28. Harry

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Helen è seduta sul bordo del letto, gambe accavallate, solo in intimo, reggiseno a fascia e mutandine nere.

Probabilmente sta aspettando che sia io a buttarmi su di lei, ma non lo farò. È chiaro che io la voglio, che voglio il suo corpo e la sua mente tutti per me e che non mi tirerei indietro adesso, al massimo potrei pentirmene dopo. Ma lei? So che lei è capace di dirmi di no anche in questo esatto momento, quindi dev'essere lei a volerlo. Non sopporterei di essere respinto di nuovo.

Entrambi ci sentiamo in colpa, ma è scienza. Non possiamo spegnere improvvisamente il desiderio che proviamo l'uno per l'altra.

Squadra tutto il mio corpo slanciato e tonico. I suoi occhi si soffermano qualche secondo in più tra le mie cosce, dove il mio desiderio per lei non è più solo un sentimento, ma pelle e corpo. Poi mi guarda negli occhi. Il blu dei suoi sembra più scuro a causa della luce soffusa nella stanza.

Muoio dalla voglia di scoprire cosa c'è nella sua testolina intelligente e furba, vorrei sapere tutto quello a cui sta pensando mentre mi guarda con quegli occhi azzurri.

Ci sta pensando, sta riflettendo, come previsto. Prende un respiro chiudendo gli occhi, li riapre mentre rilascia l'aria. Ha preso una decisione, lo capisco.

Improvvisamente mi prende dai polsi, si alza in piedi e mi fa voltare la schiena verso il letto. Si alza sulle punte per baciarmi, ma non ci arriva quindi piego leggermente il collo per premere le mie labbra sulle sue. Sono calde e umide, era un po' che non le baciavo.

«Sdraiati» mi ordina, spingendomi con le mani dai pettorali.

Istintivamente mi viene da sorridere. Il verbo all'imperativo che ha utilizzato mi fa intendere che oggi sa quello che vuole, e che ne ha un disperato bisogno. Questa cosa mi fa impazzire devo ammettere. Mi sdraio sul letto disfatto, come lei ha detto, con la schiena poggiata sulla testiera.

Sale sul letto con le ginocchia e si avvicina a me. Si siede a cavalcioni su di me, mi prende il viso tra le mani. «Ciao» dice sottovoce scherzosamente, con un leggero sorriso, poi mi dà un bacio lento.

Do un'occhiata al suo corpo dall'alto al basso, poi di nuovo in alto. «Mi piace questa prospettiva» le dico, le mie mani avvolgo la sua vita perfettamente.

Un angolo delle sue labbra si solleva in un mezzo sorriso, e si china un po' per baciarmi.

Questo volta non mi trattengo. Ho bisogno di più contatto. Con la mia lingua inizio a cercare la sua. La trovo immediatamente e iniziano a muoversi insieme in movimenti coordinati. Helen nel frattempo ha le mani tra i miei capelli, mi fa rabbrividire quando usa un po' le unghie, e muove i fianchi lentamente su di me. Le nostre labbra si staccano, abbiamo bisogno d'aria.

Mentre si muove in questo modo su di me... cazzo, è così sexy.

Guido i suoi movimenti tenendola dalla vita. Il suo punto più sensibile struscia contro di me e riesco a sentire le sue mutandine bagnate; geme quando le bacio il collo e le clavicole.

Faccio salire le mani su per la sua schiena e le slaccio il reggiseno. Sposto le spalline e infine glielo tolgo.

Adesso resta solo una cosa da levare per poter vedere ogni centimetro della sua pelle.

Mentre le bacio tutto il petto e con la lingua traccio un sentiero fino in mezzo ai suoi seni, con entrambi gli indici inizio ad abbassarle le mutandine. Alla fine prosegue da sola e se le toglie, le butta a terra.

«Harry» mi dice guardando il punto in cui siamo pelle contro pelle.

So cosa vuole, quindi allungo una mano verso il comodino e dal cassetto tiro fuori un preservativo. Uso i denti e una mano per aprirlo, l'altra ce l'ho su uno dei suoi glutei.

Appena lo metto Helen è impaziente e... sono già dentro di lei.

«Cazzo...» dico in un sospiro di sollievo. Messi in questo modo riesco a sentirla più a fondo. Non pensavo che sapesse comandare così bene anche a letto.

I suoi mugolii mi fanno quasi arrendere, potrei venire anche adesso ma devo resistere ancora un po'. La sensazione di lei attorno a me è così bella che vorrei durasse più a lungo possibile.

La tengo da sotto i glutei per guidarla meglio nei movimenti. È brava, ma un aiuto non guasta. In qualche modo percepisco che così non le basta, con un pollice le accarezza il punto più sensibile di tutte le donne.

«Oh mio dio, Harry» mugola, e amo quando dice il mio nome in questo modo.

Pian piano sento quella scossa familiare percorrere la mia spina dorsale fino all'inguine. So di esserci vicino. Anche lei lo è. Si muove un po' più veloce e mi stringe i fianchi con le cosce, le sue gambe iniziano a tremare e mi ha ficcato le unghie nelle spalle. Chiude gli occhi.

«Helen, apri gli occhi... voglio che li tieni aperti mentre vieni» le dico ansimando. Li apre. «Guardami» ripeto.

Fa fatica a tenerli aperti ma ci riesce; le sue sopracciglia sono unite in un'espressione piena di piacere, si morde il labbro per non fare troppo rumore.

«Siamo soli, non serve» mi riferisco al suo intento di essere più silenziosa.

Smette di mordersi il labbro e dopo qualche altro movimento viene mugolando. Alla vista di questa immagine anch'io non posso far altro che lasciarmi andare e vengo qualche millisecondo dopo di lei.

Tolgo il preservativo e lo avvolgo in un fazzoletto, lo butto nel cestino accanto al comodino.

Ci sdraiamo sotto le lenzuola, siamo un po' sudati ma a nessuno dei due importa. Helen ha una gamba tra le mie ed è accoccolata a me; con le dita traccia delle linee sulle mie clavicole. Ho un braccio sotto la sua testa e con la mano le accarezzo i capelli biondi che profumano di cocco. Riesco ancora a sentire il calore dei nostri corpi.

Anche questa è una di quelle sensazioni meravigliose, starei così giornate intere se potessi, ma so che con lei non posso. Non sono il tipo da relazioni, a questo però forse potrei anche abituarmici.

C'è solo un problema... come non possiamo spegnere il desiderio che proviamo l'uno per l'altra, non posso spegnere neanche quello che sto iniziando a provare per lei. Non so bene cos'è ma so che qualcosa c'è, ed è pazzesco come questo deve succedere per la prima volta con quella a cui non dovrei nemmeno parlare, con quella che avrei dovuto continuare a odiare. È strano come possa essere attratto da una come lei, che conosce il suo valore e non se lo fa schiacciare da un ragazzo qualsiasi, che sa comandare e tenerti testa, che non vuole essere una delle tante.

Lei è diversa, complicata, la ragazza che non possono avere tutti — e nemmeno io. È questo ciò che mi fa credere che lei non è solo un passo avanti verso la vittoria di qualcosa, ma lei è il premio, e una volta che l'avrò non smetterò mai di andarne fiero.

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