42. Harry

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Nulla è cambiato. Al di fuori di casa mia il mondo sta ancora vivendo.

I miei amici mi hanno visto solo solo un attimo prima che uscissi fuori ad inseguire Helen, ma credo che non hanno nemmeno capito che ero io, erano ubriachi fradici. I soliti.

Vedere Helen è stato un sollievo. È sempre la stessa, ha solo accorciato un po' i capelli forse, ora le arrivano dieci centimetri sotto le spalle. Certo, quattro settimane non sono molte ma a me sono sembrate un'eternità.

Ma una cosa diversa l'ho notata. Nonostante l'alcol, quando l'ho vista ballare da sola, sembrava che non riuscisse a godersi la serata, come se stesse facendo di tutto per divertirsi. Forse un po' ci è riuscita, ma non ho visto neanche l'ombra di un sorriso.

Quando le ho messo un braccio attorno alla vita aveva gli occhi chiusi, non mi aveva riconosciuto, ma quando ha inspirato il profumo della mia pelle ha capito subito chi fossi...

In quel momento, in quell'esatto momento, ho realizzato com'è forte il filo che ci lega, ma anche quanto può essere debole.

Anche se non potevamo usare una parola per descrivere quello che eravamo, eravamo importanti l'uno per l'altra, nonostante tutte le volte che ci siamo odiati.

Sapevo che lei stava ricavando un posto dentro di me, mettendo da parte anche gli altri. E lo sta facendo ancora. Mentre il suo petto fa su e giù con il suo respiro calmo, a me fa male il cuore, ma non mi importa. So quello che sta succedendo. È lei, che sta scavando dentro di me per trovare qualcosa di buono, che cerca un posto fisso nel mio cuore, perché nella mia testa l'ha già trovato.

Voglio che lo faccia, voglio che non smetta, perché ho bisogno di questo dolore che mi fa sentire così dannatamente bene.

È così, e anche se ho cercato di non farlo accadere, sta succedendo qualcosa, e non posso farci più nulla.

• • •

Non avevo previsto che avrebbe cercato di scappare via da me, avevo dato per scontato che mi ascoltasse, ma non è stato così; ne ha tutto il diritto.

Sta morendo di freddo, è pallida, ha le labbra viola e le gambe scoperte, l'aria calda e la felpa non aiutano. Devo metterla sotto le coperte.

Si è addormentata nel giro di un minuto, quindi prima di partire le abbasso lo schienale del sedile così che possa stare più comoda.

Decido di portarla a casa mia—la mia e dei ragazzi. Ho ancora le chiavi e non posso portarla a casa sua, dove c'è Jade probabilmente.

Mentre guido mi azzardo a poggiare la mano sulla sua gamba. Rabbrividisce. È gelida.

In due minuti trovo parcheggio quasi davanti casa.

Scendo dall'auto e faccio il giro per andare a prendere Helen. Le tolgo la cintura e le metto un braccio sotto le ginocchia e uno sotto la schiena per sollevarla. Chiudo la macchina e mi dirigo verso casa.

Faccio fatica ad aprire la porta, ma ci riesco ed entro chiudendola con un piede. Salgo di sopra e faccio sdraiare Helen sul mio letto; dorme ancora.

Okay, devo levarle subito questi vestiti bagnati. Ma prima mi sfilo la mia maglietta bagnata.

Ci sono. Le alzo delicatamente il collo per sfilarle la felpa dalla testa. Poi le levo i tacchi.

E adesso il vestito. Come diavolo si leva questo coso? Devo ammettere che è davvero bello, ma il mio cervello da uomo non riesce a capire come cazzo si toglie.

Forse c'è una zip sulla schiena.

Oh no... devo farla girare a pancia in giù a questo punto.

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