52. Helen

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Quando arrivo all'appartamento, non mi preoccupo nemmeno di chiudere la porta.

«Helen?» sento Jade chiamarmi.

Ma io mi precipito in bagno, mi inginocchio davanti al water, sposto i capelli da davanti al viso, e vomito.

Tossico e butto giù ancora, ma sono solo succhi gastrici, perché ieri sera non ho mangiato nulla e nemmeno stamattina.

«Helen... Oh mio Dio» Jade entra in bagno e si avvicina a me. «Che hai mangiato?»

Deglutisco, cercando di controllarmi. «Niente, J...» La guardo per un istante, prima di affondare la faccia di nuovo nel water.

Jade mi tiene i capelli e la testa. «Scusa,» inizia a dirmi, «stamattina ti sei svegliata e... non ti sentivi bene?»

Annuisco, e sento di aver finito. Mi siedo per terra, abbracciando le mie gambe. «Ho avuto le vertigini per un attimo e poi mi è salita la nausea» le spiego.

Mi guarda preoccupata, la fronte corrucciata. «Hai avuto qualche altro problema per caso?» mi chiede.

Ci penso su un momento. Sì.

«Ho anche crampi nella parte bassa del ventre, e quando stavamo... hai capito, mi facevano male i capezzoli» le dico. «Non mi è mai successo.»

«Ti fanno ancora male?»

«Non lo so.»

«Toccati» mi suggerisce.

Metto una mano su uno dei miei seni e provo a pizzicare il capezzolo. Sussulto, sentendo immediatamente dolore.

«Helen...» Jade inizia. «Questo non è normale.»

Mi acciglio. «Che vuoi dire?»

«Pensaci. Seni indolenziti, crampi al basso ventre, nausea mattutina... Avete fatto sesso non protetto?» chiede.

«Due volte.»

«Non hai preso la pillola?»

E a questo punto la realizzazione mi colpisce dritta al cervello. Merda.

Sento gli occhi che iniziano a riempirsi di lacrime, il cuore che mi batte all'impazzata, e credo che potrei svenire.

«Helen? Non l'hai presa?» mi chiede di nuovo.

Scuoto la testa, e batto le palpebre, pesanti lacrime mi bagnano il viso.

«Cristo santo» Jade dice, chiudendo gli occhi e prendendosi la testa tra le mani. «Perché?»

Singhiozzo. «Che intendi perché? Pensi che avrei voluto rimanere incinta adesso?» Singhiozzo di nuovo, e mi passo le mani sul viso. «In quei giorni sono successe così tante cose che... che...»

Jade mi abbraccia forte, cercando di confortarmi mentre io singhiozzo tra le sue braccia.

Come faccio adesso? Come diavolo lo dico a Harry?

«Andrò a comprare un test di gravidanza per te più tardi, okay?» mi dice, ed io annuisco. «Vestiti e va' a pranzo con i tuoi.»

Scuoto la testa. «Non so se ce la faccio, J.»

«Devi andare! Sono venuti fin qui per te.»

Sospiro. «Lo so...»

«Mostragli un sorriso finto per questa volta, vedrai che andrà bene.» Mi bacia la testa e si alza. «Ti voglio bene.»

Rimango seduta a terra per qualche altro minuto, pensando a cosa ne sarà della mia vita se sono davvero incinta.

Teoricamente, dovrebbe nascere a novembre, prima della laurea ovviamente, il che complica tutto.

Non ho idea di come potrebbe reagire Harry, e questo mi spaventa da morire. E se mi piantasse subito dopo averglielo detto? Non voglio nemmeno pensarci.

Ma non so nemmeno se lo terrò, dipende tutto dalle varie circostanze. Harry, i miei genitori, le possibilità di potergli dare una vita felice...

Oh, mio Dio.

Questa non ci voleva.

• • •

Il pranzo con i miei genitori è andato bene, anche se non ho mangiato molto. Hanno visto i miei occhi rossi e gonfi ma non hanno detto nulla, e questa volta sono grato che non gli sia importato.

Abbiamo parlato di cosa voglio fare dopo la laurea o nel frattempo, della mia relazione con Harry, i miei amici e altre cose.

Mi sono divertita, dopotutto.

Ora sto tornando a casa, mi sento esausta.

Mentre sono in ascensore, il mio telefono suona. È Harry: Ehi piccola. Com'era il pranzo? chiede.

Bene, sto andando a casa, rispondo.

Lui: Ci vediamo dopo?

Io: Da me, sì. Ti amo.

Lui: Ti amo anch'io.

Le porte si aprono ed esco, andando verso la porta del mio appartamento. Entro, trovando Jade sdraiata sul divano, che scorre su Instagram.

«Ehi» dico. «Sei andata in farmacia?» le chiedo.

Mette giù il telefono. «Sì, il test è sul tuo comodino» mi dice. «Fallo quando che ti senti pronto.»

Prendo un respiro profondo ed espiro. «Va bene, ora ho bisogno di riposare perché mi sento molto stanca.»

Mi lancia uno sguardo comprensivo. «Va bene, tesoro. Se hai bisogno di me, urla» dice ridendo.

Metto giù la borsa e vado in camera mia, buttandomi subito sul letto. Oh, Dio, mi sento stanchissima.

Sbircio sul comodino e vedo la scatola del test di gravidanza. Mi sento male solo a guardarlo. Ho paura di quello che potrebbe venire dopo.

Mi metto sotto le coperte e mi abbraccio le ginocchia, improvvisamente il letto sembra troppo grande e mi sento così sola.

Ma dopo dieci minuti mi addormento, i crampi mi fanno ancora male al basso ventre e la paura riempie i miei sogni.

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