Ieri sera Helen è collassata nel giro di un minuto. Era molto stanca, ma fuori dal normale, gli occhi le si chiudevano soli.
Non ho potuto toccarle il seno perché lo aveva indolenzito, e non è mai successo. Qualcosa non va...
Adesso sta dormendo ancora profondamente, accovacciata accanto a me. Ma la sua espressione non è rilassata e calma. Ha la fronte corrucciata e ogni tanto si lamenta e cambia posizione.
Le sposto i capelli da davanti al viso con delicatezza e le bacio la testa.
Dio, quanto la amo.
Sapevo di amarla da molto tempo prima, solo che ammetterlo sarebbe stato troppo. Ma sapere che anche lei mi ama è la cosa più bella del mondo.
Fanculo, papà, lei mi ama.
Da quando lo hanno ricondannato né io né la mamma siamo andati a degnargli di una visita. È un mostro, non si merita niente.
Helen si gira a pancia un giù, un lamento e poi un sospiro le scappano dalle labbra.
Allungo la mano verso il mio telefono e controllo l'orario: le dieci e mezza. So che vorrebbe dormire, ma i suoi ieri mi hanno detto di svegliarla così che si sarebbero potuti vedere per pranzo.
Le bacio le labbra, delicatamente e più volte. «Piccola...» sussurro.
Rilascia un respiro. «Mhm...» si lamenta.
«Mi dispiace svegliarti, ma i tuoi vogliono vederti più tardi» le dico, sempre a bassa voce, e la bacio di nuovo.
Un debole sorriso compare sulle sue labbra. «Okay...» dice, la voce roca dal sonno.
«Ti accompagno al tuo appartamento così puoi sistemarti, va bene?» le dico, e poi mi alzo. «Ti lascio il tempo di svegliarti mentre mi vesto.»
Si stiracchia e si gira a pancia in su coprendosi con le lenzuola. «Va bene.»
«Non girare nuda per casa, i ragazzi sono qui» la informo.
Annuisce e poi si mette a sedere, strofinandosi gli occhi.
Vado in bagno per fare pipì, lavarmi la faccia e i denti. Poi esco e prendo dei vestiti da mettermi.
«Harry... puoi darmi una tua maglietta e un paio di boxer?» Helen mi chiede.
«Sì, aspetta.» Sicuramente non vuole infilarsi di nuovo quel vestito.
Le lancio quello che ha chiesto, poi si alza e inizia a vestirsi.
Mi volto e la vedo appoggiata al muro, con gli occhi chiusi e il respiro pesante.
Corro da lei in un secondo e le prendo il viso tra le mani. «Ehi, ehi, che succede?» le chiedo, panicato.
Deglutisce e scuote la testa, gli occhi ancora chiusi. «Mi gira la testa.»
«Siediti e respira un attimo.» Le si sarà abbassata la pressione di colpo.
Si siede e poi mi dice di prenderle qualcosa da mangiare che contiene zuccheri.
Mi precipito di sotto e prendo l'intero pacco degli unici biscotti zuccherati che abbiamo in casa.
«Ecco» le dico appena torno.
Ne prende uno, con la mano che le trema se lo porta alla bocca e inizia a masticare.
Dopo qualche minuto sembra stare meglio.
«Tutto bene?» le chiedo.
Annuisce. «Meglio, sì.»
Raccoglie le sue cose e si infila i tacchi di ieri sera, perché non ha altre scarpe.
Le tengo la mano mentre scendiamo le scale, per precauzione.
Arriviamo in macchina e metto in moto. Helen resta zitta, con la testa poggiata sul poggiatesta e gli occhi chiusi, le mani sulla pancia.
«Perché sono donna? Perché?» dice, lamentandosi.
Ridacchio. Classica lamentela di tutte le donne quando hanno il ciclo.
Arriviamo sotto il suo condominio e fermo l'auto. «Vuoi che ti accompagni?»
Scuote la testa. «No, dai. Non è niente, Harry» mi rassicura.
Le metto i suoi bellissimi capelli biondi dietro l'orecchio, e la bacio, lentamente. «Fammi sapere se qualcosa non va, okay?»
«Mh-hm, va bene. Ci vediamo stasera?» mi chiede.
«Certo. Vai, ti amo» le dico.
Sorride finalmente. «Ti amo, Harry Davis. Ciao.»
STAI LEGGENDO
Unexpected
Teen Fiction*Versione italiana* La vita di Helen Scott non è mai stata complicata. I suoi genitori sono persone a posto, possiedono entrambi un lavoro ben retribuito e amano la figlia incondizionatamente. Helen ha buoni voti, tante passioni e un carattere poten...