Cloe.
Sono felice.
È l'unica cosa a cui riesco a pensare mentre io e Nicholas mangiamo un cono gelato gigantesco ricoperto di cioccolato e granella alla nocciola passeggiando in uno dei pochi angolini non troppo affollati del centro storico di Polignano.
Sfortunatamente per il mio accompagnatore, neanche le enormi lenti scure davanti agli occhi, i riccioli raccolti e la visiera del cappello ben calata davanti al viso hanno evitato ad alcune fan di riconoscerlo, ma sono bastati un sorriso e una firma del signor attore per ottenere il silenzio delle sue ammiratrici e limitare il danno a solo una decina di ragazze.
E direi che è una cifra che persino lui può tollerare, soprattutto in una giornata come questa.
Come dicevo, sono felice.
Sono stata felice dal momento in cui ho tirato su le palpebre questa mattina e le mie narici sono state invase dal profumo fresco del petto di Nicholas.
Lui dormiva ancora, tenendomi tra le braccia.
Piccola annotazione, neanche il sonno scalfisce la sua dannata bellezza. Persino con i capelli spettinati e le labbra socchiuse mi faceva venire voglia di restare a guardarlo per una vita intera.
Ma, dato che avevo programmi più interessanti per la giornata, mi sono comunque tirata fuori dalle sue braccia perché il mio primo compleanno dopo tanto tempo avesse inizio.
Mi sono gustata la colazione preparata da mamma e il sorriso affettuoso di papà.
Ho passato un quarto d'ora buono dal fioraio perché il mazzo di fiori per il compleanno di Gioia fosse il più bello del mondo.
E mi sono presa il mio tempo per restare per la prima volta sola con lei, senza che quelle lettere incise sulla pietra mi facessero cadere in pezzi.
Il dolore è stato tanto, e le lacrime sono sbucate comunque, ma mi è sembrato quasi che lei mi tenesse stretta per tenermi intera.
E le ho promesso che mi sarei presa l'incarico di festeggiare due compleanni, oggi.
Perché meritiamo entrambe di non dimenticare quel giorno in cui abbiamo emesso il primo respiro e il primo urlo. Non ha importanza quanto oggi siamo lontane.
Dopodiché, mi sono messa al volante, accanto allo strambo uomo che per qualche ragione è capitato proprio nella mia vita, e ho guidato fino ad arrivare tra i trulli di Alberobello.
Ci siamo tenuti per mano e scattati un sacco di foto.
Abbiamo mangiato un panino farcito con i salumi locali per strada, e poi di nuovo in viaggio per arrivare qui.
Nella caletta c'era troppa gente per riuscire a fare un bagno senza che fosse assalito, perciò abbiamo optato per un giro tra le viottole storte al profumo di mare.
E per un gelato. Anzi un Gelato. Uno di quelli con la G maiuscola che potrebbero far rabbrividire tutta quella gente fissata con linea, muscoli e proteine.
Ma sapete che vi dico? In questo momento non me ne importa un bel niente.
E non perché io non sia per il cibo sano o per un corpo in salute, ma perché a volte, in questo mondo, si è così presi da pancia piatta e gambe perfette, da dimenticare quanto bene possa fare mangiare un bel gelato in riva al mare, con il cuore talmente pieno che il mondo sembra non poter far nulla contro tanta felicità.
Perciò, donne, piccolo "nota bene" per voi: dimenticate quei dannati numeri in cui troppo spesso vi immedesimate, e ricordatevi semplicemente di respirare, e di essere felici.
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Scontro con le stelle
ChickLit[COMPLETA] Cloe Barbieri ha trascorso i suoi ventisette anni a proteggere dal mondo i cocci del proprio cuore che sono sopravvissuti ai demoni del passato. Il risultato è stato discreto: una vita a quasi mille chilometri dalla sua terra d'origine...