Cloe
"Tu. Sei. Nervosa."
Quasi riesco a vedere l'espressione contrariata della mia coscienza, che mi fissa a braccia incrociate scuotendo la testa.
Dite che si potrebbe trattare di un principio di schizofrenia?
Sbuffo, non so bene contro quale parte di me, mentre ripasso per la decima volta la piastra su una ciocca di capelli particolarmente ribelle. E' vero, di solito non faccio particolarmente caso alla mia immagine, ma si tratta di una cena con gente che non conosco, e sentirmi carina in un bel vestito sarebbe d'aiuto a ridurre il disagio. Perciò no, la mia decisione di curare capigliatura e abbigliamento non ha niente a che fare con l'intenzione di apparire carina ai suoi occhi.
E, in ogni caso, tanto per soddisfare la vostra curiosità, non mi sento carina lo stesso, nonostante io abbia indossato uno dei miei vestitini preferiti, un abitino in raso di cotone nero che cade morbido fino a metà coscia e lascia semi-scoperte le spalle grazie ad una lavorazione in pizzo dello stesso colore. Ho persino stirato i capelli per impiegare tempo che, altrimenti, avrei perso a gironzolare per casa senza una meta. E sono rimasta di fronte allo specchio a ritoccare eyeliner e rossetto color nudo per ben tre quarti d'ora.
Eppure, mentre guardo la mia immagine riflessa, tutto quello che vedo è una ragazzina alle prese con i preparativi per un appuntamento che la mette non poco in soggezione.
E, chiaramente, io non sono né una ragazzina, né sto andando ad un "appuntamento", né sono in soggezione.
E' assodato, mi sembra: se non si tratta di schizofrenia, dev'essere uno di quegli altri disturbi di dissociazione di personalità annotati in quell'enorme manuale di cui non ricordo il nome.
Appunto mentale: ricordarsi di darci un occhio.
Il suono del mio cellulare nel silenzio del mio appartamento mi fa fare un salto degno di un atleta olimpico. Quasi spero che sia Nicholas che per qualche motivo ritiri l'invito di stasera (in fondo, capiterà anche ai divi del cinema di ammalarsi, ogni tanto, no?), ma il display mi informa che non si tratta di lui.
<<Mamma?>>
<<Ciao, piccola. Come stai?>>
Mi siedo sul divano, mentre avverto la tensione farsi subito meno pressante. Dubito che ci sia una terapia contro l'ansia che funzioni meglio della voce della mamma.
<<Tutto bene, voi?>>
<<Solito tran-tran. Stasera usciamo a cena con gli zii. Sai, dato che alla fine non li abbiamo accompagnati in Salento pensavamo di passare una giornata in spiaggia domani. Dobbiamo ancora definire la meta, però.>>
<<Avevate qualche idea?>>
<<A papà sarebbe piaciuto andare sul Gargano, ma vanno via quasi tre ore di viaggio, quindi stiamo ancora valutando. Tu invece cosa fai stasera?>>
"Esco, dopo neanche tre settimane dalla rottura con Mattia, con un altro uomo che è conosciuto in tutta Europa e non solo, per andare a cena con il suo agente cinematografico e sua moglie."
No, decisamente non è il momento né la modalità opportuna per comunicarglielo. <<Mi vedo con Mia, andiamo a bere qualcosa fuori.>>
<<Va un po' meglio?>>
<<Ma sì, mamma, sto bene.>>
<<Non sai quanto mi costi non poterti dare neanche un abbraccio.>>
Un sorriso involontario mi si distende sulle labbra. <<So che sembra che le mie ferie non arrivino mai, ma adesso ci siamo quasi. Mi mancate anche voi.>>
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Scontro con le stelle
ChickLit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...