45. Harry

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Siamo a metà strada per arrivare alla nostra destinazione, sono passate solo due ore. Ho deciso che ci fermeremo ad un auto-grill per comprare qualcosa da mangiare e andare in bagno.

Siamo stati in silenzio tutto il tempo, tranne quando Helen canticchiava le canzoni alla radio che conosceva. Non mi è dispiaciuto, non avrei sopportato due ore di viaggio in macchina mentre Helen mi sputava addosso tutta la merda possibile.

«Se devi andare in bagno, ora o mai più» le dico mentre metto il freno a mano, e scendo dall'auto.

Una volta fuori anche lei la chiudo a chiave e vado al bar per prendere due bottigliette d'acqua e delle sigarette. Non fumo abitualmente, solo in situazioni stressanti, e prevedo che oggi e domani saranno due giorni molto pesanti.

Sono appoggiato al mio sportello e sto accendendo una sigaretta quando Helen torna dal bagno e mi raggiunge.

Mi guarda con un'espressione confusa. «Fumi?» mi chiede.

Rilascio il fumo inclinando la testa all'indietro. «A volte, quando mi sento stressato.»

Alza le sopracciglia e batte le ciglia lentamente e più volte. «Oh, allora vedo che sei stressato...vuoi dirmi come mai?» Come se non lo sapessi.

Alzo gli occhi al cielo e le soffio il fumo in faccia. «Vaffanculo, Helen.»

Tossisce e mi spinge dal petto. «Stronzo.»

Una volta che le si calma il respiro, alza il mento, mi guarda e mi dice: «Non mi hai ancora detto dove stiamo andando.»

«Lo so» rispondo con tono piatto. «Sei voluta venire a tutti i costi, ora paghi le conseguenze, è così che funziona.»

Assottiglia gli occhi e arriccia leggermente le labbra. «Anche tu pagherai per questo, stronzo lunatico che non sei altro.» Fa il giro dell'auto e sale dal lato del passeggero.

Mi viene solo da ridere per quel che ha appena detto. Crede di essere pericolosa, ma a me fa solo tenerezza.

Si sta facendo un viaggio di quattro ore in macchina solo perché è gelosa, carino da parte sua, davvero.

Ma quel che ha detto prima mi ha fatto incazzare da morire. Le sue parole erano così simili a quelle di mio padre... se avesse continuato a parlare non so cosa sarebbe accaduto.

Per questo non le dirò la verità su Madison fin quando non capirà da sola, e per questo le ho detto quelle cattiverie a mia volta, prima di partire. Volevo solo farle male come lei ha fatto a me, usando parole velenose.

Butto la cicca di sigaretta a terra, la spengo con le mie converse nere e salgo in macchina.

«Sei pronta per altre due ore di viaggio?» le chiedo, tanto per informarla che manca ancora molto per arrivare.

Si volta verso di me e spalanca gli occhi. «Altre due ore?! Dio, Harry, vuoi dirmi dove diavolo stiamo andando almeno?»

Scuoto la testa. «Cintura, tesoro» le dico sarcasticamente, e se la allaccia.

«Ti odio» mi dice.

«Scommetto che mi odi anche mentre ti faccio venire, mi sbaglio?»

Mi guarda incredula a quel che ho appena detto e scuote la testa. «Sei incredibile, davvero.»

«Lo so, piccola» le rispondo con un ghigno arrogante in faccia. Oh cazzo, il vecchio Harry Davis è tornato!

«Sei sempre lo stesso, non sei cambiato neanche un po'» dice, ma questa volta il suo tono è distaccato.

«Così sembra» è l'ultima cosa che dico, Helen sospira, rassegnata, e appoggia la testa sul finestrino chiudendo gli occhi.

Restiamo in silenzio per la prossima mezz'ora, fin quando Helen sbuffa e mi chiede quando manca per arrivare.

«Un'altra ora e mezza» le rispondo.

La vedo alzare gli occhi al cielo e poi dalla sua borsa tira fuori il cellulare. «Posso mettere le mie canzoni?»

Faccio di sì con la testa. «Come vuoi.»

Connette il suo telefono alla macchina tramite Bluetooth, e una canzone di Ariana Grande—ovviamente—ci fa rimbombare le orecchie. Dio, questa ragazza è ossessionata da Ariana.

La canzone si chiama 34+35. Ma che razza di titolo è? Assurdo.

Helen la inizia a cantare—ma non come faceva prima, cantando a bassa voce, canta come si deve.

Non faccio attenzione al testo della canzone, ma poi al ritornello sento "Fuck me 'til the daylight"—scopami fino al mattino.

Spalanco gli occhi e mi volto un secondo verso Helen che si muove a ritmo con la musica.

«Helen, ma che cazzo di canzone è?» le chiedo, e lei scoppia a ridere.

«Baby, you might need a seatbelt when I ride it...» continua a cantare.

Scuoto la testa. «È imbarazzante, davvero» dico, ma mi viene difficile trattenere una risata.

Nel frattempo la canzone è quasi finita.

«Means I wanna 69 with you...» sono le ultime parole che canta e poi scoppia in una risata.

«Ah... 35+35=69. Ora ci sono» dico parlando a me stesso.

«Certo, cosa avrebbe potuto significare sennò?»

Faccio spallucce. «Che ne so, solo tu e Ariana Grande con le vostre menti perverse potete pensare una cosa del genere.»

«Oh... giusto. Tu non hai una mente perversa, no» ironizza.

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