43. Helen

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Sento la mia testa fare su e giù sul petto nudo di Harry, sento il battito calmo del suo cuore. Il suo braccio sinistro è attorno alla mia vita e con l'altra mano gioca spensieratamente con i miei capelli.

Alzo la testa per dargli un bacio dirgli buongiorno, ma quando vedo il suo sguardo rabbuiato e la sua espressione corrucciata, una brutta sensazione mi si espande nello stomaco.

Poso una mano sulla sua guancia leggermente ruvida e la accarezzo delicatamente. «Ehi, che hai?»

Finalmente mi guarda, i suoi occhi blu si mescolano con l'azzurro dei miei. Sospira e mi mette i capelli dietro l'orecchio. «Niente, piccola... niente» mi dice con voce dolce. Poi si sporge per baciarmi la testa.

Aggrotto la fronte. «Harry... che succede?» insisto.

Chiude gli occhi per qualche secondo, poi li riapre e guarda ogni parte del mio viso tranne i miei occhi. «E se...» inizia a dire. «E se non fossi abbastanza per te?»

Batto le palpebre più volte, sorpresa. Non mi aspettavo che potesse sentirsi così insicuro.

«Harry, ma che stai—»

Mi interrompe, mi accarezza il viso con il dorso della mano, uno sguardo maledettamente triste nei suoi occhi. «E se fallissi nel renderti felice?»

Harry Davis desidera rendermi felice...

«Non fallisci, non ho bisogno che sapere che sei con me per esserlo» e intendo ogni parola. Non riesco a credere di averlo detto.

Inspira profondamente. «Ma, Helen, tu lo sai, ho un sacco di casini da risolvere, non so se riesco a—» la sua voce si spezza, insieme al mio cuore. Poi continua: «Non so se riesco a stare con te, io—» e scoppia a piangere.

Oh merda.

«No no, ehi...» Mi affretto a mettermi seduta accanto a lui per abbracciarlo.

Trema tra le mie braccia. Non l'ho mai visto così vulnerabile, e mi si spezza il cuore a vederlo soffrire.

«Helen...» dice tra i miei capelli singhiozzando.

Gli accarezzo la schiena e gli passo l'altra mano tra i capelli. Poi prendo il suo viso tra le mani. «Non riesco a vederti così...»

Tira su col naso e non mi guarda. Si asciuga subito le lacrime con le mani.

Poggio la mia fronte contro la sua e chiudo gli occhi. «Dov'è finito Harry Davis?» sussurro. «Quello che viene guardato da tutti, a volte arrogante, quello che mi odiava, quello che andava alle feste, quello a cui non fregava niente di nulla e nessuno?»

«Se n'è andato» risponde sempre a bassa voce.

«Perché?» gli chiedo.

Mi prende dalla vita e mi solleva, posizionandomi a cavalcioni su di lui. Passa le dita tra i miei capelli biondi, che adesso sono leggermente più corti. «Era stanco di tenersi dentro tutto il dolore... tu l'hai cambiato.»

Mi bruciano gli occhi per le lacrime che cercano di uscire. «Sì, ma il nuovo Harry ora sta soffrendo.»

«Ha sempre sofferto, solo che ora lo sta mostrando» e un debole sorriso compare sulle sue labbra.

«È un bene o un male?»

Mi attira più vicina a sé mettendo le sue mani grandi e un po' ruvide sui miei glutei. «Un bene.»

Ci guardiamo intensamente negli occhi per qualche secondo, poi mi dice: «Ora baciami e basta.»

Faccio come mi dice e mi sporgo verso di lui per baciarlo. Gli do un bacio lento e morbido, ma lui vuole di più. Mi schiude le labbra con la lingua e inizia a cercare la mia. Quando la trova, iniziano a muoversi insieme con movimenti coordinati.

«Non immagini come sono stato senza di te» dice ansimando tra i baci.

«Perché non mi hai chiamata?» gli chiedo, mentre inizio a strusciarmi sul rigonfiamento nei suoi boxer.

Mi bacia il collo e mi dà anche piccoli morsi; un gemito mi scappa dalle labbra. «Te lo spiego dopo. Ora non è il momento.»

Mi sfila la maglietta dalla testa s rimango con il seno completamente esposto. Lo aiuto a sfilarmi anche i boxer che mi ha prestato, poi lui si abbassa i suoi.

«Piccola?» dice ad un tratto.

«Sì?»

«Non ho un preservativo a portata di mano... io sono pulito» mi informa, riferendosi ad eventuali malattie.

«Anch'io.»

Si lecca le labbra e mi posiziona meglio sul suo sesso, con una mano si guida dentro di me.

«Oh...» sospiro di sollievo.

Chiude gli occhi mentre mi fa muovere tenendomi dai fianchi. «Finalmente riesco a sentire ogni centimetro di te...» mi sussurra all'orecchio, la sua voce roca.

Mi lecca nel punto proprio sotto l'orecchio e perdo il controllo. «Oddio, Harry...» mugolo, senza preoccuparmi di fare piano.

Ad un certo punto sento bussare. I miei occhi si spalancano.

«Tutto okay lì, amico?» la voce fuori dalla stanza dice, e realizzo che è Michael.

«Sì, alla grande» Harry gli risponde, un gran sorriso stampato in faccia.

«I ragazzi sono a casa!» sussurro.

«Fanculo, che sentano.»

Mi strofina il clitoride e butto la testa indietro. «Oh merda, sì...» e con questo perdo tutte le forze. «Cambio.»

Capisce immediatamente e mi ritrovo in un attimo sdraiata sulla schiena, con lui tra le mie gambe.

Inizia a muoversi di nuovo dentro e fuori di me. È così bello...

«Mi fai sentire così bene, piccola» ansima mentre mi bacia le labbra, le clavicole...

«Più... forte. Di più...» gli dico a corto di fiato.

Sorride e all'orecchio mi dice: «Scopriranno come ti piace se continui così.»

Va leggermente più veloce e più forte, e sento il bisogno di stringergli le spalle e avvolgere le gambe attorno alla sua vita per attirarlo più verso di me.

La stanza è riempita dai nostri respiri affannati e dai nostri gemiti, dal suono della pelle contro pelle, e sento un aurea di calore attorno a me, il mio cuore che minaccia di esplodere.

«Tieniti pronta» mi dice, la sua voce grave e roca.

Annuisco e le mie gambe iniziano a tremare, l'orgasmo pronto nella mia pancia. Lo sento arrivare.

E poi, quando lui esplode in me gemendo, vengo anch'io, un'ondata di calore tra le mie cosce e dentro di me, i miei mugolii risuonano nella stanza— e probabilmente in tutta la casa.

Mi bacia e si sdraia accanto a me. «Ecco, piccola.»

«Cosa?» gli chiedo, tra le sue braccia e il respiro ancora pesante.

«Io e te.»

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