13. Harry

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Non so cosa sia, ma questa ragazza riesce a farmi perdere la ragione. Non stiamo facendo niente — non ancora —, ma il fatto che probabilmente non dovremmo neanche solo parlarci rende tutto più desiderabile, più eccitante. Forse sono proprio le cosa "proibite" che attirano di più. Io non ho un vero motivo per cui non dovrei frequentarla, ma lei sì. Ho ferito la sua migliore amica e so cosa bene dice il codice delle migliori amiche. Però, sinceramente? In questo momento non me ne frega un cazzo.

Adesso so solo che il suo respiro sul mio viso è caldo e odora di birra. Le sue labbra sono ancora inumidite dalla bevanda, sono rosee e invitanti.

Ci guardiamo negli occhi e mi incuriosisce il modo in cui riusciamo a fissarci l'anima a vicenda. Nei suoi occhi azzurri intravedo la passione per quello che fa, ma anche il dolore. Non ho idea di cosa si intraveda nei miei.

Inaspettatamente, è lei a baciarmi questa volta. Assapora le mie labbra con avidità; scommetto che sanno di birra, come le sue.

La mia lingua va disperatamente in cerca della sua, e quando la trova iniziano a seguire l'una i movimenti dell'altra. Ed è così che io finisco per ansimare tra un bacio e l'altro con le mani sui suoi fianchi, lei finisce per strusciarsi su di me.

Mette le mani sotto la mia felpa. Tocca i miei addominali con delicatezza. «Harry...»

Cristo santo. Deve odiarmi sul serio per emettere questi mugolii...

Prendo l'orlo della sua felpa rossa e faccio per alzarla. La guardo negli occhi, come per cercare il suo consenso. Annuisce e quando lo fa gliela sfilo subito da sopra.

I miei occhi si riempiono di desiderio appena vedo il reggiseno di pizzo nero di Victoria'a Secret.

La prendo da sotto le cosce e avvolge le gambe attorno alla mia vita, fin quando non la faccio sdraiare sul divano. Mi tolgo la felpa e mi sostengo sui gomiti per non fare peso su di lei mentre le bacio il collo, le clavicole, tutto il corpo; sta respirando pesantemente.

I suoi fianchi si alzano involontariamente perché ha bisogno di più, ma cerca di star ferma e ferma anche me. «Harry, non posso.» Mi fa spostare e si alza per rimettersi la sua felpa caduta a terra.

Mi metto a sedere sul divano, le mani in tasca e guardo in basso. Cazzo, è la seconda volta che mi respinge così. Non so nemmeno perché continuo a provarci.

«Ti ho già detto che non voglio essere una delle tante» precisa.

«Non lo sei» sbotto, infastidito, ma lo penso davvero.

Lei è diversa. Non è una di quelle che si fa vincere facilmente; è complicata, difficile, e credo proprio che queste siano alcune delle cose che mi attraggono di più di lei.

Si siede sulla poltrona sbuffando. «Dimostramelo allora.»

Mi passo una mano tra i capelli portandoli indietro. «Non è facile. Poi, perché dovrei?»

«Senti, non so nemmeno perché stiamo facendo questa discussione, lascia stare» dice scuotendo la testa. «Per favore, ci vediamo alle prove?» Mi sta praticamente chiedendo di andare.

«Va bene, allora.» Mi alzo. «Vado un attimo in bagno e vado. Dov'è?» le chiedo.

Mi sciacquo la faccia. Mi fisso davanti allo specchio mentre delle gocce d'acqua cadono dal mio mento.

Non so nemmeno perché sono qui. Da quella notte non sono riuscito più a togliermela dalla testa. In questi ultimi giorni non ho fatto altro che pensare a lei. Odio il fatto che abbia detto a Jade che è stata con Daniel, quel bastardo; ha solo cattive intenzioni quello. Avrebbe potuto dirle benissimo di essere stata a casa mia, senza specificare di aver dormito con me. Avrei tollerato tutto, ma non il fatto che abbia detto di essere stata con qualcun altro.

E perché mi da fastidio? È solo attrazione fisica tra noi, no?

Improvvisamente la porta si apre.

«Helen, che—»

Mi mette una mano sulla bocca. «È qui» dice a voce bassissima.

«Chi?» dico a mia volta sottovoce.

«J. Ma sta uscendo di nuovo, abbiamo le prove tra non molto» sussurra.

Si siede sul mobile in cui è incassato il lavandino, io sono appoggiato alle mattonelle congelate e aspettiamo in silenzio che Jade esca di casa.

Helen dice qualcosa, ma parla troppo piano e non riesco a capirla. Mi avvicino a lei e all'orecchio mi sussurra: «Perché sei qui?»

«Dovevamo parlare» dico, ma è stata solo una scusa.

«Mi hai fatto appena una domanda e quello sarebbe parlare?»

«Sono venuto qui per—»

«Volevi provare a scoparmi?»

«Oh mio Dio, no!» esclamo a voce leggermente più alta, e Helen mi rimprovera.

«E allora perché?» insiste.

Sospiro. «Volevo semplicemente vederti.» E questa è la verità.

Rimane zitta per qualche secondo, e— cazzo, sto di nuovo guardando le sue labbra, che si curvano in un leggerissimo sorriso, e i nostri visi sono di nuovo a pochi centimetri di distanza.

«Vedermi?» dice dopo, alternando lo sguardo anche lei tra le mie labbra e i miei occhi.

Annuisco. «Sì, Helen» dico in un sospiro sulle sue labbra.

«Non è da te.» Mi guarda negli occhi e si lecca le labbra.

Sorrido. «Che ne sai? Sono pieno di sorprese.»

Ricambia il sorriso, mette le mani dietro al mio collo e, finalmente, mi bacia di nuovo. Ora con dolcezza, delicatezza. Qualche secondo dopo la sua lingua è nella mia bocca.

Mi crea dipendenza questa ragazza.

Continuiamo a baciarci, fin quando non rimaniamo entrambi senza fiato.

Ad un tratto mi prende per il polso e piazza la mia mano tra le sue cosce. Oh merda.

La guardo negli occhi. «Dimmi solo cosa vuoi» le dico comunque sottovoce.

«Sai già.» Esita un secondo. «Jade...»

La bacio, poi la guardo e le sorrido. «Farai piano.»

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