Nicholas.
<<Ti penti mai di esserti trasferita?>> Chiedo a Cloe, mentre il mio sguardo si posa sulla distesa d'acqua salata davanti a noi.
Eccoci qui, alla fine di una di quelle poche giornate non tanto lontane dal concetto di perfezione, di nuovo a gambe incrociate, con i cartoni della pizza ormai vuoti sulle ginocchia e le stelle sulla testa. Solo che, questa volta, di fronte a noi non c'è una vasca d'acqua dolce, ma il mare. E saremo anche meno comodi, su un telo che di certo non protegge il nostro fondoschiena dai ciottoli rotondi, e senza alcuna luce che non sia quella della luna ad illuminare la caletta, ma credo di non essermi mai sentito meglio di così.
Già, la nostra prima giornata in Puglia è stata a dir poco perfetta. Cloe mi ha scorrazzato in giro per la città, a bordo del suo gioiellino d'epoca. D'accordo, lo ammetto, la mancanza dell'aria condizionata si è fatta sentire, ma, in compenso, mi sono goduto l'immagine della ragazza che guidava accanto a me con i boccoli svolazzanti nella corrente d'aria tra i due finestrini aperti e l'aria da perfetta turista. Se solo avessi avuto la forza di volontà necessaria a staccarle gli occhi di dosso, probabilmente sarei assomigliato anch'io un po' più ad un turista e un po' meno ad un perfetto cretino.
Ma non mi è importato. Non mi è importato di sembrare un idiota mentre le cedevo il mio cappellino perché le riparasse la testa dal sole caldo, né mi è importato del significato del non riuscire a fare a meno di intrecciare le mie dita alle sue mentre passeggiavamo per le viottole che scorrevano tra i muri di mattoni ingialliti dal tempo nel centro storico della città.
Esattamente, non mi è importato neppure che qualcuno potesse riconoscermi.
<<No, Milano mi piace.>> Mi risponde lei, sottraendomi ai miei pensieri.
<<Più di tutta questa meraviglia? Senza offesa, ma comincio a nutrire seri dubbi sul funzionamento del tuo sistema visivo.>>
Cloe sorride, scuotendo la testa. <<Questa meraviglia rimarrà la mia casa ovunque io mi trasferisca.>> Un lieve sospiro abbandona le sue labbra e vedo la sua espressione farsi più seria, mentre guarda di fronte a sé, oltre la riva. << Avevo bisogno di lasciare questo posto. Se fossi rimasta qui, non sarei stata altro che la sorella sopravvissuta della povera ragazzina morta a soli quattordici anni per tutta la vita. Ci ho messo quasi dieci lunghi anni a capire che sopravvivere non era servito a nulla, se non riuscivo a perdonarmi di essere viva. Così ho deciso di fare le valigie e cambiare aria. Non ho smesso di combattere con il senso di colpa ma ho provato a ricominciare, per dare un senso alla mia vita e per vivere almeno un briciolo di ciò che a Gioia non è stato concesso.>>
<<Sei riuscita a realizzare qualcuno dei suoi propositi per il futuro?>>
<<Sono stata a New York e a Tokyo, due posti che le sarebbe tanto piaciuto visitare. Ho guardato il sole sorgere e tramontare in riva al mare, anche se non sono riuscita a scattare le foto che avrebbe voluto scattare lei. Il talento non si compra, ahimè.>> Scuote ancora la testa, con un sorriso malinconico. <<Ora che mi ci fai pensare, sono persino uscita con una star del cinema. Dovrò aggiungerlo all'elenco.>>
<<Perciò alla fine eri tu che mi stavi usando per un obiettivo, eh?>> La prendo in giro, con un mezzo sorriso in cui proprio non riesco a non calare una dose di dolcezza che quasi fa rabbrividire anche me.
<<Paura di essere liquidato?>>
<<Me lo aspetto, sai? Sarebbe la rivincita del karma.>>
<<A quante donne hai spezzato il cuore, Casanova?>> Osserva la mia espressione, poi alza il dito indice prima che io abbia il tempo di dire qualcosa. <<No, in effetti, credo di non volerlo sapere.>>
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Scontro con le stelle
ChickLit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...