44. Harry

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«Oh mio Dio, Harry» Helen mi dice tutta preoccupata mentre si riveste. «Cosa diranno i tuoi amici?»

Scoppio a ridere, intuendo quello che intende. «Non fartene un problema, sono abituati.»

Sorride, poi improvvisamente il suo sorriso muore.

«Che è successo?» le chiedo, confuso.

Scuote la testa, i suoi occhi puntati a terra. «Solo... niente, lascia perdere.»

Mi avvicino a lei e le metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Dimmi, piccola.»

Sospira. «No, non voglio rovinare l'atmosfera. Dai, scendiamo.»

Ancora confuso, la seguo fino in cucina, dove Michael e Grace ci aspettano con il pranzo già pronto.

«Buongiorno, cosa c'è a tavola oggi?» chiedo, lanciando un'occhiata al nostro cuoco personale.

«Bistecca di manzo, purè di patate e insalata» ci informa, il profumo di cibo riempie la casa. «Oh, c'è anche della birra— analcolica, altrimenti il coach ci uccide, lo sai.»

«Lo so, lo so» dico ridacchio, malinconicamente ricordando quei momenti.

Io e Helen ci sediamo l'uno accanto all'altra, lei ha di fronte Grace e io ho Michael; iniziamo a mangiare.

«Avete avuto un bellissimo risveglio, eh?» Micheal dice ad un tratto, e Grace ridacchio accanto a lui lanciando un'occhiata a Helen.

Guardo Helen per vedere la sua reazione e noto che ridacchia sotto i baffi. Mi viene difficile trattenere le risate e quindi scoppio a ridere come uno stupido. Gli altri ridono insieme a me.

«Sei un coglione Davis, davvero» mi dice Michael dandomi un calcio da sotto il tavolo.

È una sensazione fantastica essere tornato per qualche giorno con i miei amici, a ridere e scherzare, ma soprattutto con ma la mia Helen. Mi è mancata da morire. Ma a casa mia le cose ancora sono messe male.

Mentre mangiamo ci teniamo intrattenuti parlando del più e del meno, di scuola, della squadra di basket, eccetera.

«Harry, dove sei stato per tutte queste settimane? Ci sei mancato, sai» Grace cambia argomento tutto d'un tratto.

Penso un momento ad una scusa credibile. «Da mia madre» dico secco. «Aveva bisogno con la casa.»

«Come mai non hai detto nulla? Avete finito? Torni definitamente?» mi chiede.

«No. Non abbiamo ancora finito» rispondo ignorando la prima domanda.

Grace smette di farmi domande riguardo l'argomento, sa che è meglio così e che io tengo alla privacy delle mie questioni familiari.

Ma quando mi volto verso Helen mi guarda accigliata. Lo sa. Dentro di lei lo sa che c'è qualche altro problema, che ciò che ho detto è una pura cazzata.

Poi il mio cellulare squilla. Lo tiro subito fuori dalla tasca e quando vedo che è mia madre il mio cuore batte forte; è da due giorni che ogni volta che mi chiama vado in panico.

Mi allontano dal tavolo senza dire niente e vado in salotto. Rispondo. «Ehi, qualcosa non va?» le chiedo subito.

«No, tesoro, tranquillo» mi assicura.

«Come mai chiami a quest'ora?»

«Maddie è qui, vuole parlarti.»

Eh?

«Maddie? È qui?» dico incredulo. «Non mi ha detto nulla.»

«Già, ma è qui.»

«È venuta fino a casa della tua amica?»

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