12. Helen

753 11 2
                                    

Dopo le lezioni, io e Jade andiamo subito a casa e prepariamo qualcosa da mangiare per pranzo.

«Allora? Raccontami della tua esperienza con Daniel» mi chiede mentre mi passa il mio piatto.

«Bella, ma niente di che. Non c'è nessun dettaglio "piccante", come dici tu.» Le dò una risposta molto vaga, non avrei saputo inventare nulla al momento.

Alza un sopracciglio e con la bocca piena dice: «Be, questo è strano.» Fa una pausa, poi si ricorda di una cosa. «Oh, di cosa parlavate tu e Harry durante musica? Sembravi infastidita.»

«Lo ero» rispondo subito. «Appunto, mi stava solo infastidendo di proposito. Per qualche ragione gli piace farmi perdere la pazienza.»

Mastica per qualche secondo, con un'espressione pensierosa. «Anche questo è strano. È insopportabile quello lì.»

«Decisamente.»

Finiamo di mangiare e Jade esce per andare a studiare in biblioteca, dove riesce a concentrarsi meglio. Quindi io inizio a provare la mia parte di La La Land.

Fin quando il mio telefono non vibra. Lo prendo e leggo un messaggio da Harry: Sto venendo da te.

In preda al panico, i pollici mi tremano quando scrivo la risposta: Cosa?? Pwrché?

Oddio, l'ho scritto male! Ugh. Che motivo ha di venire qui. Non mi ha neanche avvisata prima.

Un altro messaggio: Dobbiamo parlare.

L'unica cosa che riesco a inventare è questa: Jade è a casa.

Lui: No, l'ho vista andare in biblioteca.

Merda.

Io: Hai visto male allora.

Lui: No.

È un testardo di merda.

Di nuovo lui: Sono per strada.

Oh mio Dio. Perché deve essere così? Di cosa dobbiamo parlare? Non c'è niente di cui dobbiamo discutere.

Io: Non possiamo parlarne per telefono??

È una proposta così stupida, ma tanto vale provare.

Non risponde subito questa volta, ma dopo qualche minuto scrive: Apri.

Il campanello suona. Cazzo, è veramente qui.

Non posso far altro che aprire la porta, anche perché ormai sono curiosa di sapere cosa deve dirmi.

Nel momento in cui la apro, lo trovo poggiato sulla cornice della porta, ha i capelli leggermente umidi e riesco a sentire quel profumo buonissimo che sa di ho-appena-fatto-una-doccia. E sembra più alto del solito da questa prospettiva.

«Ehi» mi dice sorridendo, e mi squadra dal basso all'alto, passandosi la lingua sui denti. «Ti avevo detto che stavo arrivando...»

Indosso solo la felpa dell'università e una culotte, che arriva a malapena sotto i glutei. Ho capito che è questo il suo problema, il fatto che sono troppo esposta.

«Bene, quindi?» Gli faccio cenno di entrare. Forse dovrei mettermi dei pantaloni, ma non mi interessa. Soffrirà, se lo merita.

Si toglie il giubbotto e lo appende all'appendiabiti, poi si butta sulla poltrona.

«Di cosa vuoi parlare?» gli chiedo dopo che mi siedo sul divano.

«Va bene...» dice in un sospiro. Si sporge in avanti e poggia i gomiti sulle sue ginocchia, poi mi guarda dritta negli occhi. «Hai detto a Jade che eri con Daniel?»

Annuisco, perché improvvisamente ho dimenticato come si parla— e anche come si respira. Non ho idea di quale piega prenderà la discussione e questo mi mette in agitazione.

«Okay.»

Lo guardo confusa, mi torna il respiro e ho ricordato come usare le parole. «Tutto qui?»

Evita di rispondere difendo: «Hai qualcosa da mangiare?»

Non insisto nel farlo rispondere, tanto è inutile. «Sì, guarda negli sportelli o in frigo.»

«Ehi, sono io l'ospite» dice, indicandosi con le mani.

Alzo gli occhi al cielo e mi alzo, infastidita. «Un ospite inaspettato, però.»

Prendo delle patatine e una birra che potremmo dividere.

Torno da lui e subito mi chiede come faccio ad avere alcol in casa se sono minorenne. Gli rispondo che ciò è grazie all'aiuto di amici. Iniziamo a mangiare le patatine in silenzio e mi viene sete.

«Me la passi?» dico, riferendomi alla birra di fronte a lui.

La prende e ne beve un sorso. «Se la vuoi, vieni a prenderla.»

Sbuffo e mi alzo andando verso di lui. Quando ho quasi afferrato la bottiglia, la allontana dalla mia presa e se la porta di nuovo alle labbra. Metto le mani sui fianchi e lo guardo con la testa piegata da un lato. «Hai finito?»

Un angolo delle sue labbra si alza leggermente in un sorrisetto. Mi prende improvvisamente per un polso con una mano e cado su di lui.

«Harry!»

Ridacchia e una volta che sono praticamente a cavalcioni su di lui, mi passa la bottiglia.

«Mi odi così tanto?» gli dico, facendogli gli occhi dolci.

Si passa una mano tra i capelli neri. «Non hai idea quanto.»

«Posso sapere perché?» Quando lo dico guarda le mie labbra e poi me le sfiora con il pollice. Per quale motivo tutto questo sembra così sbagliato ma non voglio smettere?

«Non so spiegartelo. Purtroppo» aggiunge poi.

Bevo un altro sorso di birra e lui sta esaminando tutto il mio corpo. Mi mette una mano tra i capelli e io gliela metto dietro al collo. Si sporge in avanti e i nostri visi sono vicinissimi, le nostre bocche si sfiorano.

Nonostante ci tolleriamo a malapena, non posso negare l'attrazione che c'è tra di noi.

UnexpectedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora