Capitolo 13- Vicini (parte 2)

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Nicholas. 

<<Che ci fa l'attore di casa sul sito dell'Università statale di Milano?>>

Faccio un balzo sulla sedia, quando sento la voce di Alice alle mie spalle.

<<Hai deciso che è il momento di porre fine ai miei giorni, per caso? Da dove diavolo sbuchi?>>

<<Non prendertela con me, eri tu ad essere troppo concentrato. Non mi hai neanche sentita salire le scale.>> Si difende, tirando fuori dal frigo una brocca con uno strano intruglio giallognolo.

<<Cos'è quella roba? L'ho notata stamattina ma non ho avuto il coraggio di assaggiarla.>>

<<Frullato alla pesca.>> Risponde candidamente, versandosene un bicchiere. <<Ne vuoi?>>

Arriccio il naso. <<Lo lascio tutto a te più che volentieri. Mi passeresti il gelato dal freezer e un cucchiaio, invece, per favore?>>

Alice alza gli occhi al cielo, ma mi accontenta.

<<Allora, cosa stavi guardando?>> Mi chiede di nuovo, accennando al computer con il mento.

Alzo le spalle. <<Stavo solo dando uno sguardo ai corsi di economia. Credo sarebbe stato l'ambito che avrei scelto se non avessi scelto di proseguire con la recitazione. E in fondo non è mai troppo tardi per una laurea, no?>>

<<Tu stai davvero pensando di metterti sui libri?>>

<<Non saltare a conclusioni affrettate. Stavo solo contemplando lontanamente l'idea.>>

Percepisco la direzione dei suoi pensieri non appena la vedo aggrottare la fronte.

<<Non centra con il fatto che torni o meno a recitare, o con questa situazione. La stavo valutando come opzione contingente alla recitazione, non come alternativa.>> La rassicuro, e subito vedo la preoccupazione diradarsi dai suoi occhi chiari.

<<Ti sta venendo voglia di far fare un po' di allenamento alla tua materia grigia, insomma.>>

<<Perché, è un male?>>

Lei inclina la testa lateralmente e mi fissa con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra. <<Sarei solo curiosa di sapere che ruolo ha Cloe in tutto questo.>>

Stavolta sono io ad alzare gli occhi al cielo. <<Ma perché ultimamente pare che io non possa dire una parola senza che si pensi che sia influenzata da quella ragazza?>>

<<Evidentemente non ti abbiamo mai sentito fare ragionamenti che superassero il due più due.>>

<<Ah, grazie.>>

<<Non te la prendere, sai che penso che tu abbia molto potenziale. Ma penso anche che tu ti sia arreso a rinunciarvici nel momento in cui ti sei reso conto che la tua faccia era più che sufficiente perché tu ottenessi tutto ciò che volevi.>>

<< Perciò condividi l'idea di mamma e papà: in quello che faccio il mio cervello non serve a niente.>>

<<No, non credo questo. So che ci metti cervello e soprattutto tanto cuore nel cinema.>> Risponde senza esitazione, stemperando la tensione che si stava creando nell'aria. <<Dico solo che non hai mai valutato prima l'idea di un corso di laurea che ti piacesse, o di approfondire qualche interesse alternativo al mondo dello spettacolo. Come se avessi scoperto di essere bravo in quello e lo avessi usato come scudo per proteggerti da un possibile fallimento in un altro campo.>>

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