Capitolo 27 - Mancanze (parte 1)

366 16 0
                                    

Nicholas. 

<<E... Stop! Bene, ragazzi, molto bene. Sono soddisfatto. Potete andare, direi che per oggi abbiamo finito.>>

Scarico la tensione con un sospiro, passando una mano tra i riccioli induriti dalla lacca per la scena che si appiccicano sulla fronte sudata, nonostante il sole tramontato ormai da un paio d'ore.

Per mia sfortuna, i primi giorni di settembre non hanno affatto rinfrescato l'aria a dir poco soffocante. Anche se, c'è da ammetterlo, l'essere di nuovo sul set è come una dose d'ossigeno puro direttamente nei polmoni.

Guardo l'equipe che comincia a sgombrare l'attrezzatura per le riprese piantata in Piazza Gae Aulenti, oggi chiusa al pubblico. Guardo Lorenzo, il nostro regista, annotare qualcosa sul copione della scena che abbiamo appena provato. Guardo i miei colleghi che, in qualche angolo della piazza, asciugano le gocce di sudore e riposano le corde vocali, recuperando i loro effetti personali.

Vengo assalito contemporaneamente dalla sensazione di essere a casa, e da quella che ci sia ancora un tassello al posto sbagliato.

Continuo a guardarmi intorno, poso lo sguardo sul getto colorato della fontana, sui negozi ancora aperti sul perimetro, tentando di capire cosa manchi.

E poi ecco che lo intuisco anch'io.

Sì, so che ci eravate arrivati prima di me. Ma avete da obiettare sul fatto che psicanalizzare gli altri sia molto più facile che farlo con se stessi? In fondo, una debolezza sugli altri è qualcosa di normale, a tratti di tenero, mentre una debolezza su noi stessi è un immenso neo che oscura ogni punto di luce. Perciò, chi non preferirebbe tenerlo ben nascosto?

Beh, sicuramente non io, che decisamente preferirei non rendermi conto di quanto bello sarebbe trovare un paio di occhi color smeraldo che mi osservano orgogliosi in un angolo. Di quanto bello sarebbe dirigermi verso quegli occhi, dare un bacio a quelle labbra, prendere quella mano e uscire a cena, per chiederle come sia andata la sua giornata, cosa abbia combinato al lavoro, se abbia sentito la mia mancanza.

<<Ehi.>>

Alzo lo sguardo verso Daniele, che mi ha raggiunto accanto al mio borsone senza che me ne accorgessi.

<<Ciao, Dany.>>

<<Lorenzo è felice come una Pasqua per il tuo ritorno sul set, i tuoi colleghi parlano tra loro di quanto siano "dispiaciuti" che il periodo in cui non subire il confronto col più bravo del team sia finito e Valentina continua a ripetere a Sonia che il fatto che tu sia tornato è il modo con cui il destino sta provando a darvi un'altra possibilità . E tu? Come ti senti?>>

<<Come chi è tornato a casa dopo un lungo viaggio.>>

<<Rischio la decapitazione se ti faccio notare che hai tutta l'aria di chi ci ha lasciato un pezzo, in quel viaggio?>>

<<Sì, ma sarò clemente e fingerò che tu non abbia detto nulla. Vado a mangiare qualcosa, ci sentiamo nei prossimi giorni.>>

<<Ti andrebbe di fermarci a mangiare qualcosa insieme? Non ho avuto neanch'io il tempo per cenare prima dell'inizio delle riprese, e preferisco evitare di far mettere Sara ai fornelli a quest'ora.>>

Accenno un sorriso. <<Che maritino premuroso. Pensavo ad un hamburger e una birra in un locale che ho visto qui giù mentre arrivavo, ti va?>>

<<Mai dire di no ad una birra, no? Recupero le mie cose e arrivo.>>

<<D'accordo, finisco di sistemarmi anch'io e ci sono.>> Rispondo, chinandomi a riporre il piccolo asciugamano verde nella borsa scura.

Scontro con le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora