Capitolo 21- Combattere i demoni (parte 2)

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Nicholas. 

Ho perso il conto dei minuti che sono passati da quando sono seduto qui, sul bordo del letto di Cloe, mentre lei dorme ancora, i capelli sparpagliati sul cuscino e qualche ciocca appiccicata sul viso, le labbra socchiuse, le guance arrossate, le lenzuola scalciate via per il caldo che le stanno aggrovigliate tra le caviglie.

Sono piuttosto certo che il proposito iniziale fosse quello di fermarmi un minuto per assicurarmi che stesse bene. Ieri sera si è addormentata ancora tremante tra le mie braccia, mentre la gioia per aver vinto contro uno dei demoni più oscuri del suo passato faceva a pugni nel suo cuore con il dolore e il senso di colpa.

L'ho cullata fino a quando il suo respiro si è fatto regolare e i suoi muscoli si sono rilassati, poi le ho rimboccato le lenzuola e sono tornato nel mio letto. A fissare il soffitto per un tempo indefinito chiedendomi cosa cavolo mi stia succedendo. E come cavolo farò a rinunciare a tutto questo.

Dopo una rapida carezza sul viso rilassato, trovo finalmente il coraggio per allontanarmi da lei. Esco dalla stanza, attento a non svegliarla, e le mie narici vengono invase dal profumo del caffè.

Dopo un salto in bagno a svuotare la vescica, mi dirigo in cucina, dove la mamma di Cloe sta canticchiando alle prese con la colazione.

<<Buongiorno, Carla.>>

Lei sobbalza, prima di voltarsi verso di me con un sorriso divertito, ancora con una mano posata sul cuore. <<Perdonami, non sono abituata ad avere gente in casa. Da quando ci siamo solo io e mio marito, questo posto è piuttosto silenzioso. Buongiorno a te, comunque. Quella dormigliona di mia figlia non ha ancora dato cenni di vita?>>

Le sorrido. <<Non preoccuparti, e perdonami tu, avrei potuto essere più discreto. Già, Cloe pare ancora beatamente immersa nei suoi sogni. Ho tutta l'intenzione di svegliarla, però. Non si può rinunciare a tanta vitamina D per starsene sotto le lenzuola.>> Rispondo, accennando col capo al sole che splende con tutta la sua forza fuori dalla finestra. <<Dici che mi perdonerà, se le porto la colazione a letto?>>

<<Non ci giurerei, ma potresti perlomeno evitare la ghigliottina. E guarda qui...>> Tira fuori un vassoio da uno dei cassetti davanti a sé. <<Questo fa al caso tuo. Il cappuccino è quasi pronto, e lì sul tavolo c'è la torta di mele che ho preparato ieri pomeriggio. Prima, però, serviti pure. Non c'è pericolo che si svegli prima che tu abbia finito. Ti va un caffè?>>

Scosto una delle sedie e prendo posto a tavola. <<Sì, grazie. Il profumo di questa torta non è affatto male...>>

<<Vedrai che il sapore è anche meglio.>> Mi rassicura con un occhiolino, mettendomi davanti una tazzina di caffè e un piattino per la torta, prima di chiamare a tavola anche suo marito, che arriva solo qualche minuto dopo, con indosso solo un paio di pantaloncini di pigiama.

<<Sei sempre la migliore pasticcera del mondo.>> Si congratula con la moglie, mentre mastica il primo boccone ad occhi chiusi.

<<Ha ragione. E' buonissima.>> Confermo, mentre avverto nel petto una nota di serenità legata ad un accenno di nostalgia.

Sono anni che io e Alice abbiamo ormai rinunciato a scene come questa. Scene che profumano di quotidianità, tanto semplici da non renderti conto di quanto valgano prima di averle perse.

<<Non fatemi arrossire, ragazzi.>> Ribatte lei con una mezza risata. <<Allora, cosa avete fatto di bello ieri sera, voi giovani? Io e Roberto eravamo già a letto da tempo, quando siete rientrati. Ormai non abbiamo più l'età di una volta.>>

Sorrido. <<Non siete chissà quanto oltre la mezza età, considerate le attuali statistiche. Noi siamo stati in riva al mare, abbiamo mangiato una pizza e fatto il bagno della mezzanotte.>>

Temo di essermi lasciato sfuggire qualcosa di troppo, perché è solo quando vedo Carla sgranare gli occhi che mi rendo conto che sicuramente è al corrente della "tendenza" di sua figlia a tenersi lontana dall'acqua.

<<Cloe ha fatto il bagno?>> Mi chiede infatti, dopo un attimo di silenzio.

Rifletto un attimo su cosa dire, ma alla fine opto per la verità. Sono in ritardo per tirarmi indietro. <<Sì, il mare era molto tranquillo.>>

Carla e Roberto si guardano, poi lei stringe appena le labbra e annuisce, mentre porta gli occhi che le si sono inumiditi sulla sua tazza di latte caldo.

La colazione prosegue perlopiù senza conversazioni, con il silenzio interrotto solo dal vociare del televisore.

Dopo che Roberto abbandona la stanza per andare a sistemarsi per il lavoro, io e Carla rimaniamo nuovamente soli.

<<Grazie per averla aiutata, Nicholas.>> Mi dice lei, mentre sistema sul vassoio in legno un cappuccino e una fetta di torta di mele. E sappiamo entrambi che non si sta riferendo solo alla rottura con Matt.

<<E' Cloe che aiuta me ogni singolo giorno.>> Mi limito a rispondere, senza alcun tentennamento.

Lei mi fa un sorriso e spinge verso di me la colazione per sua figlia. <<Va' e auguri, caro.>> Mi prende in giro.

<<Incrocia le dita per me.>> La assecondo, sorridendo. <<Buona giornata.>>

Come previsto da sua madre, quando apro la porta della sua camera, Cloe è ancora profondamente addormentata.

Torno seduto al bordo del suo letto e mi prendo un altro minuto per osservarne i lineamenti, prima di chinarmi e stamparle un bacio sulla punta del naso.

Lei muove appena il capo, borbottando qualcosa dal tono infastidito.

In tutta risposta, le do un altro bacio sulla fronte, e poi altri due, uno per ogni guancia. Quando si decide a sollevare le palpebre, le faccio un sorriso.

<<Buongiorno, bellezza.>> La saluto, prima di sfiorarle per un attimo le labbra con le mie.

<<Cosa vuoi? Sono in vacanza. E non chiamarmi bellezza a quest'ora del mattino, è una cazzata di proporzioni mondiali.>>

<<Però, la tua parlantina non è affatto scalfita dagli effetti del sonno. Ebbene sì, sei in vacanza e sono in vacanza anch'io, perciò non ho intenzione di starmene chiuso in casa mentre il sole splende. Ergo, alza il culo e scendi dal letto. E, per la cronaca, sei di una bellezza non descrivibile persino in questo momento.>>

Le sue labbra si distendono in un sorriso assonnato. <<Cos'hai lì?>> Mi chiede, adocchiando il vassoio.

<<Colazione a letto. Ti può interessare?>>

Il suo sorriso si estende fino ad arrivare quasi da una guancia all'altra. <<Sai una cosa? Ti porto con me più spesso.>>

<<Solo per il cibo?>> Chiedo, mettendo il broncio.

Lei fa finta di pensarci. <<Assolutamente. Solo per il cibo.>> 

Scontro con le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora