti preparare un tavolo per la cena? Sei sola?>>

<<Ecco, Eli, a questo proposito... Avrei un favore da chiederti.>>

<<Qualunque cosa, per colei che mi ha passato i compiti di matematica per cinque lunghi anni.>>

Sorrido. <<Sono qui con una persona.>> Mi rendo conto che la frase potrebbe apparire troppo formale, perciò mi affretto a riformulare. <<Un amico, cioè. Solo che lui è... piuttosto conosciuto. Diciamo pure famoso. E vorrebbe non essere riconosciuto, perciò... ci sarebbe un modo per farlo entrare dal retro e avere un tavolo sufficientemente appartato?>>

Gli occhi di Elisa si accendono di entusiasmo, e batte le mani come una bambina. <<Adesso però voglio sapere di chi si tratta. Anzi, no, credo di preferire l'effetto sorpresa. Posso chiedergli un autografo, però?>>

Non riesco a trattenere una mezza risata. <<Direi di sì.>>

<<Bene. Allora faccio preparare un tavolo dietro un separé e ti mostro la porta sul retro...>> Mi dice, facendomi strada attraverso la cucina e un breve corridoio.

<<Vado a recuperarlo, allora. Arriviamo. E grazie.>>

Raggiungo la macchina, sul cui sedile anteriore Nic è sprofondato con mezzo viso coperto dal cappellino da turista che non gli dona affatto – no, non gli dona, non gli dona per niente, non importa cosa ne pensiate al riguardo- e gli faccio cenno di seguirmi.

<<Si mangia bene, in questo posto? Perché il mio stomaco esige di essere riempito, al momento.>>

<<Immagino non quanto da Cracco, ma il mio stomaco è sempre piuttosto contento di venire qui.>>

<<Il mio invece non è stato chissà quanto lieto delle cene da Cracco. Sarà anche uno dei migliori chef del mondo, ma i suoi piatti non sono noti per placare la fame...>>

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