Cloe.
Come accidenti mi è venuto in mente di acconsentire ad un'idea tanto folle?
Ho passato tutta la notte a rimuginare su cosa dirò ai miei genitori per giustificare la presenza di Nicholas. "Ciao mamma, ciao papà. Ricordate che l'ultima volta che vi ho parlato di un uomo si trattava di colui che ha passato con noi il Natale degli ultimi cinque anni e che ha deciso di darsi alla ginnastica ricreativa con un'altra? Bene, adesso potete rimuoverlo dalle vostre menti e accogliere in casa senza alcun preavviso uno dei dieci uomini più sexy del pianeta?"
Ammesso che io non scateni in loro un arresto cardiaco, come potrò convivere per dieci giorni sotto lo stesso tetto dei miei genitori con lui?
"Bastava dire la parolina magica: no." Mi rimbecca la mia razionalità, finita chissà dove al momento opportuno.
Immagino di sbattere ripetutamente la testa contro il muro. Il motivo per cui non lo faccio sul serio è il solo fatto che una corsa in ospedale aumenterebbe esponenzialmente il mio già inevitabile ritardo. Perché, ovviamente, persa nel mio rimuginIo, non ho neanche finito di fare la valigia, che giace sul mio letto, ancora aperta e incompleta.
Letto su cui devo evitare ad ogni costo di posare lo sguardo per evitare che immagini inopportune mi si infilino nella mente contro la mia volontà. Ma dove è finita la mia famigerata capacità di concentrazione?
È andata a farsi un giro insieme al buonsenso."
<<Potresti darmi una mano a ricordare cosa diavolo mettere in valigia, invece di infierire? Pigiama: preso; ciabatte...>>
Il mio ragionamento a voce alta viene interrotto dal suono del campanello.
Al momento giusto, mi sembra evidente. Lancio un'occhiata all'orologio. Devo essere fuori di casa tra non più di un'ora.
Mi avvio sgomenta verso la porta. Magari è Mia che passa a salutarmi... Potrei chiederle di darmi una mano con la valigia. Certo, sarei costretta a sopportare le sue frecciatine non troppo delicate sulle mie vicende con il suo beniamino del cinema che non fanno che fendere l'aria dall'aperitivo di ieri sera, ma per la possibilità di non perdere l'aereo sopporterei qualsiasi cosa.
Oppure potrei usare la scusa di averlo perso per tirarmi fuori dalla situazione di merda in cui mi sono messa con le mie stesse mani, idiota che non sono altro.
I miei pensieri si riducono momentaneamente a zero quando, fuori dalla porta blindata, trovo un caschetto biondo e un paio di occhi arrossati dalle iridi di un colore che da un po' di tempo a questa parte mi è diventato familiare.
<<Alice?>>
<<Ciao, Cloe. Perdonami i modi da stalker e scusami se non ho suonato al citofono, ma stava uscendo un signore e ne ho approfittato per entrare. So che sei in partenza, perciò non voglio rubarti troppo tempo, ma...>>
<<È successo qualcosa a Nicholas?>> Mi viene fuori prima che io possa controllarlo.
Questa ragazza sembra aver appena finito di piangere e l'unico punto di contatto tra me e lei è suo fratello. Avrò anche la materia grigia meno efficace del solito, ma non abbastanza da non riuscire a fare due più due. E, francamente, il risultato non mi piace per niente.
<<Sì, cioè, no... Insomma, non fisicamente. Nic sta bene. C'è solo una cosa di cui devo parlarti, ed è molto importante. Hai un quarto d'ora per me?>>
In teoria sono in ritardo cronico, in pratica non ho nessuna intenzione di dirle di no. <<Certo, entra. E' tutto un po' sottosopra, ma stavo finendo di sistemare il necessario per la partenza. Mi sa che ho rimandato un po' troppo. Ti preparo un caffè.>>
<<Non preoccuparti, non voglio farti perdere tempo.>>
<<Ci metto solo cinque minuti.>> Replico, mentre lei mi segue in cucina, le mani infilate nelle tasche posteriori degli shorts di jeans.
Non posso fare a meno di notare che la bellezza sia decisamente un dono di famiglia. I capelli corti sono folti e appena ondulati, in un liscio spettinato che non ha niente a che fare con la mia criniera da leoncino appena uscita dalla doccia. Il viso è tondo e i lineamenti sono precisi ma delicati, come il disegno di un artista esperto alle prese con la sua matita migliore.
<<Grazie, Cloe.>>
Preparo la Moca, mentre Alice si siede al tavolo alle mie spalle. Dopo aver acceso il fornello, torno a voltarmi verso di lei, che sta giocherellando con i bottoncini della camicetta bianca.
<<Nic ti ha mai parlato del processo di cui parlano i giornali?>> Mi chiede di punto in bianco, senza neanche alzare lo sguardo.
La domanda mi coglie di sorpresa e mi ritrovo a deglutire. <<Non proprio. Abbiamo toccato l'argomento, ma ha evitato di entrare nel merito.>>
<<Mio fratello non è un assassino.>> Mi dice lei, inumidendosi le labbra, alzando verso di me due occhioni velati di lacrime.
<<Non l'ho mai pensato.>> Le rispondo sinceramente, mentre avverto un nodo stringersi all'altezza delle corde vocali. Qualcosa mi dice che questa conversazione non è destinata a portare niente di buono.
<<Ma il giudice lo pensa. E dichiarerà veritiera la versione dell'accusa tra due settimane, se Nicholas continua a non parlare. Mi sono messa in contatto con il suo avvocato stamattina, senza che lui ne sappia nulla. Mi sono proposta di parlare io al suo posto, se lui dovesse continuare su questa strada. Sarà l'ultima carta da giocare, ma l'avvocato ritiene che sarebbe molto più efficace se a parlare fosse lui. Io sono troppo coinvolta sia con l'accusa che con la difesa e potrebbero ritenere non vero quello che dirò, se non riusciremo ad avere in mano delle prove valide. Soprattutto se Nicholas dovesse dichiarare quello che dico un mero modo per difenderlo. Ma ormai manca così poco tempo...>> Alice si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli.
Avverto lo stomaco sprofondare in un punto molto più basso di quello in cui sono piuttosto certa che dovrebbe trovarsi in questo momento. Approfitto dei minuti che mi servono per versare il caffè per rielaborare quello che ho appena ascoltato. Nicholas finirà in prigione. Perché sta cercando di proteggere sua sorella.
Per qualche motivo, credo ciecamente a quello che mi sta raccontando questa ragazza. Non si tratta del semplice fatto di provare qualcosa per Nic, si tratta piuttosto dell'aver visto qualcosa in lui. L'amore per questa giovane donna che in questo momento sembra più fragile di una bambola di porcellana. Il coraggio di schierarsi contro il mondo per lei.
No, non è una bugia. Ne sono certa. Ma resta il fatto che mi sento terribilmente impotente. <<Come pensi che possa aiutarti?>> Le chiedo, mentre le porgo la sua tazzina, che lei svuota della bevanda ancora calda e amara.
<<Nic tiene molto a te.>>
<<Tieni molto di più al proteggerti. Qualunque cosa io gli dica...>>
<<Non devi dirgli niente. Non subito almeno. Ma mostragli quanto può essere bella la vita insieme, mostragli cosa si perderebbe se fosse costretto a passare il resto della sua vita in una cella. So che non dovrei coinvolgerti, perché non te lo meriti, ma sei l'unica persona con cui ho visto Nic sorridere nello stesso modo in cui sorride quando guarda me. Ha deciso di passare le sue ultime settimane di libertà al tuo fianco, perciò forse sei l'unica a cui è rimasto del potere sulle malsane decisioni di quell'idiota.>> Una lacrima le rotola giù lungo la guancia. <<Ci proverai?>>
Giro intorno al tavolo per andarle accanto e, non appena allargo le braccia, lei vi si tuffa, lasciando che i singhiozzi scuotano il corpo minuto.
<<Non posso prometterti che basterà, ma ti prometto che farò tutto quello che posso.>> L'allontano di qualche centimetro per asciugarle il volto dai rigoli tracciati dalle lacrime. <<E ricordati che niente di tutto questo è colpa tua. E' solo il suo modo di dirti che ti ama. Ma vedrai che troveremo una soluzione, alla fine. L'hai detto anche tu, tuo fratello non è un assassino. Non finirà in prigione.>> Non so neanch'io se lo credo davvero o se sto solo cercando di rassicurarla.
So solo che, mentre le accarezzo i capelli, cerco con tutto il cuore di crederci anch'io.
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Scontro con le stelle
ChickLit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...