4. Helen

1.1K 20 0
                                    

Sono stanca morta. Quando Jade prova a svegliarmi ci riesce solo dopo almeno mille tentativi.

«Helen, alzati o si farà troppo tardi» dice e si butta sul mio letto. È già vestita e truccata. Come ci riesce? Oh, già. Lei non ha passato una notte in bianco e non ha litigato con Harry Davis. Non le dirò di aver parlato con lui.

Mi metto a sedere e poggio la schiena alla testiera del letto, sprofondando tra i cuscini. Mi strofino gli occhi e finalmente ci vedo qualcosa.

Jade mi guarda scioccata. «Mio Dio. Che ti è successo? Hai dormito?» mi chiede preoccupata.

Sbadiglio e mi sposto i capelli da davanti alla faccia. «Sì, ma non molto. Sto bene però» la rassicuro, anche se mi sento uno schifo, letteralmente.

«Okay...» dice non convinta, ma non fa ulteriori pressioni. «Sbrigati, non hai molto tempo e sai quanto il professor Turner odia i ritardatari, soprattutto il primo giorno del secondo semestre.»

«Lo so.»

Mi alzo subito dal letto e metto le prime cose che trovo: jeans, un maglioncino grigio attillato con la scollatura a barca e le converse bianche. Accendo il ferro per i capelli e mentre aspetto che si riscaldi lavo la faccia, i denti, metto un po' di correttore per le occhiaie, mascara e una passata di lucida labbra trasparente. Sistemo le onde dei miei capelli e in pochi minuti sono pronta. Arriveremo a lezione giusto in tempo.

«Sono pronta, andiamo.»

Chiedo a Jade di guidare la mia macchina, perché io potrei veramente addormentarmi al volante.

Arriviamo a lezione giusto prima che inizi e il professor Turner ci fulmina con lo sguardo mentre prendiamo posto. Non guardo nemmeno chi c'è in aula quando entro, così, appena il professore è distratto da un altro studente, guardo nella direzione dove Harry è solitamente seduto.

È qui. Anche lui sembra stanco e potrei dire che si sia alzato da poco. Mentre lo squadro attentamente — e non idea del perché lo stia facendo — lui è distratto, presta attenzione al professore. Improvvisamente la sua attenzione si sposta verso di me, i suoi occhi blu finiscono nei miei e per alcuni secondi non riesco a distogliere lo sguardo.

«Helen!» Jade mi sussurra e mi dà una gomitata.

«Sì, scusa.» Prendo un respiro profondo. «Lo odio, Jade, da morire.»

Sospira e alza le spalle. Dovrebbe risentirne più di me, ma apparentemente sembra che l'abbia già superato.

La lezione di musica oggi non è stata parecchio interessante, non mi ha catturata per niente. Prendiamo le nostre cose e facciamo per alzarci.

«Signorina Scott, signorina Miller!» il professor Turner ci chiama entrambe dalla cattedra in fondo all'aula. Ci fa gesta di scendere giù per parlare con lui.

Si siede sulla sua sedie e poggia i gomiti sul tavolo giungendo le mani. Temo che ci voglia dire qualcosa di negativo, invece è solo un'informazione. «So che state lavorando ad una canzone con la signorina Williams per esibirvi a metà semestre, brave ragazze.»

Io e Jade annuiamo e lo ringraziamo.

«E mi ha detto di dirvi che sarebbe ancora meglio se ci fosse qualcuno con la chitarra che suoni gli accordi.»

Perché la Williams ha bisogno di chiedere a Turner di comunicarcelo?

«Va bene. Chi è? Così possiamo contattarlo ed iniziare ad esercitarci insieme» dice Jade sorridendogli.

«Mi ha detto che il ragazzo si chiama Henry Davis.»

Che cosa?

Jade impallidisce ma si sforza di non far notare le sue emozioni. Io invece sento la rabbia accentuarsi e non riesco a trattenere un lamento: «Davis...»

Jade mi pesta un piede senza farsi notare.

Il professore ci guarda perplesso e confuso. «Qualche problema?»

Lui è l'insegnante che vediamo di più, il più amichevole ed è un bravo ascoltatore, quindi credo che se dico quali sono i vari problemi potrebbe provare ad aiutarci. «Sì. La Williams è una musicista ed una cantante eccezionale, non c'è dubbio, però pretende troppo. La signorina Miller suona divinamente e non credo che io non la sappia cantare affatto.» Mentre parlo lui mi ascolta attentamente. «Se non la disturbiamo potremmo anche farle sentire la canzone. Jade?»

Mi guarda con gli occhi spalancati e scuote impercettibilmente la testa.

«Sì, mi piacerebbe sentirvi in anteprima» Turner dice ridacchiando.

Poso i miei libri e lo zaino sulla cattedra e mi dirigo verso il pianoforte. Jade è immobile fin quando il professore non le indica con la mano il piano forte, rivolgendole un sorriso gentile.

Una volta che Jade è pronta, inizia a suonare. Senza la pressione della signorina Williams, mentre canto questa bellissima canzone mi sento più libera. Quasi mi commuovo nel momento in cui noto lo sguardo sorpreso di Turner mentre ci ascolta.

Appena il piede della mia pianista si alza dal pedale e le sue mani lasciano i tasti del piano, il professore scatta in piedi, battendo le mani. «È stato... magnifico. Jade, tocchi i tasti con una delicatezza indescrivibile, e tu, Helen, hai una voce bellissima. Qual è il problema della Williams? Scusate, non capisco!»

Alziamo entrambe le spalle, poi io dico: «Nonostante la canzone sia almeno decente lei continua a lamentarsi.» Provo a chiedergli questo favore: «Non è che lei potrebbe metterci una buona parola?»

Scuote subito la testa.

Ugh, dannazione.

«La conoscete, sapete che nessuno può farle cambiare idea. La canzone è perfetta, ma ammetto che la chitarra darebbe un effetto ancora più bello. Provate a vedere come viene, se non vi piace allora niente.»

Sospiro. «Non abbiamo scelta. Dipende tutto dalla signorina Williams...»

Alza le spalle e poi si congeda suggerendoci di andare a mangiare qualcosa in caffetteria prima delle altre lezioni.

«Jade» le dico non appena mi chiudo la porta dell'aula di musica alle spalle. «Dobbiamo dire qualcosa alla Williams; non riusciremmo mai a concentrarci con Harry.»

Non mi guarda mentre camminiamo e aggrotta la fronte, siamo di fretta. «Helen, sinceramente, non mi interessa di lui. Sono stata io una stupida.»

Sbuffo. «Come puoi dire così? Ti ha usata» le ricordo. «E io lo odio per questo.»

«Capito. Intanto venerdì andiamo a quella festa e gli faremo vedere chi siamo, entrambe, okay?» mi dice elettrizzata.

Ridacchio. «Oh, sì. Questo è sicuro!»

UnexpectedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora